Nato ad Atún alla fine del V secolo, Germán prese i voti e gli fu affidato il monastero di San Sifroniano, che recuperò dalla decadenza. Consigliere del re a Parigi, divenne vescovo della città: il suo monastero fu osservato come modello in tutta la Francia e gli fu dedicato alla sua morte.
Studiò ad Avalon e anche a Luzy guidato da suo cugino Scapilion, che era sacerdote. All’età di 34 anni fu ordinato sacerdote da sant’Agrippino d’Autun e nominato abate di Saint-Symphorien, vicino alla stessa città. La sua virtù caratteristica era l’amore per i poveri, la sua devozione verso gli altri che si manifestava così forte che i suoi monaci si ribellarono, temendo che avrebbe dato via tutto ciò che avevano. Poiché si trovava a Parigi nel 555, quando morì il vescovo Eusebio, Childberto I lo trattenne e, con il consenso unanime del clero e del popolo, fu consacrato alla sede vacante.
Sotto la sua influenza, si dice che il re, che si era dedicato alla vita mondana, si convertì e da allora condusse una vita secondo i valori cristiani. Nel suo nuovo incarico, il vescovo continuò a praticare le virtù e le austerità della sua vita monastica, e si adoperò per diminuire i mali causati dalle guerre incessanti e dalla vita licenziosa dei nobili. Partecipò al terzo e quarto Concilio di Parigi rispettivamente nel 557 e 573, e anche al secondo Concilio di Tours nel 566. Convinse il re a sradicare le pratiche pagane che ancora esistevano nel paese franco, e anche a proibire gli eccessi che venivano eseguite nella maggior parte delle celebrazioni cristiane
Molte delle nostre informazioni su Germano di Parigi provengono da Gregorio di Tours, dalle poesie di Venanzio Fortunato e dalla Vita Germam, composta dallo stesso Fortunato.
Poco dopo l’anno 540, Childeberto pose l’assedio a Saragozza mentre era in guerra con il regno visigoto in Spagna. Gli abitanti del luogo si erano posti sotto la protezione di San Vincenzo Martire. Quando Childeberto lo venne a sapere, perdonò la città e, in segno di gratitudine, il vescovo di Saragozza gli diede la stola del santo. Quando tornò a Parigi, il re ordinò che fosse costruito in periferia un tempio in onore del martire, per custodire lì la reliquia. Il tempio fu completato nell’anno 558 e fu consacrato a San Vincenzo dal vescovo Germán il 23 dicembre dello stesso anno. Quello stesso giorno Childeberto morì.
A Childeberto I successe al trono Clotario I, che ebbe un regno breve. Dopo la sua morte, avvenuta nell’anno 561, la monarchia fu divisa tra i suoi quattro figli, con Charibert nominato re di Parigi. Cariberto era una persona feroce e spietata e il vescovo Germano fu costretto a scomunicarlo nel 568 per la sua immoralità. Cariberto morì nell’anno 570. Il vescovo Germán incontrò grandi difficoltà perché in quel periodo i fratelli di Cariberto si contendevano i suoi possedimenti. Ha lavorato per stabilire la pace, ma con scarso successo. Sigeberto e Chilperico, istigati dalle rispettive mogli, Brunegilda e Fredegonda, iniziarono una guerra interna, e quando Chilperico fu sconfitto, Parigi cadde nelle mani di Sigeberto. Germán scrisse quindi una lettera a Brunegilda (una lettera che sopravvive fino ad oggi) chiedendole di usare la sua influenza per prevenire altre guerre. Tuttavia Sigeberto era ostinato e, nonostante l’avvertimento del vescovo, si preparò ad attaccare Chilperico a Tournai, dove si era nascosto, ma Fredegonda lo fece assassinare sulla strada per Vitry nel 575.
Mons. Germán morì l’anno successivo, prima che la pace fosse ristabilita. Le sue spoglie furono sepolte nella cappella di Saint Symphorien nel tempio di Saint Vincent, ma nel 754 le sue reliquie furono trasferite nell’edificio principale del tempio, alla presenza di Pipino il Breve e di suo figlio Carlo Magno, allora figlio di sette anni. Da quel momento in poi, il tempio divenne l’Abbazia di Saint-Germain-des-Prés, poiché vicino a questo tempio fu costruito un monastero.
I suoi abati ebbero giurisdizione spirituale e temporale sul territorio di Saint-Germain fino al 1670 circa. Il tempio fu spesso saccheggiato e incendiato dai Normanni nel IX secolo. Fu ricostruita nel 1014 e consacrata da papa Alessandro III nel 1163.
Oltre alla lettera sopra citata, si conserva anche un trattato sull’antica liturgia gallica, attribuito a san Germano. La sua festa si celebra il 28 maggio.