12 Aprile, 2025

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Università della Santa Croce: una giornata sulla santità laicale

Santità nel mondo della sanità

Università della Santa Croce: una giornata sulla santità laicale

In occasione del Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità (5 – 6 aprile 2025), il 3 aprile 2025, presso la Pontificia Università della Santa Croce, ha avuto luogo la terza giornata dedicata alla santità laicale, sul tema: “Santità e professioni sanitarie”.

La giornata è iniziata con l’intervento di mons. Fabio Fabene, segretario del Dicastero delle Cause dei Santi, che ha sottolineato un fatto importante: la storia della Chiesa è una storia di carità, soprattutto verso i malati e i più fragili. La cura degli ammalati è stata parte integrante della missione cristiana, incarnata da santi e beati che hanno saputo unire competenza medica e amore evangelico come dimostrano Vittorio Trancanelli, Ernesto Cofiño, Enzo Piccinini, Stanisława Leszczyńska, Jérôme Lejeune, José Gálvez Ginachero, i quali “oltre alle cure mediche, hanno saputo con la loro vicinanza infondere speranza e luce nel momento buio della malattia, aiutando le persone a scoprire il senso profondo e cristiano della sofferenza” – ha detto mons. Fabene. “Anche noi oggi, in questo Giubileo della Speranza, dobbiamo muovere i nostri cuori e i nostri passi per organizzare la speranza a favore dei malati e dei fragili” – ha concluso il segretario del Dicasteri delle Cause dei Santi.

Del legame tra santità e professioni sanitarie dalla prospettiva teologica ha parlato il professore della Pontificia Università della Santa Croce don Martın Luque, concentrandosi sulle tre parole: servizio, senso e speranza. Il professore ha sottolineato che “la malattia mette in crisi l’amore e la fede, facendo emergere il senso di solitudine e di fragilità dell’essere umano”. Da qui il valore unico dei sei venerabili e Servi di Dio Vittorio Trancanelli, Ernesto Cofiño, Enzo Piccinini, Stanisława Leszczyńska, Jérôme Lejeune, José Gálvez Ginachero: per loro “contatto con i malati non è stato percepito semplicemente come una prestazione professionale, ma come un servizio amorevole capace di offrire un orizzonte di senso alla propria condizione di sofferenza e di riaprire così la possibilità della speranza”.

Invece delle cure palliativa ha parlato Chiara Mastroianni, professoressa di Scienze Infermieristiche Generali, Cliniche e Pediatriche presso la Link Campus University. Le cure palliative sono state presentate come un approccio alla cura che va oltre il trattamento dei sintomi: un accompagnamento che mette al centro la persona nella sua totalità, soprattutto quando la guarigione non è più possibile. Secondo la professoressa Mastroianni, “le cura palliativa sono ‘arte dell’esistere’, perché permettono di donare senso e significato alla vita, anche nel tempo della prova”.

Nella seconda parte delle Giornata si è svolta la tavola rotonda, con gli interventi riguardanti i sei venerabili e Servi di Dio.

Del venerabile Vittorio Trancanelli ha parlato Enrico Solinas, postulatore della sua causa di beatificazione. Dott. Trancanelli, chiamato “il santo della camera operatoria”, era “un medico amorevolmente sollecito verso i malati, padre dal cuore aperto all’accoglienza di bambini in difficoltà, uomo animato da profonda fede”.

Invece il venerabile Ernesto Cofiño è considerato il padre della pediatria nel Guatemala. Come ha sottolineato il suo postulatore rev. Santiago Callejo, dott. Cofiño “cercava sempre soluzioni ai problemi e credeva nel rispetto umano già dagli inizi della vita”.

La storia del Servo di Dio Enzo Piccinini, medico specializzato in chirurgia generale è stata raccontata dalla figlia, Chiara Piccinini.

La testimonianza sulla serva di Dio Stanisława Leszczyńska è stata fatta dal suo biografo Wlodzimierz Redzioch. Stanisława fu un’ostetrica polacca che visse parte della sua vita nel terribile periodo della Seconda guerra mondiale e che, durante i due anni trascorsi nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, aiutò le donne rinchiuse nel campo a partorire i loro bambini.

La figura del grande medico e genetista francese Jérôme Lejeune è stata ricordata dal postulatore Rémi Bazin. Il professore, oggi venerabile, fu un medico e ricercatore francese e dedicò la vita alla cura dei bambini con sindrome di Down. “Medico per passione, divenne ricercatore per necessità” e testimoniò con coraggio la dignità inviolabile di ogni vita umana.

La vita del servo di Dio José Gálvez Ginachero, grande medico e attivista sociale spagnolo, è stata ricordata dal postulatore Salvador Aguilera López. Egli fu medico ma anche per un certo periodo sindaco di Malaga; fu pioniere in Spagna per aver eseguito un parto post-mortem e fondò un ospedale per i più poveri. Come ha sottolineato il postulatore, il medico, da cattolico fervente, “visse la professione come servizio”.

Wlodzimierz Redzioch