Il cardinale Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas e responsabile della Dottrina della Fede presso la Conferenza dell’Episcopato Messicano (CEM), offre ai lettori di Exaudi il suo articolo settimanale intitolato “Quaresima per essere liberi”.
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ASPETTO
Iniziamo la Quaresima, tempo di preparazione per celebrare con frutto la Pasqua, il passaggio dalla morte alla vita con Cristo morto e risorto. In questa occasione Papa Francesco ci ha invitato a convertirci, per essere veramente liberi. Ma non siamo liberi? Di cosa o chi siamo schiavi?
Quando qualcuno non può vivere senza cellulare, non presta attenzione agli altri o alla famiglia, non si riposa, non legge un libro o la Bibbia, non studia, non prega; nemmeno a Messa lo spegne, è schiavo del cellulare.
Quando qualcuno non può fare a meno dell’alcol, perché bere ci fa sentire come una persona diversa, o perché gli amici gli fanno pressione e non riesce a resistere, è schiavo dell’alcol.
Quando qualcuno è ossessionato dal piacere sessuale, dalla pornografia, da una relazione extraconiugale, e soprattutto se è un pedofilo, è uno schiavo del sesso.
Quando qualcuno sente di non valere se non compra cose, anche se non gli servono; se non esci a divertirti ogni fine settimana; Se senti il bisogno di vestirti alla moda, di tatuarti come tutti gli altri, sei schiavo di te stesso e dell’ambiente.
Quando qualcuno vuole avere sempre più denaro e non si preoccupa di rubare, sottopagare i propri dipendenti, estorcere, rapire e persino uccidere, è schiavo del denaro.
Quando qualcuno vuole vincere una campagna elettorale basata sugli insulti e sulle squalifiche altrui, e se il suo obiettivo è solo il potere e il denaro, è schiavo della cattiva politica.
E quante altre schiavitù può avere ciascuno di noi! La Quaresima è un tempo favorevole per cambiare il nostro stile di vita, per diventare persone utili alla comunità, per decidere di essere liberi.
DISCERNERE
Papa Francesco, nel suo messaggio per questa Quaresima, ci dice:
«Oggi il popolo di Dio porta dentro di sé legami oppressivi che deve decidere di abbandonare. Dio educa il suo popolo ad abbandonare la schiavitù e a sperimentare il passaggio dalla morte alla vita.
L’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un percorso astratto. Perché anche la nostra Quaresima sia concreta, il primo passo è voler vedere la realtà. Oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi raggiunge il cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fratellanza che ci unisce fin dall’inizio. Domandiamoci: voglio un mondo nuovo? Sono disposto a rompere i miei impegni con il vecchio?
Dio non si stanca di noi. Accogliamo la Quaresima come il tempo forte in cui la sua Parola si rivolge nuovamente a noi: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dall’Egitto, da una condizione di schiavitù» (Es 20,2). È tempo di conversione, tempo di libertà. Dio non vuole sudditi, ma figli.
Possiamo attaccarci al denaro, a determinati progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione e persino ad alcune persone. Queste cose, invece di spingerci avanti, ci paralizzeranno. Invece di unirci, ci confronteranno.
È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermatevi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermatevi come il Samaritano, davanti al fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un unico amore. Non avere altri dei è fermarsi davanti alla presenza di Dio, nella carne del nostro prossimo. Via gli idoli che ci sopraffanno, via gli attaccamenti che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà. Pertanto, rallenta e fermati. Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, percepiamo gli altri con nuova intensità; Al posto di minacce e nemici troviamo compagni e compagni di viaggio. Questo è il sogno di Dio, la terra promessa verso la quale marciamo quando lasciamo la schiavitù.
Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora l’umanità smarrita sentirà un brivido di creatività; il barlume di una nuova speranza”.
ATTO
Tu e io, di cosa o chi siamo schiavi? Approfittiamo di questa Quaresima per liberarci dalle nostre catene ed essere liberi. Concediamoci momenti di silenzio personale per riflettere sulla propria vita, non abbiamo paura del silenzio. Leggiamo qualche testo biblico e prendiamoci qualche momento per stare con Dio, in chiesa od ovunque, senza distrazioni. Facciamo un’opera buona per i poveri, i migranti, i malati, gli anziani, i carcerati, gli handicappati, gli orfani, le vedove, ecc. Cioè mettere in pratica le tre opere classiche della Quaresima: digiuno, preghiera ed elemosina. Questa liberazione ci farà molto bene. Fai il test!