Mons. Enrique Díaz Díaz condivide con i lettori di Exaudi la sua riflessione sul Vangelo di questa domenica, 18 febbraio 2024, dal titolo: “Scoprici, Signore, le tue vie”
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Genesi 9,8-15: “Metterò il mio arcobaleno nel cielo in segno della mia alleanza con la terra”
Salmo 24: “Rivelaci, Signore, le tue vie”
I Pietro 3,18-22: “L’acqua del diluvio è simbolo del battesimo che li salva”
San Marco 1,12-15: “Fu tentato da Satana e gli angeli lo servirono”
Quest’anno la Quaresima ci sorprende molto presto: tempo di conversione, tempo di silenzio, tempo di cambiamento. Papa Francesco nel suo messaggio ci invita a fare della Quaresima quel tempo speciale che Dio ci concede, un tempo di riflessione, di “deserto”, dove il popolo di Israele porta ancora nella mente la schiavitù dell’Egitto da cui non riesce a liberarsi, suo malgrado disgrazie. Il Papa ci dice: “La Quaresima è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere – come annuncia il profeta Osea – il luogo del primo amore (cfr Os 2,16-17). Dio educa il suo popolo ad abbandonare la schiavitù e a sperimentare il passaggio dalla morte alla vita. Come un marito, ci attira a sé e sussurra parole d’amore nei nostri cuori”.
Nella tradizione biblica troviamo questi due significati del deserto: in primo luogo, esso si manifesta come luogo di purificazione, solitudine e raccoglimento, che aiuta un cambiamento interiore. D’altra parte, ci viene presentato anche, come ci fa riflettere il Papa, come il luogo della riconciliazione e dell’incontro dove la persona amata viene portata per dimostrarle tutto il suo amore. La Quaresima avrebbe per ciascuno di noi questi due significati profondi. Trova un momento di silenzio interiore dove ritroviamo noi stessi, dove possiamo riconoscere ciò che c’è nel nostro cuore, dove affrontiamo le nostre stesse paure… Come cambiamo quando incontriamo noi stessi! Recentemente un amico mi ha detto che, non essendo mai stato gravemente malato, non sapeva cosa volesse dire stare in ospedale. Una delle sue esperienze più forti è stata quando lo hanno spogliato dei suoi vestiti, lo hanno lasciato nudo e gli hanno messo solo una di quelle “vesti” verdi e sterilizzate che si danno ai malati. “Era come se una parte di me fosse stata strappata via.” Gli ho detto che è il contrario: «È come se ti facessero ritrovare te stesso, come sei veramente: senza vestiti, senza titoli, senza apparenze…». Ecco, in parte questo è la Quaresima e il significato del deserto: spogliarci di tutto ciò che è esteriore e presentarci come realmente siamo davanti a Dio.
Ma anche il deserto in diversi brani biblici appare come il luogo dove si può esprimere quell’amore di riconciliazione. Ci dice in Osea che il Signore cercherà la sua “amata” per liberarla dalle sue infedeltà e, sebbene si sia prostituita, “ma io la sedurrò, la porterò nel deserto e le parlerò cuore” (Os 2,16) per ricordarla e recuperare prima l’amore, per riprendere il matrimonio stabilito, per riprenderla come sua sposa per sempre: «Ti sposerò a me nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella compassione, nella fedeltà» (Os 2,21). Deserto e Quaresima hanno questa esperienza forte dell’amore di Dio che è fedele nonostante le nostre infedeltà, che rimane saldo e che ci chiama a recuperare prima l’amore.
Ma il deserto è anche il luogo delle tentazioni. È significativo che il versetto che precede questa piccola pericope sia il battesimo di Gesù e che san Marco ci dica che «subito lo Spirito spinse Gesù a ritirarsi nel deserto». Nel deserto Gesù potrà assaporare la gioia di essere Figlio di Dio espressa nel battesimo, ma anche nel deserto sperimenterà la tentazione. Questa vicinanza di grandezza e miseria sconcerta molti cristiani. Vorremmo che una volta provata la nostra dedizione al Signore, non ci siano tentazioni o ritorni indietro, ma il cammino sia pieno di cadute, lotte, incontri e disaccordi. San Marco, a differenza di Luca e Matteo, non ci dice quali tentazioni ha subito Gesù e ci lascia ampio campo per immaginare le nostre stesse tentazioni. Quali sono le tentazioni che ci fanno dimenticare l’amore di Dio e l’amore del prossimo? Dovremmo iniziare con la facilità con cui adattiamo il Vangelo ai nostri interessi. Ascoltiamo la Parola, ma purché non ci preoccupi e non ci disturbi troppo, purché sia conforme al nostro modo di vivere e non metta in discussione i nostri egoismi e le nostre ingiustizie. Accogliamo l’idea di un Dio gradevole e benevolo, ma non accettiamo un Dio che mette in discussione la nostra vita, che ci chiede giustizia con il nostro fratello, che rifiuta la nostra corruzione e le nostre tangenti. Siamo tentati di cercare un Dio che ci piaccia, che ci piaccia, che copra le nostre lacune, non un Dio che ci salvi, un Dio che sia padre di tutti allo stesso modo, che ci inviti ed esige da noi la fraternità.
Giovanni è in carcere e Gesù sembra continuare la sua missione. Ma, sebbene la predicazione e la missione del Battista continui, essa lascia percepire una grande differenza: il Battista predicava la conversione, è vero, ma ora Gesù lo fa con maggiore urgenza, poiché il tempo è compiuto e il Regno di Dio è già vicino. Inoltre, la conversione si concretizza in un atteggiamento positivo, non solo pentimento, ma cambiamento drastico di vita, poiché ora dobbiamo credere al Vangelo. Possiamo iniziare così questo nuovo periodo dell’anno: cercando di cambiare (metánoia), cambiare il cuore, la mente, i modi di agire, ma per qualcosa di molto positivo: credere nella Buona Novella, credere nel Vangelo, credere saldamente in Gesù. È il senso della Quaresima: lasciare le nostre tentazioni, le nostre sicurezze e le nostre miserie, per lanciarci alla sequela di Gesù. Facciamo di questo tempo di Quaresima qualcosa di nuovo, un tempo straordinario di sequela, di sequela e di apprendimento insieme a Gesù.
A cosa ci chiama concretamente Gesù in questa Quaresima? Come cerchiamo momenti di deserto per ritrovarci nella solitudine? Sperimentare quell’amore incondizionato di Dio ci porta al pentimento e alla conversione? Quali atteggiamenti dovremmo cambiare?
Concedici, Padre buono, di sperimentare in questo tempo di Quaresima il tuo amore incondizionato in modo tale che ci aiuti a progredire nella conoscenza e nella sequela di tuo Figlio Gesù. Amen.