Papa Francesco incontrerà giovedì 25 novembre, 71 giovani della Comunità Scholas provenienti da 41 Paesi di tutti i Continenti. L’incontro si terrà alle 16, al Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiae,
Parteciperanno giovani tra i 16 e 27 anni, provenienti da diversi contesti socioeconomici. Ci saranno rifugiati, studenti di prestigiose università e giovani esclusi dal sistema educativo. I partecipanti appartengono a diverse culture e fedi religiose: ebraica, musulmana, cristiana, indù, buddista, agnostica e altre. Fino al 28 novembre, condivideranno in presenza le diverse esperienze vissute durante la pandemia e gli insegnamenti appresi nelle loro distinte comunità.
Formazione umana e politica
Il Santo Padre terrà un incontro con i giovani sul mondo che essi immaginano e come convertiranno la loro prospettiva in azioni concrete da mettere in atto al rientro nei loro Paesi. Cinquanta di questi giovani inizieranno un anno di formazione umana e politica ispirata all’enciclica ‘Fratelli Tutti’ con l’obiettivo di creare una risposta che sia al passo con i tempi e inclusiva delle periferie geografiche e sociali.
Incontri con esperti
Alla riunione saranno presenti specialisti delle nuove sfide della politica digitale, della democrazia diretta, delle nuove economie, dell’impatto delle cripto-valute e dell’importanza della connessione tra il mondo virtuale e quello reale. Le conclusioni di queste giornate di lavoro verranno condivise con il Ministro dell’Educazione italiano, Patrizio Bianchi, e con i direttori mondiali di Scholas, José María del Corral e Enrique Palmeyro, al fine di essere pubblicate in futuro.
Scholas è una organizzazione internazionale di Diritto Pontificio presente con la sua rete in 190 paesi. Coinvolge oltre 400.000 centri educativi e raggiunge oltre un milione di bambini e giovani in tutto il mondo. La prima esperienza nacque vent’anni fa a Buenos Aires su iniziativa dell’allora arcivescovo della capitale argentina, Bergoglio. La sua missione è di rispondere alla chiamata a creare la cultura dell’incontro, riunendo i giovani in un’educazione che generi senso.