Cambia l’iter di preparazione del Sinodo dei vescovi. O meglio, viene in qualche modo ratificata la procedura di ampia consultazione che aveva caratterizzato le fasi preparatorie delle ultime assemblee dei vescovi. La prossima, sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, era in programma per ottobre 2022 ma di fatto slitterà all’anno successivo. Non per colpa della pandemia, questa volta, ma perché Papa Francesco, in data 24 aprile 2021, ha approvato un nuovo itinerario sinodale, proposto dalla Segreteria Generale del Sinodo, con l’assenso del Consiglio Ordinario.
Il percorso per la celebrazione del Sinodo si articolerà in tre fasi, tra l’ottobre del 2021 e l’ottobre del 2023, passando per una fase diocesana e una continentale, che daranno vita a due differenti Instrumentum Laboris, fino a quella conclusiva a livello di Chiesa Universale.
“L’articolazione delle differenti fasi del processo sinodale – spiega una nota della Segreteria – renderà così possibile l’ascolto reale del Popolo di Dio e si garantirà la partecipazione di tutti al processo sinodale. Non è solo un evento, ma un processo che coinvolge in sinergia il Popolo di Dio, il Collegio episcopale e il Vescovo di Roma, ciascuno secondo la propria funzione”.
Apertura del Sinodo
Queste sono le tappe previste. L’apertura del Sinodo avrà luogo sia in Vaticano che in ciascuna diocesi. Il cammino sarà inaugurato dal Santo Padre in Vaticano: il 9-10 ottobre. Con le medesime modalità, domenica 17 ottobre, si aprirà nelle diocesi, sotto la presidenza del rispettivo vescovo.
Fase diocesana
L’obiettivo di questa fase, tra ottobre 2021 e aprile 2022, è “la consultazione del Popolo di Dio affinché il processo sinodale si realizzi nell’ascolto della totalità dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo”. La Segreteria Generale del Sinodo invierà un Documento preparatorio, accompagnato da un Questionario e da un Vademecum con proposte per realizzare la consultazione in ciascuna diocesi. Il Documento sarà inviato anche ai Dicasteri della Curia Romana, alle Unioni di Superiori / Superiore Maggiori ad altre unioni / federazioni della vita consacrata, ai movimenti internazionali dei laici e alle Università / Facoltà di Teologia.
Ogni vescovo nominerà un responsabile (eventualmente un’equipe) diocesano della consultazione sinodale, che possa fungere da punto di riferimento e di collegamento con la Conferenza Episcopale e che accompagni la consultazione nella Chiesa particolare in tutti i suoi passi (prima di ottobre 2021). Ogni Conferenza Episcopale nominerà a sua volta un responsabile (o un’equipe) che possa fungere da referente e da collegamento tanto con i responsabili diocesani quanto con la Segreteria Generale del Sinodo (prima di ottobre 2021).
Consultazione nelle diocesi
Si svolgerà attraverso gli organi di partecipazione previsti dal diritto, senza escludere le altre modalità che si giudichino opportune perché la consultazione stessa sia reale ed efficace. La consultazione del Popolo di Dio in ciascuna diocesi si concluderà con una Riunione presinodale, che sarà il momento culminante del discernimento diocesano. Dopo la chiusura della fase diocesana, ogni diocesi invierà i suoi contributi alla Conferenza Episcopale entro la data stabilita dalla propria Conferenza episcopale. Nelle Chiese orientali i contributi saranno inviati agli organismi corrispondenti.
Conferenze Episcopali o organismi corrispondenti
“Si aprirà un periodo di discernimento dei pastori riuniti in assemblea (Conferenza Episcopale), ai quali si chiede di ascoltare ciò che lo Spirito ha suscitato nelle Chiese loro affidate. Al processo di redazione della sintesi parteciperanno anche il responsabile della Conferenza Episcopale per ciò che si riferisce al processo sinodale e la sua equipe, come pure i rappresentanti eletti per partecipare all’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo a Roma, una volta ratificati dal Santo Padre. La sintesi sarà inviata alla Segreteria Generale del Sinodo. Si invieranno pure i contributi di ogni Chiesa particolare (prima di aprile 2022)”.
Altri contributi
Si riceveranno anche i contributi inviati dai Dicasteri della Curia Romana, dalle Università / Facoltà di Teologia, dalle Unione di Superiori / Superiore Generali (USG / UISG), dalle altre unioni / federazioni di Vita Consacrata, e dai movimenti internazionali dei laici (prima di aprile 2022).
Primo Instrumentum laboris
La Segreteria Generale del Sinodo dei vescovi procederà alla redazione del primo Instrumentum Laboris (prima di settembre 2022). Poi si aprirà la fase continentale (settembre 2022 – marzo 2023). La finalità di questa fase è di dialogare a livello continentale sul testo del primo Instrumentum Laboris, realizzando un ulteriore atto di discernimento alla luce delle particolarità culturali specifiche di ogni continente. La Segreteria Generale del Sinodo pubblicherà e invierà il primo Instrumentum Laboris (nel settembre 2022). Ogni Riunione internazionale di Conferenze Episcopali nominerà a sua volta un responsabile che possa fungere da referente e da collegamento tanto con le Conferenze Episcopali quanto con la Segreteria Generale del Sinodo (prima di settembre 2022).
Discernimento pre-sinodale nelle Assemblee continentali
Si stabiliranno i criteri di partecipazione dei vescovi residenziali e degli altri membri del Popolo di Dio. Le Assemblee termineranno con la redazione di un documento finale, che sarà inviato alla Segreteria Generale (marzo 2023). Contemporaneamente si raccomanda che si svolgano anche assemblee internazionali di specialisti, che possano inviare i loro contributi alla Segreteria Generale.
Secondo Instrumentum laboris
La Segreteria Generale del Sinodo procederà alla redazione del secondo Instrumentum Laboris (prima di giugno 2023) che sarà inviato ai partecipanti all’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. La celebrazione del Sinodo dei Vescovi si terrà infine a Roma, secondo le procedure stabilite nella Costituzione Apostolica Episcopalis Communio, nell’ottobre 2023.