Tempo di distopie

Scenari sociali altamente indesiderabili giungono nella nostra realtà più vicina

Distopía
Pexels . cottonbro studio

Negli ultimi anni, nel cinema si sono moltiplicate le storie di fantasia su una società indesiderabile. Film come “Matrix”, “Hunger Games”, “Gattaca”, “I figli degli uomini” ed “Elysium” hanno riempito l’immaginario di molti giovani, e meno giovani, negli ultimi decenni. In letteratura, romanzi come “1984” (Orwell), “Il mondo nuovo” (Huxley), “Fahrenheit 451” (Bradbury), “Padrepatria” (Harris) o “Il signore del mondo” (Benson) hanno cercato di mettere in guardia In un modo o nell’altro, una società può vivere a lungo nell’inganno, cadendo in forme perverse di alienazione.

È importante il ruolo sociale svolto dalla narrativa sulle società indesiderabili. In genere, una storia distopica non vuole essere una previsione letterale del futuro, ma piuttosto una metafora dei pericoli di una possibile manipolazione collettiva. Il suo vero potere risiede nel suo potere simbolico. Le narrazioni distopiche tentano di comunicare come aspetti oscuri, spesso ripugnanti, della condizione umana possano essere introdotti in modo sottile, come criterio per la vita sociale o come principio di governo.

In un certo senso, le distopie sono emerse come una sorta di critica e protesta contro l’ottimismo moderno e illuminato che, fino a poco tempo fa, animava sia la destra che la sinistra in tutto il mondo. Daniel Innerarity, in un libro recente (La humanidad amenazada, Gedisa, Madrid 2023) nota acutamente: “Se la modernità si è affermata come un presente superiore al suo passato, oggi ci troviamo in uno stato d’animo che dà per scontato che il futuro sarà essere peggiore del nostro presente.”

Come è possibile che la “distopia”, che dovrebbe avere il suo posto nei mondi puramente immaginari, stia iniziando a essere vista come una minaccia “attuale”, vicina e reale?


L’arte della manipolazione e dell’inganno sociale sono gli strumenti essenziali affinché ciò accada. La cosa più interessante è che questa bella arte, nelle società fortemente polarizzate, viene spesso praticata dagli estremi più opposti, generando un feedback del tutto indesiderato, ma efficace. Immaginiamo una febbrile distopia di sinistra che incombe all’orizzonte. Aberrante, contraddittorio, nemico del buon senso. La reazione della destra radicale non si fa attendere e propone, al contrario, un’opzione opposta nei contenuti ma estremamente simile nei metodi. Il nemico che si voleva sconfiggere finisce per ricomparire travestito da soluzione.

Augusto Del Noce e i suoi discepoli hanno chiamato questo fenomeno “subordinazione in opposizione”: fate attenzione a ciò che odiate perché finirete per assomigliargli. In sostanza, i nemici altamente polarizzati sono “fratelli gemelli”, ovvero persone e gruppi inoculati da un virus comune che si è evoluto lungo due traiettorie che sono, in sostanza, più simili che diverse.

L’unico modo per uscire da questo pantano storico e culturale è guardare in alto. Chi vive intrappolato nella dialettica destra-sinistra, conservatore-liberale, tradizionalista-progressista, non scopre il piano superiore che gli consente di percepire la realtà come un poliedro. È a questo livello che possiamo trovare le vie autentiche per superare l’avvento delle nuove oligarchie autoritarie, apparentemente salvifiche, ma altrettanto oppressive.