“I poveri li avete sempre con voi”. È questo versetto del capitolo 14 del Vangelo di Marco il titolo alla V Giornata mondiale dei poveri. Papa Francesco la istituì con la lettera apostolica Misericordia et misera al termine dell’Anno santo della misericordia nel 2016 e ora usa parole forti per il Messaggio di questa edizione. “La povertà non è frutto del destino ma conseguenza dell’egoismo”, scrive senza mezzi termini il Pontefice nel suo Messaggio si sviluppa in nove paragrafi in cui il Papa oltre a sottolineare una situazione aggravata dalla pandemia, denuncia squilibri ed ingiustizie e chiede interventi concreti per fare fronte a un problema di scala mondiale.
L’attenzione alle donne
Il Messaggio è stato presentato dal presidente del Pontificio consiglio per la Nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella. Il primo aspetto che richiama l’attenzione leggendo il Messaggio è il modo in cui il Papa parla delle donne, prendendo spunto da colei che “ruppe il vasetto” di alabastro che conteneva il profumo con cui unse Gesù.
“Davanti ai fatti quotidiani di violenza nei confronti delle donne, non si può sottacere la condanna per questa barbarie che rende il mondo delle donne un teatro di autentica povertà – ha sottolineato Fisichella – In maniera ancora più incomprensibile per una cultura che ha raggiunto le forme più mature dell’uguaglianza, si è obbligati a costatare espressioni di disuguaglianza e mancanza di dignità che feriscono oltre le povere vittime, l’intera società spesso troppo inerme e afona quasi fosse rassegnata nel rinunciare alle conquiste ottenute faticosamente nel corso dei decenni”.
Nel testo il Papa ricorda che “Le donne, così spesso discriminate e tenute lontano dai posti di responsabilità, nelle pagine dei Vangeli sono invece protagoniste nella storia della rivelazione”.
Le cause della povertà
Il secondo aspetto è quasi un leit motiv per Francesco: “scoprire Cristo” nei poveri e saperne condividere la sorte, perché i poveri sono “sacramento di Cristo”. Mons. Fisichella ha sottolineato che “l’insegnamento di Papa Francesco, come è nel suo stile quando parla dei poveri, non indulge alla retorica, ma punta dritto verso il riconoscimento delle urgenze da affrontare. Il Messaggio pone in primo piano la ricerca delle cause della povertà, per individuare poi le iniziative necessarie per approdare a una possibile soluzione”.
“Riguardo il primo aspetto – ha detto Fisichella – la denuncia è forte e puntuale: ‘Sembra farsi strada la concezione secondo la quale i poveri non solo sono responsabili della loro condizione, ma costituiscono un peso intollerabile per un sistema economico che pone al centro l’interesse di alcune categorie privilegiate. Un mercato che ignora o seleziona i principi etici crea condizioni disumane che si abbattono su persone che vivono già in condizioni precarie’. Insomma, sostiene il Papa, oltre a dover subire la povertà, i poveri devono anche farsi carico di esserne i responsabili! Pretesa assurda, generata da una prepotente alterigia di individui protesi solo al raggiungimento di una sfrenata ricchezza senza alcun principio etico e sociale”.
Le conseguenze della pandemia
Il costante pericolo, dice il Pontefice, è la “creazione di sempre nuove trappole dell’indigenza e dell’esclusione, prodotte da attori economici e finanziari senza scrupoli, privi di senso umanitario e responsabilità sociale”. Senza dimenticare le drammatiche conseguenze della pandemia, in particolare la perdita di tanti posti di lavoro: “è urgente dare risposte concrete a quanti patiscono la disoccupazione, che colpisce in maniera drammatica tanti padri di famiglia, donne e giovani”.
Il richiamo alle istituzioni
Infine “il richiamo ai Governi e alle Istituzioni mondiali perché si sentano investiti della responsabilità a costruire un mondo migliore sulla giustizia” come contrasto concreto alla povertà. “Se i poveri sono messi ai margini – scrive il Papa – come se fossero colpevoli della loro condizione, allora il concetto stesso di democrazia è messo in crisi e ogni politica sociale diventa fallimentare”. “Non si tratta – continua Francesco – di alleggerire la nostra coscienza facendo qualche elemosina, ma piuttosto di contrastare la cultura dell’indifferenza e dell’ingiustizia con cui ci si pone nei confronti dei poveri”.
Le iniziative allo studio
Tante le iniziative a cui si sta lavorando per la settimana che precederà la Giornata Mondiale dei Poveri. “Avranno lo scopo di porre alcuni segni di carità e solidarietà nei confronti di alcune categorie particolari – ha detto Fisichella – Una goccia d’acqua nell’oceano della povertà, ma pur sempre una testimonianza di vicinanza che almeno in questi giorni diventerà più tangibile per dare sostegno concreto a chi ha più bisogno”. Per conoscerle nel dettaglio, tuttavia, bisognerà “attendere le decisioni che saranno prese a livello mondiale” per il contrasto al Covid.
L’arcivescovo ha fatto esplicito riferimento, senza fornire ulteriori indicazioni, ad un progetto “del Dicastero con cui dopo l’estate vorremmo dare un segnale con il S. Padre” per “riprendere il cammino interrotto” dalla pandemia. Sicuramente, ha concluso, è prevista il 14 novembre “la S. Messa a San Pietro ma oggi non siamo in condizione di poter dire se ci saranno limitazioni”.