Mons. Enrique Díaz Díaz condivide con i lettori di Exaudi la sua riflessione sul Vangelo di questa domenica, 5 maggio 2024, dal titolo: “Il Signore ci ha mostrato il suo amore e la sua fedeltà”.
***
Atti 15, 25-26. 34-35. 44-48: “Il dono dello Spirito Santo è stato effuso anche sui pagani”
Salmo 97: “Il Signore ci ha mostrato il suo amore e la sua fedeltà”
I San Giovanni 4,7-10: “Dio è amore”
San Giovanni 15,9-17: “Nessuno ha un amore più grande per i suoi amici di colui che dà la vita per loro”
C’è gente che, non essendo cresciuta cattolica, arriva a chiedersi quali sarebbero i requisiti e gli obblighi principali di un convertito. Immaginano molti requisiti e molti obblighi. Allora mi piace citare questo brano di Gesù ed evidenziare le sue parole: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Così semplice e così grande!
Forse ci crea confusione perché abbiamo inteso l’amore come un sentimento che sgorga spontaneamente dal cuore e diciamo addirittura che il cuore non comanda. È vero, se si intende l’amore solo come passione, come sentirsi belli, come attrazione. Ma Gesù ci insegna che l’amore può essere vissuto come una decisione, un’opzione che va ben oltre l’attrazione. Ce lo insegna con la sua vita e con il suo atteggiamento, con l’amore che ha per ciascuno di noi. Non c’è motivo perché lui ci ami, non abbiamo fatto nulla per meritare il suo amore… a volte abbiamo fatto anche il contrario, eppure lui ci ama. E questo è l’amore che ci chiede. Non è l’amore facile e mellifluo del piacere, ma l’amore della decisione, della dedizione, dell’impegno. È quell’amore che supera le difficoltà della convivenza e si fonda sulla decisione di cercare sempre il bene dell’altro. Non può degenerare in quell’amore geloso e possessivo e nella punizione per ciò che stiamo dando. È il fallimento di tanti amanti, genitori, educatori: l’amore è donato, ma condizionato dall’essere amati. L’amore di Gesù è incondizionato e ci propone di amare come Lui. Quell’amore può rompere anche le barriere dell’odio, delle differenze, delle convenienze. Oggi possiamo immergerci in quell’amore che Gesù ha per noi e che ci assicura di offrirci gratuitamente, come amici ai quali viene comunicato tutto ciò che è nel cuore.
Come se ci svelasse il grande segreto, Gesù ci assicura che il motivo ultimo che lo ha spinto per tutta la sua vita è l’amore. L’inizio è l’amore del Padre: “Come il Padre ama me, così anch’io amo voi”. Sua è l’iniziativa, poiché Egli ama e manda gratuitamente il suo Figlio. Il suo amore gli dà identità e missione. Il Figlio è così pieno di amore che diventa volto visibile e calore umano perché possiamo guardarlo, sperimentarlo e toccarlo. È come un grande circuito che inizia con l’amore del Padre, che continua con Gesù stesso, ci abbraccia con il suo amore, ci spinge ad amarci gli uni gli altri, e di nuovo ritorna nell’ambito d’amore del Padre. È un comandamento, è vero, ma molto più che un comandamento è l’esperienza di sentirsi amati e di non poter affogare dentro di sé quella forza che Gesù stesso ispira e dona. Molto lontano dagli amori egoistici e interessati in cui noi umani ordinariamente ci muoviamo. Questo grande amore non crea servi, non schiavizza, libera e dona la vita.
Qualsiasi amore che schiavizza non è vero amore. La sottomissione e la lotta di coppia dove uno dei due finisce per spersonalizzarsi non è amore. Manipolare gli amici per i propri interessi, scopi commerciali o politici non è amore. L’amore non è l’attrazione irresistibile della passione sessuale che, una volta sazia, lascia orfana la persona utilizzata. Qualsiasi espressione che schiavizza, che domina, che riduce le persone in servitù, non è amore. Gesù ne è ben consapevole e per questo afferma: “Voi siete miei amici. Non servi, amici perché vi ho fatto conoscere tutto ciò che ho udito dal Padre mio”. L’amicizia e l’amore si basano sulla fiducia, sul dialogo, sulla conoscenza e sul rispetto reciproco.
Il pensiero di Gesù è chiaro: se non c’è amore, non c’è vita. Chi ama trova un senso nella sua vita. E quando Gesù si offre a noi come modello, allarga i nostri orizzonti. Non si limita alla nostra meschina ricerca dell’amore basata sulla convenienza, sulla bellezza e sulla grazia. Si basa sulla gratuità come dono. Non cerca un viso gradevole o un corpo attraente, ci ama liberamente e generosamente: “Non sei tu che mi hai scelto”. Lui ci ha scelto e oggi dobbiamo scoprirci amati da Dio nel volto concreto di Gesù, nella sua dedizione, nel suo perdono e nella sua instancabile ricerca quando non siamo al suo fianco. Oggi mi lascio impregnare di questo amore, mi assorbi nella sua gioia e mi preparo anch’io ad amare. Chi ha un cuore pieno d’amore lo trasmette agli altri. Se così non fosse, è una bugia che amiamo. È il segno più bello che siamo cristiani e somigliamo a Dio perché Dio è amore. L’amore che ci diamo sarà un pallido riflesso dell’amore che Dio ha per noi.
Il vero amore produce gioia e il discepolo, sapendosi amato, manifesterà una grande gioia. La gioia è il sorriso di Dio nella nostra vita. Gli “amati di Dio” con i volti avvizziti, gli atteggiamenti negativi e i sentimenti pessimistici non vengono compresi. Se Dio mi ama, perché dovrei essere triste? Certo la vera gioia non è facile, siamo abituati alle risate facili e alla gioia superficiale. Ciò che Gesù ci propone è quella felicità che si trova nel profondo di noi, perché ci riconosciamo amati da Dio e perché vogliamo rendere tutti partecipi di quella stessa felicità. Al contrario, il mondo ci offre una gioia che nasce dal dolore degli altri e dalla certezza che gli altri non possono avere quello che abbiamo noi. L’amore di Gesù è contagioso ed è per questo che è felice solo chi fa un mondo più felice, solo chi conosce la gioia, chi sa donarla; Solo chi è capace di donare la vita ha la vita vera, e solo chi ama si sente amico, non schiavo. Oggi mi lascio invadere da questo amore e rivedo com’è il mio amore per gli altri.
Dio, nostro Padre, che in Gesù di Nazareth, nostro fratello, ci hai mostrato il tuo amore, gratuito e universale, donaci di sperimentare questo grande amore e di renderlo vita per i nostri fratelli. Amen.
Riflessione di Mons. Enrique Díaz: “Il Signore ci ha mostrato il suo amore e la sua fedeltà”
VI domenica di Pasqua
Mons. Enrique Díaz Díaz condivide con i lettori di Exaudi la sua riflessione sul Vangelo di questa domenica, 5 maggio 2024, dal titolo: “Il Signore ci ha mostrato il suo amore e la sua fedeltà”.
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Atti 15, 25-26. 34-35. 44-48: “Il dono dello Spirito Santo è stato effuso anche sui pagani”
Salmo 97: “Il Signore ci ha mostrato il suo amore e la sua fedeltà”
I San Giovanni 4,7-10: “Dio è amore”
San Giovanni 15,9-17: “Nessuno ha un amore più grande per i suoi amici di colui che dà la vita per loro”
C’è gente che, non essendo cresciuta cattolica, arriva a chiedersi quali sarebbero i requisiti e gli obblighi principali di un convertito. Immaginano molti requisiti e molti obblighi. Allora mi piace citare questo brano di Gesù ed evidenziare le sue parole: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Così semplice e così grande!
Forse ci crea confusione perché abbiamo inteso l’amore come un sentimento che sgorga spontaneamente dal cuore e diciamo addirittura che il cuore non comanda. È vero, se si intende l’amore solo come passione, come sentirsi belli, come attrazione. Ma Gesù ci insegna che l’amore può essere vissuto come una decisione, un’opzione che va ben oltre l’attrazione. Ce lo insegna con la sua vita e con il suo atteggiamento, con l’amore che ha per ciascuno di noi. Non c’è motivo perché lui ci ami, non abbiamo fatto nulla per meritare il suo amore… a volte abbiamo fatto anche il contrario, eppure lui ci ama. E questo è l’amore che ci chiede. Non è l’amore facile e mellifluo del piacere, ma l’amore della decisione, della dedizione, dell’impegno. È quell’amore che supera le difficoltà della convivenza e si fonda sulla decisione di cercare sempre il bene dell’altro. Non può degenerare in quell’amore geloso e possessivo e nella punizione per ciò che stiamo dando. È il fallimento di tanti amanti, genitori, educatori: l’amore è donato, ma condizionato dall’essere amati. L’amore di Gesù è incondizionato e ci propone di amare come Lui. Quell’amore può rompere anche le barriere dell’odio, delle differenze, delle convenienze. Oggi possiamo immergerci in quell’amore che Gesù ha per noi e che ci assicura di offrirci gratuitamente, come amici ai quali viene comunicato tutto ciò che è nel cuore.
Come se ci svelasse il grande segreto, Gesù ci assicura che il motivo ultimo che lo ha spinto per tutta la sua vita è l’amore. L’inizio è l’amore del Padre: “Come il Padre ama me, così anch’io amo voi”. Sua è l’iniziativa, poiché Egli ama e manda gratuitamente il suo Figlio. Il suo amore gli dà identità e missione. Il Figlio è così pieno di amore che diventa volto visibile e calore umano perché possiamo guardarlo, sperimentarlo e toccarlo. È come un grande circuito che inizia con l’amore del Padre, che continua con Gesù stesso, ci abbraccia con il suo amore, ci spinge ad amarci gli uni gli altri, e di nuovo ritorna nell’ambito d’amore del Padre. È un comandamento, è vero, ma molto più che un comandamento è l’esperienza di sentirsi amati e di non poter affogare dentro di sé quella forza che Gesù stesso ispira e dona. Molto lontano dagli amori egoistici e interessati in cui noi umani ordinariamente ci muoviamo. Questo grande amore non crea servi, non schiavizza, libera e dona la vita.
Qualsiasi amore che schiavizza non è vero amore. La sottomissione e la lotta di coppia dove uno dei due finisce per spersonalizzarsi non è amore. Manipolare gli amici per i propri interessi, scopi commerciali o politici non è amore. L’amore non è l’attrazione irresistibile della passione sessuale che, una volta sazia, lascia orfana la persona utilizzata. Qualsiasi espressione che schiavizza, che domina, che riduce le persone in servitù, non è amore. Gesù ne è ben consapevole e per questo afferma: “Voi siete miei amici. Non servi, amici perché vi ho fatto conoscere tutto ciò che ho udito dal Padre mio”. L’amicizia e l’amore si basano sulla fiducia, sul dialogo, sulla conoscenza e sul rispetto reciproco.
Il pensiero di Gesù è chiaro: se non c’è amore, non c’è vita. Chi ama trova un senso nella sua vita. E quando Gesù si offre a noi come modello, allarga i nostri orizzonti. Non si limita alla nostra meschina ricerca dell’amore basata sulla convenienza, sulla bellezza e sulla grazia. Si basa sulla gratuità come dono. Non cerca un viso gradevole o un corpo attraente, ci ama liberamente e generosamente: “Non sei tu che mi hai scelto”. Lui ci ha scelto e oggi dobbiamo scoprirci amati da Dio nel volto concreto di Gesù, nella sua dedizione, nel suo perdono e nella sua instancabile ricerca quando non siamo al suo fianco. Oggi mi lascio impregnare di questo amore, mi assorbi nella sua gioia e mi preparo anch’io ad amare. Chi ha un cuore pieno d’amore lo trasmette agli altri. Se così non fosse, è una bugia che amiamo. È il segno più bello che siamo cristiani e somigliamo a Dio perché Dio è amore. L’amore che ci diamo sarà un pallido riflesso dell’amore che Dio ha per noi.
Il vero amore produce gioia e il discepolo, sapendosi amato, manifesterà una grande gioia. La gioia è il sorriso di Dio nella nostra vita. Gli “amati di Dio” con i volti avvizziti, gli atteggiamenti negativi e i sentimenti pessimistici non vengono compresi. Se Dio mi ama, perché dovrei essere triste? Certo la vera gioia non è facile, siamo abituati alle risate facili e alla gioia superficiale. Ciò che Gesù ci propone è quella felicità che si trova nel profondo di noi, perché ci riconosciamo amati da Dio e perché vogliamo rendere tutti partecipi di quella stessa felicità. Al contrario, il mondo ci offre una gioia che nasce dal dolore degli altri e dalla certezza che gli altri non possono avere quello che abbiamo noi. L’amore di Gesù è contagioso ed è per questo che è felice solo chi fa un mondo più felice, solo chi conosce la gioia, chi sa donarla; Solo chi è capace di donare la vita ha la vita vera, e solo chi ama si sente amico, non schiavo. Oggi mi lascio invadere da questo amore e rivedo com’è il mio amore per gli altri.
Dio, nostro Padre, che in Gesù di Nazareth, nostro fratello, ci hai mostrato il tuo amore, gratuito e universale, donaci di sperimentare questo grande amore e di renderlo vita per i nostri fratelli. Amen.
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