Zabulon e il suo incontro con Gesù Bambino

Come un pastorello stolto trovò il suo posto a Betlemme

Pastor Belén
Ferrandiz

Zabulon, il pastorello stolto, si avvicinò al Portale di Betlemme con il suo cagnolino Peque. Sebbene si sentisse inferiore e disprezzato dagli altri, gli angeli gli assicurarono che aveva un cuore puro e pieno d’amore. “Lo sei, perché hai sempre avuto il tuo cuore con Yahweh, e hai sognato di conoscerlo e di amarlo. Non preoccuparti che il tuo ingegno sia piccolo, purché raggiunga la Verità. Inoltre, Dio ha scelto gli stolti per confondere altri i saggi. Gli uccelli che volano più in alto non sono quelli che sbattono di più le ali, ma quelli che si lasciano trasportare dal vento, spiegando le ali senza avere paura”, ha detto Rafael. Zabulon, sorridendo, chiese: “E posso andare a vedere il Messia, anche se solo da lontano?” Michele rispose: “Certo, vieni con noi, ti porteremo da Lui. Inoltre, sono sicuro che ti sta aspettando e gli piacerebbe ascoltarti”.

Zabulon si sedette ai piedi del Bambino Gesù e gli raccontò le sue storie e i suoi pensieri. “Gesù, mi chiamo Zabulon, ho dodici anni e sono pastore come mio padre. L’angelo che mi ha accompagnato qui mi ha detto che tu sai tutto perché sei il Messia e il Figlio di Dio; ma se tu lasciami. Preferisco raccontarti delle cose che già sai, perché è così bello starti vicino… Mia madre, Juana, è morta quando mi ha avuto, ed è per questo che mio padre (che si chiama Matías, non lo so) (non so se te l’ho già detto) dice che devo amarlo più di chiunque altro al mondo; ma lo amo di più perché è al mio fianco tutto il giorno e mi insegna molte cose grande e nuovo proprio sopra dove sei tu,” disse innocentemente Zabulon.

Zabulon, con la sua purezza di cuore, ha condiviso i suoi sentimenti e le sue esperienze con Gesù Bambino. “Come vedi, Gesù, sono un po’ stupido… Non dire di no, si vede subito. Tutti lo sanno. Ci sono persone che mi guardano in modo strano e mi disprezzano, come se fossi colpevole. Vorrei dire loro che non sono stupido apposta, sono nato così per volontà di Yahweh, e non è poi così male, per esempio, far ridere i bambini Se solo sapeste quanto ci divertiamo! quando faccio finta di essere ancora più stupido per farli ridere di più! Vedi? Ho già detto un’altra sciocchezza: ‘Se tu sapessi’, mi ha spiegato poco fa l’Angelo che Tu sai tutto, e io l’avevo già dimenticato…”, disse Zabulon sorridendo.


Zebulón ha condiviso anche il suo amore per il suo cagnolino Peque e il suo desiderio di stare vicino a Gesù Bambino. “Ti piace questo cane? Beh, è ​​mio (beh, di mio padre). Si chiama Peque ed è il mio migliore amico, perché non ride di me. Posso dirti una cosa? Non sono mai riuscito a farlo penso tanto senza stancarmi, ma non mi faccio illusioni: so che questo mi succede solo perché sono con te. È buffo, mi è successa la stessa cosa con l’Angelo: quando ci è apparso mentre dormivamo con le pecore non mi rendevo conto di cose così difficili che nemmeno mio padre e gli altri capivano Pensatemi, sono un po’ stupido… Ma, poiché l’Angelo lo sapeva, dopo aver parlato con gli altri pastori si è avvicinato a me e ha cominciato a chiacchierare da solo con me, proprio come facciamo noi adesso, senza che nessuno ci vedesse. ..” disse emozionato Zabulon.

Gli angeli, osservando la scena, cantarono con gioia: “Gloria a Dio in cielo e pace in terra agli uomini che il Signore ama”. Zebulón, con il suo cagnolino Peque, si sedette accanto al Bambino e gli tenne affettuosamente la mano. Gli angeli, con le loro voci melodiose, continuavano a cantare canti natalizi, riempiendo l’aria di gioia e speranza. Zabulon, con la sua innocenza e purezza di cuore, ha trovato il suo posto a Betlemme, dimostrando che l’amore di Dio non ha limiti e che ognuno, qualunque sia la sua condizione, ha un posto speciale nel Suo cuore.

Articolo basato sul libro La Betlemme piazzata da Dio

  1. L’Annuncio Celeste: Gli Angeli e la Stella d’Oriente
  2. I pastori e lo splendore divino
  3. Salomé, la lavandaia dal cuore d’angelo