Sant’Egidio promuove a Roma una Veglia di Preghiera per la Pace nel mondo

Martedì 10 dicembre, alle ore 18.30, nella piazza di Santa Maria in Trastevere

Sant’Egidio

SANT’EGIDIO: IL 10 DICEMBRE VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE NEL MONDONELLA PIAZZA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE

Per la protezione dei popoli colpiti dai conflitti, per la fine di ogni guerra, per allontanare la minaccia nucleare, nella Giornata internazionale dei diritti umani

 

Di fronte al grave allargamento dei conflitti e all’allarmante minaccia di un confronto nucleare, la Comunità di Sant’Egidio promuove a Roma una Veglia di Preghiera per la Pace nel mondo – martedì 10 dicembre, alle ore 18.30, nella piazza di Santa Maria in Trastevere – che verrà presieduta dal Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.


Le guerre in corso, che hanno già provocato indicibili sofferenze alle popolazioni e un enorme numero di vittime civili, stanno arrivando a minacciare la salvezza dell’intera umanità. Lo ripete con forza Papa Francesco chiedendo alla comunità internazionale di porre fine con urgenza ai conflitti e invitando tutti a impegnarsi per la pace:

“Il nostro mondo – ci ha ricordato recentemente – è diviso e lacerato da odio, tensioni, guerre e minacce di un conflitto nucleare. Questa situazione spinge noi, credenti nel Dio della pace, a pregare e a operare per il dialogo, la riconciliazione, la sicurezza e lo sviluppo integrale dell’intera umanità. L’impegno che insieme possiamo dimostrare per la pace ci rende credibili agli occhi del mondo e in particolare delle nuove generazioni”.

Aderiamo a questo appello con una Veglia di Preghiera per la Pace nel mondo, che si svolgerà nella piazza di Santa Maria in Trastevere nella Giornata Internazionale dedicata ai diritti umani. Un appuntamento importante, aperto a tutti, per prendere coscienza della gravità del momento che viviamo e rilanciare con convinzione una necessaria mobilitazione, a diversi livelli, per la fine dei conflitti. Per ridare il futuro a chi l’ha perso per colpa della violenza e delle armi, per contrastare l’assurda riabilitazione della guerra come soluzione dei problemi tra i popoli.