Un soggiorno grande come il mondo intero, grazie alle moderne tecnologie. Perché anche quest’anno, a causa della pandemia, non è stato possibile tenere il consueto congresso internazionale Univ, che da 53 anni, su iniziativa del fondatore dell’Opus Dei, San Josemaria Escrivà, richiama a Roma centinaia di universitari di tutto il mondo per vivere la Settimana Santa nel cuore della cristianità, accanto al Papa e al prelato dell’Opus Dei. Dunque, gli organizzatori hanno voluto trasformare queste limitazioni in una opportunità, una sfida. E tra le idee concretizzate, c’è stato un incontro virtuale con il prelato, mons. Fernando Ocariz, che si è collegato con i centri dell’Opera sparsi nel mondo, sia maschili che femminili.
L’orazione, collegamento con Dio
Il Padre, come viene familiarmente chiamato dai fedeli dell’Opera e da quanti partecipano agli apostolati della Prelatura, ha sottolineato alle ragazze che “questo modo di riunirsi ha il suo vantaggio: essere molte di più di quelle che sareste potute venire a Roma. Potete restare in contatto e in qualche modo essere tutte presenti qui a Roma, con me e tra di voi, in tutto il mondo”. Dopo aver ascoltato diverse testimonianze da Brasile, Messico, Olanda, Sudafrica, Venezuela, Gerusalemme e Australia, il Padre ha insistito su “un collegamento molto più importante: l’orazione, che non è solo chiedere qualcosa a Dio per gli altri, ma è piuttosto una comunicazione con Dio”.
Sostenere chi soffre a causa della pandemia
Sulla stessa lunghezza d’onda le risposte ad alcune domande dei ragazzi connessi da ogni parte del mondo: “Sono molto contento di potermi incontrare con voi sebbene in un modo così diverso dalla modalità in presenza – ha detto mons. Ocariz – Questo ci aiuta a continuare a pregare affinché la pandemia termini quanto prima e a pregare pure per tanta gente che sta soffrendo”. E su come aiutare chi vive periodi di solitudine, ha invitato a “pregare per gli amici, per quelli che conosciamo e sono lontani. Questa è vera vicinanza perché unendoci nella preghiera al Signore, il Signore pure sta con loro, e possiamo trasmettergli, senza vederli e molte volte senza sentirli, la nostra gioia e la nostra sicurezza e farli sentire meno soli, forse senza che se ne rendano conto”.
L’amicizia
Ha quindi sottolineato “quello che abbiamo imparato da San Josemaria: l’apostolato più profondo nasce dall’amicizia”. A chi gli chiedeva come aiutare a difendere la fede e a insegnarla agli altri, il Padre ha risposto che “ciò che serve è rafforzare la formazione dottrinale, avere convinzioni profonde e ben assimilate. Per questo è necessario studio, chiedere consiglio, formarsi sulla parola, sulla verità. Bisogna affrontare gli errori con sapienza, coscienza, con pazienza, con delicatezza, in sostanza sempre con carità”.
Pregare per il Papa
Infine, l’appello pressante del Prelato dell’Opus Dei a pregare “molto per il Papa. Potete facilmente immaginare quale peso debba portare, le grandi difficoltà in cui versa la Chiesa e il mondo intero. E il Papa chiede molto! Chiede di pregare molto per lui, per le sue intenzioni” ha concluso.