Un libro per il beato Jerzy Popiełuszko

A 40 anni dall’assassinio

Esce per Ares Jerzy Popiełuszko (pp. 272, euro 16,80), biografia non convenzionale del sacerdote e beato martire polacco rapito, barbaramente torturato e ucciso nel 1984 per la sua opposizione al regime che dominava allora nel suo Paese. Il libro, tradotto dal polacco, si avvale dei contributi dei familiari di don Jerzy, di illustri personalità della Polonia, di tre cardinali, fra cui il prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi Marcello Semeraro che ha firmato la Presentazione all’edizione italiana.

“Può vincere il male solo chi è pieno di bene […]. Vincere il male con il bene è restare fedeli alla verità […]. La verità come la giustizia è unita all’amore e l’amore costa”. Jerzy Popiełuszko

“La santità non è qualcosa che spunta all’improvviso e in un terreno infecondo. Fin dall’antichità, difatti, il paradiso è stato paragonato a un prato, dove fioriscono tanti fiori: così, ad esempio, sant’Ambrogio, che parlava della Chiesa come di un giardino dove fioriscono molte specie di piante: le viole dei confessori, i gigli delle vergini, le rose dei martiri (cfr In Cant. Cantic. II, 3: PL 15, 1871). Così è stato per Jerzy Popiełuszko: da ragazzo timido qual era, egli è cresciuto nel terreno della Chiesa maturando anche nella virtù della fortezza cristiana sino a divenire capace dell’atto supremo”.

Dalla Presentazione del card. Marcello Semeraro

Nella Polonia di stretto influsso sovietico degli anni Ottanta del secolo scorso ci furono un centinaio di omicidi politici compiuti quasi sempre da “autori sconosciuti”. Tra le vittime anche i sacerdoti. Il libro racconta la vita e l’assassinio di uno di loro: don Jerzy (Giorgio) Popiełuszko, rapito e selvaggiamente assassinato il 19 ottobre 1984. Aveva solo 37 anni. La Chiesa ha riconosciuto il suo martirio e l’ha beatificato il 6 giugno 2010. Scrive ancora il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi in Prefazione: «Accrescere la conoscenza di questo sacerdote, beato e martire sarà davvero un bene per tutti, perché attraverso il sacrificio dei martiri Dio cambia i cuori degli uomini».

Il volume è composto da tre elementi: le interviste di Włodzimierz Rędzioch con i familiari e amici di don Jerzy, ma anche con i cardinali Angelo Amato, prefetto emerito del Dicastero per le Cause dei santi, e Stanisław Jan Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e segretario particolare del santo papa polacco Giovanni Paolo II; i testi di Grzegorz Górny che raccontano lo scenario storico della vita del beato martire e il servizio fotografico con il materiale d’archivio e gli scatti di Janusz Rosikoń.

Wlodzimierz Redzioch, l autore del libro, presso la tomba del beato Popiełuszko

Don Jerzy Popiełuszko: il martire del comunismo

Ha vinto il male con il bene


San Giorgio era un soldato romano che non rinnegò Cristo nel periodo delle persecuzioni di Diocleziano: fu torturato e decapitato. Nel XX secolo un altro Giorgio, per non rinnegare Cristo, doveva affrontare un altro “drago”: il sistema totalitario comunista nella sua Polonia. E’ stato assassinato ma morendo da martire ha vinto: ha vinto il male con il bene.

Uno degli scopi principali del totalitarismo comunista era la distruzione psicologica o l’eliminazione fisica degli oppositori, compreso l’assassinio. I comunisti, trattando la religione come “oppio per i popoli”, percepivano la Chiesa come nemica del sistema e ostacolo nella creazione dell’homo sovieticus, perciò essa divenne il bersaglio principale del regime. Dentro il Ministero degli Interni polacco fu creato un dipartimento speciale che si occupava specificamente della lotta contro la Chiesa. Migliaia agenti perseguitavano il “clero reazionario”.

In Polonia negli anni Ottanta del sec. XX ci fu un centinaio di omicidi politici compiuti quasi sempre da “autori sconosciuti”. Tra le vittime c’erano anche i sacerdoti. Il libro racconta la vita e l’assassinio di uno di loro: don Jerzy Popiełuszko, rapito ed assassinato esattamente 40 anni fa: il 19 ottobre 1984. La Chiesa ha riconosciuto il suo martirio e l’ha beatificato il 6 giugno 2010.

Il volume è composto da tre elementi: le interviste con i familiari e amici di don Jerzy, i testi di Grzegorz Górny che raccontano lo scenario storico della vita del sacerdote martire e il servizio fotografico con il materiale d’archivio e le foto di Janusz Rosikon.

Gli Autori

Grzegorz Górny, reporter, saggista, regista, produttore cinematografico e televisivo. Fondatore e caporedattore della rivista Fronda, è autore di 37 libri, anche tradotti in diverse lingue. Editorialista del settimanale Sieci.

Włodzimierz Rędzioch, ingegnere prestato al giornalismo, dal 1981 al 2012 ha lavorato all’Osservatore romano; dal ’95 corrispondente del settimanale polacco Niedziela. Con Ares ha pubblicato Giovanni Paolo II. Gli amici e i collaboratori raccontano, bestseller tradotto in tutto il mondo.

Janusz Rosikoń, con oltre 30 libri all’attivo, è fra i fotografi più noti in Polonia. È cofondatore della casa editrice Rosikon Press.