Un incontro di poco meno di due ore, strettamente privato, sui cui contenuti non è trapelato nulla né da fonti vaticane né da parte della Cei. È quello tra Papa Francesco e i vescovi italiani, riuniti all’Hotel Ergife di Roma per la 75ª Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana che si svolge fino al 25 novembre 2021 sul tema “Cammino sinodale delle Chiese in Italia”, avviato lo scorso maggio.
Il S. Padre ha lasciato Casa S. Marta alle 15.30. Al suo arrivo è stato accolto dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia‐Città della Pieve e presidente della Cei. C’erano anche i vice presidenti mons. Erio Castellucci, arcivescovo Abate di Modena – Nonantola e vescovo di Carpi, mons. Giuseppe Andrea Salvatore Baturi, arcivescovo di Cagliari, e da mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. Presente anche il segretario generale, mons. Stefano Russo.
Il dono del Pontefice
Papa Francesco ha aperto i lavori dell’assemblea della Cei donando ai presenti un cartoncino con l’immagine del Buon Pastore e il testo delle “Beatitudini del Vescovo”.
“Padre Santo, grazie di essere venuto – ancora una volta fuori dalla Sua casa – per incontrarci” ha detto nel suo saluto il cardinale Bassetti. “È per tutti noi un dono che si rinnova a distanza di pochi mesi. Mi permetta una battuta: “Non abbiamo ancora concluso il concorso di bellezza!” ha proseguito, riferendosi alla battuta fatta da Papa Francesco sulla “location” dell’assemblea, la stessa dello scorso maggio.
La collegialità espressione della bellezza
“Certamente vogliamo parteciparvi per la bellezza di una condivisione che trova nella collegialità e nella sinodalità l’espressione più intensa e vivace – ha proseguito il presidente della Cei – In questi giorni, mi sono tornate spesso alla mente le parole di Paolo VI nell’ultima sessione pubblica del Concilio Ecumenico Vaticano II. Era il 7 dicembre 1965; non ero ancora prete, sarei stato ordinato dopo pochi mesi. Eppure, quelle parole mi aprirono il cuore, accompagnando tutto il mio ministero.
‘La Chiesa – diceva Paolo VI – si è raccolta nella sua intima coscienza spirituale, non per compiacersi di erudite analisi di psicologia religiosa o di storia delle sue esperienze […] ma per ritrovare in se stessa vivente ed operante, nello Spirito Santo, la parola di Cristo, e per scrutare più a fondo il mistero […] e per ravvivare in sé quella fede […] e quell’amore che la obbliga a cantare senza posa le lodi di Dio […]’.
Ecco, la bellezza cui vogliamo aspirare e che, in queste giornate, cercheremo di vivificare riflettendo sul Cammino sinodale delle nostre Chiese in Italia, avviato con l’Assemblea Generale di maggio. È un percorso che si sta snodando in tutti i nostri territori, in tutte le nostre comunità, in piena sintonia con quello del Sinodo dei vescovi
Un tempo di grazia
È un tempo di grazia per le nostre Chiese per questo Cammino già ovunque avviato; per l’incontro a Firenze con la sua presenza il 27 febbraio, per proseguire, in modo più approfondito, il cammino intrapreso a Bari, nel febbraio 2020; infine, pandemia permettendo, per il suo incontro con gli adolescenti subito dopo Pasqua. Preghiamo lo Spirito perché ci aiuti a cogliere e a vivere le tre opportunità da Lei indicate lo scorso 9 ottobre, durante il Momento di riflessione per l’inizio del percorso sinodale. Essere, cioè, Chiesa sinodale; Chiesa dell’ascolto; Chiesa della vicinanza”.
Al termine dell’incontro, concluso intorno alle 18, il Papa ha lasciato l’Ergife e ha fatto ritorno in Vaticano mentre domani alle 9 è in programma la relazione introduttiva del cardinale presidente.
Mons. Russo: Un incontro di famiglia
In una intervista rilasciata al Tg2000, il telegiornale dell’emittente della Cei Tv2000, mons. Russo ha commentato: “È stato un incontro molto bello e di famiglia. Il biglietto che ci ha consegnato oggi il Papa – ha aggiunto mons. Russo – è un’esortazione affinché il vescovo sia sempre testimone della misericordia. Il tema principale di questa Assemblea è il cammino sinodale delle chiese italiane. Viviamo il tempo dell’ascolto e come sempre il Papa, prima di tutti, ce lo testimonia. Oggi è venuto tra noi vescovi e si è messo in ascolto”.
“Ha ascoltato i vescovi che ponevano delle domande – ha proseguito – e si è soffermato a lungo nelle risposte. Il Papa è veramente attentissimo alle nostre realtà. In ogni risposta a ciascun vescovo ha citato spesso qualcosa legata alle diocesi. È stato veramente un incontro di famiglia”.