Il paesaggio è quello famoso della campagna della Toscana, non lontano da Arezzo. C’è chi dice che il background della celebre “Monna Lisa” di Leonardo da Vinci sia proprio la vista goduta da chi si affaccia dalle finestre di Rondine, nel parco naturale di Ponte Buriano. Il luogo è un piccolo borgo stretto attorno ad un castello risalente all’XI secolo. Nel 1977 era sul punto di crollare, quando un gruppo di giovani della zona arrivò a Rondine armato di pala e piccone, per ridare vita a quegli edifici. Il leader di quei giovani, Franco Vaccari, aveva a quel tempo 24 anni. Nato ad Arezzo, psicologo e docente di materie psicologiche, grande sostenitore della causa della pace, del dialogo tra i popoli e dell’educazione dei giovani, a chi gli chiede quale fosse il suo intento risponde semplicemente “cercare un luogo per fare una esperienza di comunità aperto ai giovani e ai poveri”. La prima fonte di ispirazione era anzitutto Giorgio La Pira (1904–1977), il cosiddetto “sindaco santo” di Firenze per il suo impegno per i poveri e per la pace nel mondo.
Il sogno di Vaccari
Oggi Vaccari ha 69 anni e un lungo curriculum di riconoscimenti non solo professionali. E Rondine è diventata un’organizzazione internazionale, “Rondine Cittadella della pace”, impegnata contro ogni conflitto armato e nel diffondere il proprio metodo di trasformazione “creativa” di qualsiasi conflitto, da quelli interpersonali a quelli globali.
Le antiche case di Rondine ospitano giovani di tutto il mondo, provenienti in particolare da paesi in conflitto tra loro, che trascorrono lì un periodo di due anni, studiando all’Università e seguendo un articolato percorso formativo. In 23 anni di attività Rondine ha formato così almeno 200 leaders di pace, fino all’emergenza Covid.
I panni sporchi
I primi ospiti, nel 1997, furono tre ragazzi ceceni e due russi, tre anni dopo la guerra nel Caucaso tra Russia e Cecenia, appunto. Non fu un inizio facile. Franco Vaccari ricorda ancora un duro scontro, di notte, coi ragazzi ceceni. “Vogliamo andarcene”. “Perché?”. “Perché non vogliamo usare la stessa lavatrice dei russi! Non vogliamo lavare i vestiti nella loro acqua sporca!”. “Dopo un anno di belle dichiarazioni sulla pace volete andarvene per una lavatrice?”. “Sì, se non ci dà un’altra lavatrice”. “E allora andate, se è quel che volete. Rondine non è fatta per dichiarazioni pubbliche di pace. Rondine è fatta per chi è pronto a lavare i vestiti nell’acqua sporca del nemico”.
Formare una mentalità di pace
Vaccari però non si scoraggiò. Qualche anno dopo arrivarono un altro ceceno e un russo, e divennero tanto amici da avviare poi insieme una società di import-export di pellami. Anche se insomma il lieto fine non è sempre garantito, ci sono ragazzi che “conservano ricordi così belli che tornano poi a visitarci di nuovo. Sono imprenditori, insegnanti, giornalisti, politici… Un giovane è diventato il vice-ministro degli esteri della Abkhazia. Noi non vogliamo reclutare attivisti pacifisti; vogliamo formare persone che poi si impegneranno a diffondere una mentalità di pace qualunque mestiere faranno poi”, dice Vaccari.
Quanto alla vita quotidiana a Rondine, è molto sobria. Camere a due letti, spazi comuni per lo studio e per i pasti. Si parla italiano, che tutti devono imparare, proprio per fare incontrare i giovani di popoli divisi da inimicizia tramite una lingua nuova. E il cibo servito è scelto nel rispetto delle regole della religione di ogni ospite.
Il ruolo della religione
La Cittadella di Rondine gode dell’amicizia e del sostegno della Chiesa cattolica, dalla diocesi di Arezzo alla Santa Sede. I suoi giovani ospiti però non sono tutti cattolici né cristiani. L’argomento religione non è censurato a Rondine: “Noi parliamo di Dio come tutti dovrebbero parlare sempre di Lui, come fonte di ispirazione e di pace. Perché chi usa la religione per fare una guerra commette un sacrilegio”.
Grazie al contributo di donatori e benefattori, la “Cittadella della pace” può accogliere anche giovani senza mezzi economici. E la bellezza del paesaggio e della storia del luogo sono un grande aiuto: “i giovani ci dicono: che fortuna è vivere in Toscana!’. Abbiamo messo il meglio della Toscana al servizio del mondo e della pace”, dice Franco Vaccari con orgoglio.
Campagna globale
L’incontro con Vaccari è avvenuto nel contesto della presentazione, nella sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, della campagna globale Leaders for Peace al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
L’iniziativa risponde alla necessità di realizzare un gesto concreto per diffondere una cultura di pace e ha l’obiettivo di riportare l’attenzione sul messaggio dei giovani che hanno vissuto sulla propria pelle l’odio, il conflitto armato, l’inganno del nemico, ma che a Rondine, attraverso il Metodo Rondine, hanno saputo trasformare. Vecchi conflitti che la pandemia sembra aver pericolosamente riportato sullo scenario internazionale, ma anche conflitti del tutto nuovi che lacerano la società globale.
L’appello
Per questo i giovani di Rondine oggi tornano a chiedere agli Stati di sottoscrivere l’Appello di Pace della campagna Leaders for Peace: per un impegno concreto nella formazione di giovani leader di pace, in grado di intervenire nei principali contesti di conflitto nel mondo; ma anche per l’inserimento dell’insegnamento e l’educazione ai diritti umani nei sistemi d’istruzione nazionali, integrati con le sperimentazioni del Metodo Rondine sulla trasformazione creativa dei conflitti, che ha permesso loro di diventare ambasciatori di pace.
Insieme a loro, anche i partecipanti al progetto Mediterraneo Frontiera di Pace, sostenuto dalla Cei e realizzato in collaborazione con Caritas Italiana e Rondine Cittadella della Pace, che li chiama a ideare progetti di impatto sociale nelle proprie diocesi, collaborando per sviluppare azioni di networking in tutto il Mediterraneo.