Per poco più di 3 ore, più di duecento delegati dei Movimenti Popolari d’America, Europa, Asia e Africa, si sono espressi in rappresentanza di una diversità di lavoratori umili, precari ed esclusi di 54 paesi; lavoratori rurali senza terra, senza casa e le loro famiglie, dei quartieri popolari e delle baraccopoli; lavoratori di vari mestieri che oltre a subire le ingiustizie di questo sistema lottano contro di esse, nella speranza condivisa di un pianeta che assicuri terra, riparo e lavoro per tutti, ovunque. È stata la prima parte del IV Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari che si è svolto on line nello scorso fine settimana. In questa prima parte dell’incontro – un sistema pratico per costruire una cultura del confronto e del dialogo – si è discusso sulle conseguenze della pandemia e sui problemi dell’umanità di oggi dal punto di vista dei movimenti popolari.
La delegazione del Vaticano
Tra gli altri partecipanti, il Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; il Cardinale Michael Czerny, Sottosegretario dello stesso Dicastero; Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, insieme a una delegazione di membri del Vaticano.
Un documento a Papa Francesco
Gloria Morales, una lavoratrice nordamericana, è stata responsabile dell’apertura e valorizzazione di questo “spazio di grande importanza, per dialogare insieme sulle soluzioni ai problemi dell’umanità, di fronte alla mancanza di terra, alloggio e lavoro, per costruire un mondo nuovo”. Un dibattito che “sarà integrato in un documento che verrà consegnato a Papa Francesco”.
Promuovere il cambiamento
Il cardinale Peter Turkson è intervenuto in seguito, passando in rassegna i tre incontri precedenti “che consentono di andare avanti”, sottolineando la necessità di assumere la guida dei processi di cambiamento, dai sacri diritti alla terra, alla casa e al lavoro per tutti, “che sono ormai universali”, per superare le ingiustizie e rispondere ai problemi globali con il coinvolgimento dei movimenti popolari.
“Questo incontro è una risorsa per i protagonisti del cambiamento, per coloro che sono in contatto diretto con quanti soffrono le ingiustizie e subiscono le disuguaglianze. I poveri ci stimolano a risolvere i problemi di disuguaglianza” che iniziano con ognuno di noi. La trasformazione integrale di ogni persona, la lotta comunitaria contro l’ingiustizia “cambierà le strutture della società”.
Sforzo di solidarietà
Le difficoltà “non possono essere risolte da un gruppo o a livello individuale, alle forme del male si risponde con la solidarietà”, che penetra nella vita delle persone che stanno ai margini e in questo sforzo è Papa Francesco, che necessita di “coraggio, compassione e tenacia, senza violenza”. Come metodo per portare avanti questa lotta si propone “la cultura dell’incontro” coltivando e valorizzando “l’agenda comune che abbiamo”. Rinnovando la stessa democrazia che è stata annientata dalla struttura economica, “per procedere verso un mondo di giustizia e di uguaglianza e potenziare strutture più giuste”, ha concluso il cardinale.