“Seguire Cristo nel servizio ai poveri e ai malati è un cammino che riempie l’anima”

Papa riceve in Udienza i Partecipanti al Ordine di Malta

Vatican Media

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco riceve in Udienza i Partecipanti al Capitolo Generale del Sovrano Militare Ordine di Malta e rivolge loro il discorso che pubblichiamo di seguito:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle!

Ringrazio il Cardinale Silvano Tomasi per le sue cortesi parole, e colgo questa occasione per manifestare la mia gratitudine per tutto il lavoro da lui svolto come mio Delegato Speciale, insieme al Gruppo di Lavoro che lo ha accompagnato in questi ultimi anni. Ringrazio Fra’ John Dunlap, Luogotenente di Gran Maestro, per le espressioni di fedeltà e di speranza che mi ha rivolto a nome di tutti voi.

Saluto con piacere le nuove Alte Cariche e i membri del nuovo Sovrano Consiglio, eletto nel corso del Capitolo Generale che avete appena concluso. Da qui riprendete con rinnovato slancio il vostro impegno di tuitio fidei e obsequium pauperum, dando gratuitamente quello che avete gratuitamente ricevuto e testimoniando che seguire Cristo nel servizio ai poveri e ai malati è un cammino che riempie l’anima. Infatti vi permette di incontrare il Signore in ogni volto di fratello nel bisogno, in ogni mano che stringete nell’accoglienza, in ogni circostanza in cui rivivete l’ideale che il Beato Gerardo, vostro fondatore, realizzò donando la sua vita nel servizio dei “Poveri di Nostro Signore”.

Mi ha rallegrato apprendere che le persone nominate lo scorso 3 settembre nel governo provvisorio hanno trovato la fiducia della grande maggioranza dei Capitolari. Essi, provenendo dalle diverse realtà territoriali nei cinque continenti, hanno espresso soddisfazione e dato fiducia a chi ha “traghettato” l’Ordine verso questo nuovo percorso, per applicare fedelmente la nuova Carta Costituzionale e il nuovo Codice Melitense. Sono anche contento di sapere che vi è stata una buona discussione sui temi affrontati. La dialettica certo non sarà mancata, ma, come vi ho scritto nel messaggio che vi ho indirizzato all’inizio del Capitolo Generale, la strada da seguire è quella che ci viene direttamente da Cristo: ut unum sint, affinché il mondo creda (cfr Gv 17,21). Sempre più uniti per rendere testimonianza della vostra fede e dell’appartenenza all’Ordine; sempre più coerenti con la croce ottagona che con fierezza indossate. Sono sicuro che nell’elezione del Gran Maestro troverete una guida sicura, garante dell’unità di tutto l’Ordine, nella fedeltà al Successore di Pietro e alla Chiesa.

Nel Capitolo dei Professi, che ha preceduto il Capitolo Generale, rispondendo al mio invito e a quanto stabilito nella Carta Costituzionale e nel Codice Melitense, avete affrontato il tema della ricostituzione, secondo l’ispirazione originaria, della vita comunitaria e della piena osservanza del voto solenne di povertà. Avete anche valutato concretamente le modalità per il sostentamento della vita comunitaria e l’impegno che a tale riguardo assume l’Ordine. Di questo mi congratulo! Ritengo anche giusta e prudente la scelta di non obbligare alla vita comunitaria chi, emettendo la professione, sapeva di non esservi obbligato, e di affermare al tempo stesso che tutti sono invitati ad
abbracciarla. Pertanto, coloro che faranno la professione solenne da adesso in poi, consapevoli che essa comporta la vita comunitaria, ne assumeranno l’obbligo con piena libertà.

Apprezzo la decisione di riaprire un noviziato e spero che presto se ne potranno aggiungere altri. Prego il Signore, e invito tutti voi a farlo con me, di mandare abbondanti vocazioni al vostro Ordine, non solo per la professione religiosa, ma anche al secondo ceto, primo collaboratore dei professi, e al terzo ceto. Per mantenere in vita tante opere meritorie, è necessario pregare che il Signore mandi “buoni operai”, suscitando vocazioni in ogni ceto, in modo particolare alla professione religiosa, che vive ed esprime in pienezza la vocazione giovannita.

Avete anche affrontato il tema della formazione iniziale e permanente dei membri, indicando alcune linee che potranno favorirne l’attuazione. In particolare, è necessaria un’adeguata formazione dei professi, come pure dei cavalieri del secondo ceto, al senso concreto della promessa di obbedienza emessa. Non va poi trascurata la formazione del terzo ceto, dal quale mi auguro possano nascere solide vocazioni per le diverse dimensioni di servizio nell’Ordine.


Nel Capitolo Generale il mio Delegato Speciale, il Luogotenente di Gran Maestro e le Alte Cariche del governo provvisorio, hanno presentato, ciascuna per le proprie competenze, una relazione dettagliata che vi ha informati sullo stato dell’Ordine. Sia le domande sui diversi temi, sia
le relative risposte, vi permetteranno di proseguire con sempre più vivo slancio nella dedizione alle moltissime opere caritative e umanitarie che portate avanti, con entusiasmo e fervore cristiano.  Infatti, le relazioni delle Alte Cariche, che sono state approvate quasi all’unanimità, costituiranno le linee che per volontà del Capitolo il nuovo governo dovrà seguire, dando ad esse concreta applicazione.

Carissimi, vorrei soffermarmi brevemente sui termini che qualificano il vostro Ordine.

Sovrano. Si tratta di una sovranità del tutto singolare, assunta nel corso dei secoli e confermata per volere dei Papi. Essa vi permette di operare generosi e impegnativi gesti di solidarietà, rendendovi prossimi ai più bisognosi, sotto la tutela giuridica diplomatica internazionale.

Militare. Per la difesa dei pellegrini e dei luoghi santi, oltre che della cristianità, il vostro Ordine ha scritto pagine gloriose. Oggi, quelle gesta lasciano il posto al dialogo interreligioso.  Inoltre, la fede in Cristo e la sequela di Lui vi impegnano nella testimonianza del Vangelo e nella lotta contro tutto ciò che ad esso si oppone.

Ospedaliero. L’Ordine trae origine dal servizio che il Beato Gerardo offriva ai pellegrini a Gerusalemme, nell’Ospedale intitolato a San Giovani Battista, divenuto poi il vostro Patrono. In quel luogo Gerardo, con i primi frati, accoglieva i pellegrini e i bisognosi, prestando loro anche le cure mediche di cui avevano bisogno, e questo lo si ritrova oggi nella pluralità delle vostre opere.

Curando i Signori malati, voi sapete riconoscere in ognuno di loro il volto sofferente di Cristo, qualunque sia la provenienza, la nazionalità, il credo religioso. E allora, quando vi fate prossimi con compassione e tenerezza, voi stessi vi identificate con Gesù, buon samaritano. Non
dimentichiamolo: le opere vanno ben organizzate e gestite, ma soprattutto devono essere segno della carità di Cristo.

Cari fratelli e sorelle, avete scritto una pagina di storia molto importante per l’Ordine di Malta, potete esserne orgogliosi. Vi esorto a restare fedeli a Cristo, Maestro e Signore, ad andare avanti portando in tutto il mondo il suo messaggio di guarigione per chi è malato e di consolazione per chi è afflitto. Di questo un giorno renderemo conto a Dio Padre: l’essere stati suoi fedeli testimoni, prossimi del nostro prossimo, non animati da aspirazioni mondane, ma ardenti nel servizio e nella testimonianza del Risorto.

Di cuore benedico tutti voi, le vostre famiglie, i membri, i dipendenti, i volontari, le persone che assistete e le vostre opere disseminate in tutto il mondo e in tante periferie esistenziali. E vi chiedo per favore: non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!