Il Sinodo sulla sinodalità entra nella seconda parte del suo percorso. A distanza di un anno dalla conferenza stampa di presentazione, nuovo incontro in Vaticano con i giornalisti per fare il punto della situazione. E probabilmente l’immagine più significativa l’ha fornita il cardinale Jean Claude Hollerich. Rispondendo a una domanda, l’arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale della XVI Assemblea Ordinaria del Sinodo ha riconosciuto che “nella Chiesa c’è una destra e una sinistra. Ma camminiamo con Cristo e l’importante è guardare Cristo. Se lo guardo, vedo anche gli altri che hanno posizioni magari opposte alle mie”. Perché, appunto, “c’è chi cammina a destra e chi a sinistra, chi avanti e chi indietro. Ma l’importante è camminare con Cristo. Per questo serve una conversione sinodale, che implica che non siamo qui per qualche interesse o idea da forzare ma siamo in ascolto e in discernimento”.
Il Sinodo non è un parlamento
Di fronte alla possibilità di trovarsi davanti proposte dirompenti, infatti, il porporato gesuita aveva chiarito che “non serve uno choc nella Chiesa ma ascoltare cosa dice il popolo di Dio. Un discernimento ecclesiale” che sappia coniugare possibili novità con la tradizione: “Una materia complessa che non si può ridurre a posizioni. Il modello del Sinodo è un modello di consenso ecclesiale: ascoltare lo Spirito e trovare risposte, non è un parlamento dove si vota a maggioranza”.
Al via la fase continentale
Una premessa necessaria per spiegare quello che sta accadendo intorno al percorso avviato da Papa Francesco nello scorso ottobre. Come ha affermato Segretario generale del Sinodo, card. Mario Grech, ci sono stati “due momenti decisivi: la consultazione del Popolo di Dio nelle Chiese particolari ed il discernimento dei Pastori nelle Conferenze episcopali”. Ora “la Segreteria del Sinodo con un Gruppo qualificato di esperti si riunirà a breve per redigere un Documento di sintesi che avvierà la fase continentale. Proprio in questa consultazione si rivela la natura della Chiesa sinodale come «camminare insieme» del Popolo di Dio”.
“A prescindere dei contenuti che emergeranno dalla lettura delle sintesi, le esperienze ascoltate o vissute mostrano una Chiesa viva, bisognosa di autenticità, guarigione e che anela sempre più a essere comunità che celebra e annuncia la gioia del Vangelo, imparando a camminare e a discernere insieme” ha aggiunto il porporato maltese. Che ha anche avvertito che “se tutti sono profeti nel Popolo di Dio, non ogni cosa detta è voce dello Spirito: bisogna cogliere dentro il suono delle voci la voce dello Spirito. Sta qui la funzione del discernimento”.
Chiesa di popolo e Chiesa gerarchica
Come ha chiarito successivamente, è vero che la Chiesa, e particolarmente il vescovo, deve ascoltare il popolo ma anche il popolo deve ascoltare il vescovo, per evitare il rischio di un monologo: “Nessuno deve sentirsi escluso, nessuno deve soffrire perché la sua voce non è ascoltata” ha aggiunto. “Bisogna avere fiducia gli uni degli altri, non contrapponendo una Chiesa di Popolo contro una Chiesa gerarchica e rendendo dinamiche e feconde le relazioni nella Chiesa”.
La novità è una nuova fase di ascolto: “Con i risultati della consultazione del Popolo di Dio e del discernimento delle Conferenze episcopali, la Segreteria del Sinodo sarà in grado di elaborare un Documento di Sintesi che sarebbe potuto diventare l’instrumentum laboris”. Invece, si è deciso di inserire un livello continentale “per garantire ancora di più il rispetto della consultazione del Popolo di Dio. Per evitare che i vari passaggi possano impoverire ciò che lo Spirito ha detto alle Chiese nella consultazione, è stato pensato questo ulteriore momento di discernimento. Le Assemblee continentali sono chiamate a rileggere il Documento prodotto dalla Segreteria del Sinodo, indicando se esprima effettivamente l’orizzonte sinodale emerso nelle Chiese particolari di quel continente”.
I documenti giunti alla Segreteria del Sinodo
Al momento, alla Segreteria del Sinodo sono giunte delle sintesi, che si possono raggruppare in cinque categorie. Sono Conferenze episcopali (oltre cento invii), Chiese orientali cattoliche, Unione Superiori Generali e Unione Internazionale delle Superiori Generali, Dicasteri Vaticani (compresi i nunzi, attraverso la Segreteria di Stato) e “singoli fedeli o gruppi ecclesiali o non ufficialmente riconosciuti dall’autorità ecclesiastica locale. Per questi ultimi in particolare – ha detto Holerich – si tratta di realtà che si sentono “in periferia o ai margini” della vita della Chiesa. Nel ricevere questi contributi abbiamo sempre chiesto che venissero anche spediti ai rispettivi ordinari locali. È stato bello constatate come questi gruppi si sono sentiti interpellati dalla chiamata di Papa Francesco”. Si è trattato in questo caso di un migliaio di interventi.
La Chiesa ti ascolta
Da segnalare anche il progetto pilota “La Chiesa ti ascolta” curato dal Dicastero per la Comunicazione. “Si è trattato di un’attività di ascolto nelle reti sociali realizzata da alcuni influencers. In questo caso sono arrivate circa 110.000 risposte e per una stima di persone coinvolte di circa 20 milioni di persone”.
“Un dialogo ecclesiale senza precedenti nella storia della Chiesa, non solo per la quantità di risposte pervenute o di persone coinvolte ma anche per la qualità della partecipazione” ha affermato Hollerich.
Il nuovo documento
Padre Giacomo Costa, consultore della Segreteria Generale del Sinodo e responsabile della task force per l’elaborazione del Documento per la Tappa Continentale, ha spiegato come tale ulteriore passaggio serva per realizzare concretamente la “prospettiva circolare” del dialogo. A partire dalle sintesi giunte, dal 20 settembre la task force elaborerà un documento che dovrebbe essere pronto entro ottobre. Come ha spiegato Grech, non sarà il solito Instrumentum Laboris ma tornerà “a tutte le diocesi e conferenze episcopali. Non si tratta di ripetere il lavoro dell’anno scorso, ma di confrontarsi attraverso il DTC con l’esperienza delle altre Chiese particolari di tutto il mondo”.
In particolare, indicare “quali intuizioni vanno valorizzate a partire dalla loro prospettiva continentale e quali questioni richiedono di essere affrontate”. A partire dalle sintesi prodotte a livello continentale sarà poi elaborato l’Instrumentum laboris per l’assemblea di ottobre 2023. Al gruppo di lavoro partecipano 25 esperti scelti con criteri geografici, di genere e di collocazione ecclesiale (laici, sacerdoti e religiosi/e).
Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato anche i sottosegretari della Segreteria del Sinodo, suor Nathalie Becquart e mons. Luis Marín de San Martín mentre in collegamento dall’Australia è intervenuta Susan Pascoe, corresponsabile della task force per la Tappa Continentale.