“La campagna ufficialmente finisce ma la missione continua”. Con queste parole il cardinale Luis Antonio G. Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Presidente di Caritas Internationalis, ha presentato la chiusura di “Share the Journey” (Condividi il viaggio), la campagna lanciata il 27 settembre 2017 dopo l’annuncio da parte del Papa nel corso dell’udienza generale. Un’iniziativa che aveva “l’ambizione di creare ponti di speranza tra isola separate dalla paura” ha ricordato il cardinale: “Non solo vedere i migranti ma guardarli con compassione; non sentire la loro voce ma ascoltare le loro storie; non passare oltre ma fermarsi come il Buon Samaritano e vivere momenti di comunione con loro”. Sono i frutti di questa campagna durata quattro anni.
La commozione del cardinale Tagle
Tagle ha ricordato le sue visite in diversi campi di rifugiati in questi anni: a Idomeni, in Grecia; in Libano, dove aveva incontrato i profughi nella Valle della Bekaa, in Giordania, per visitare i rifugiati siriani e ancora in Bangladesh, due volte, per incontrare i Rohingya. Il porporato si è detto felice per l’attenzione loro riservata, ma “allo stesso tempo una parte di me era triste” di fronte a una situazione che non era temporanea.
Poi Tagle si è commosso profondamente ricordando gli incontri con gli sfollati del suo Paese “che portano le ferite della violenza dei conflitti, della povertà, del traffico di esseri umani e dei disastri ambientali. Mi hanno ricordato le mie ‘radici di migrante’. In loro, ho rivisto mio nonno che nacque in Cina ma fu costretto a lasciare la sua terra da giovane con lo zio in cerca di un futuro migliore nelle Filippine. La campagna Share the Journey è stata un grande momento di incontro, solidarietà, e per me di ricordo, e soprattutto un’espressione dell’amore della Chiesa per i migranti”.
Candele virtuali
Il cardinale filippino ha poi acceso una candela virtuale sul sito di Caritas Internationalis dopo che il segretario generale Aloysius John ha spiegato che fino al 20 giugno, giorno di chiusura ufficiale della campagna, sarà possibile visitare il sito lasciando un messaggio di solidarietà, oltre, appunto, ad accendere una candela virtuale. Alla fine, sarà realizzato un libro con i messaggi ricevuti che sarà donato al S. Padre.
L’inizio di una nuova avventura
John ha ricordato come “Share the journey” sia stata una campagna che puntava “a cambiare i cuori, mettendo da parte la paura, e a piantare semi di consapevolezza e di apertura all’altro”. “La fine della campagna – ha proseguito – è un momento per la confederazione per ribadire con convinzione che Caritas continuerà ad accogliere e a viaggiare con i migranti. Questa non è la fine della campagna ma l’inizio di una nuova avventura”.
Diritto a tornare
Oltre alla testimonianza, in collegamento dal Sud Africa, di suor Maria de Lurdes Lodi Rissini, una missionaria che ha raccontato la sua esperienza di accoglienza e integrazione dei migranti nel Paese, ha partecipato all’incontro mons. Bruno-Marie Duffé. Il segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha ricordato le parole del Papa nell’omelia per l’ultima assemblea di Caritas Internationalis: “Carisma di insieme, vuol dire condividere il viaggio”. E si è soffermato in una riflessione in quattro punti. Ha ricordato che i migranti prima di essere migranti sono persone. Ha citato i quattro verbi usati dal Papa per l’azione verso i rifugiati: accogliere, proteggere, assistere, integrare e ha proseguito parlando dei diritti dei migranti.
Infine, si è soffermato sulle cause della migrazione e sull’importanza di “lavorare con i paesi da cui partono i flussi migratori” per rimuoverle, perché, ha concluso, esiste “il diritto all’accoglienza ma anche il diritto a ritornare nella propria terra d’origine”.
Le iniziative
Una nota della Caritas spiega che “l’obiettivo di “Share the Journey” era di creare spazi e opportunità di incontro tra migranti, rifugiati e comunità locali, promuovendo la cultura dell’incontro e della conoscenza reciproca”. Tutto questo ha animato “le 130 iniziative realizzate nell’ambito della campagna globale dalle 162 Caritas nazionali appartenenti alla confederazione ed operanti in tutto il mondo. La campagna ha visto anche il sostegno di altre realtà quali la rete ecumenica Act Alliance e alcuni organismi delle Nazioni Unite come la FAO o l’UNHCR”.
Molte delle attività hanno previsto il Condividere un Pasto (Share the Meal) con dei migranti e rifugiati al fine di conoscerli. Un altro momento che ha scandito la campagna è stata la Marcia di Solidarietà Globale (Global Solidarity Walk) lanciata a Roma dal cardinale Tagle. Caritas ha invitato il mondo a camminare con i migranti e i rifugiati, creando legami di solidarietà con loro. Sinora sono stati percorsi 600.000 chilometri.
Una storia di amicizia
Infine, una bella storia giunge dagli Stati Uniti. Il Catholic Relief Services ha riunito migranti e rifugiati con persone contrarie alla migrazione in un audace servizio fotografico. Lo scopo: discutere delle loro paure e promuovere l’ascolto. E alla fine una giovane donna che sosteneva la dura posizione di Trump sui rifugiati musulmani è divenuta amica di un rifugiato iracheno proprio grazie all’incontro per il servizio fotografico.