Oggi pomeriggio ha avuto luogo un incontro del Consiglio dei Cardinali, che si è svolto online per via della situazione sanitaria. Dai rispettivi paesi di residenza si sono collegati le loro Eminenze i Cardinali Óscar A. Rodríguez Maradiaga, S.D.B., Reinhard Marx, Seán Patrick O’Malley, O.F.M. Cap., Oswald Gracias, e Fridolin Ambongo Besungu, O.F.M. Cap., mentre dal Vaticano si sono connessi gli Em.mi Cardinali Pietro Parolin e Giuseppe Bertello e il Segretario del Consiglio, S.E. Mons. Marco Mellino. Il Santo Padre ha seguito i lavori, collegandosi da Casa Santa Marta.
Le conseguenze della pandemia
Durante l’incontro, dopo il saluto di Papa Francesco, sono stati discussi alcuni temi di ordine corrente. Ciascun cardinale ha descritto anche la situazione della propria regione, le conseguenze economiche e sociali della pandemia e l’impegno della Chiesa a favore della salute, della ripresa economica e il sostegno offerto ai più bisognosi.
Ritocchi alla riforma della Curia
Successivamente i membri del Consiglio hanno discusso la metodologia di lavoro che dovrà essere implementata per la revisione e correzione di alcuni testi normativi a seguito della futura entrata in vigore della prossima Costituzione Apostolica sulla riforma della Curia, così come delle ulteriori prospettive aperte dal testo in elaborazione. Il prossimo incontro del Consiglio dei Cardinali è fissato per il mese di giugno.
L’atteso completamento della riforma della Curia sembra aver subito un rallentamento a causa della pandemia. Tuttavia, come aveva spiegato il S. Padre nel suo discorso per gli auguri natalizi alla Curia dello scorso dicembre, “si deve smettere di pensare alla riforma della Chiesa come a un rattoppo di un vestito vecchio, o alla semplice stesura di una nuova Costituzione Apostolica. La riforma della Chiesa è un’altra cosa”. E servirà tutto il tempo necessario. “Noi – aveva aggiunto il Papa – non siamo chiamati a cambiare o riformare il Corpo di Cristo – Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre – ma siamo chiamati a rivestire con un vestito nuovo quel medesimo Corpo, affinché appaia chiaramente che la Grazia posseduta non viene da noi ma da Dio”.