Mons. Enrique Díaz Díaz condivide con i lettori di Exaudi la sua riflessione sul Vangelo di questa domenica, 6 ottobre 2024, dal titolo: “I due saranno una sola carne”.
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Genesi 2,18-24: “I due diventeranno una sola carne”
Salmo 127: “Beato chi teme il Signore”
Ebrei 2,8-11: “Il santificatore e coloro che sono santificati hanno la stessa condizione”
San Marco 10,2-16: “Ciò che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi”
Ha senso il matrimonio oggi? Nel mezzo degli attuali cambiamenti globali, ci sono ampi settori che continuano a riconoscere il valore della famiglia nel mondo come elemento fondamentale per una società più sana e vigorosa, inevitabile creatore di valori nell’educazione dei figli. Dobbiamo però riconoscere la grave crisi che attraversano la famiglia e il matrimonio. Fenomeni come la povertà, l’individualismo, i ritmi di vita odierni, lo stress, il lavoro e i trasferimenti; una concezione ambigua della libertà e la difficoltà di acquisire impegni solidi; Oltre a un’incessante lotta legale e sociale per attuare l’ideologia di genere, hanno causato gravi danni alla famiglia. Qualcuno mi ha già detto: “Adesso nessuno vuole sposarsi”.
La domanda dei farisei non aspetta una risposta, ma cerca piuttosto un motivo di accusa, vogliono mettere alla prova Gesù, e quale modo migliore se non metterlo su una questione scottante, allora come oggi: il divorzio. Si basava su una prescrizione del Deuteronomio (24, 1-4) che voleva tutelare la donna e garantire loro una certa libertà, ma che, col tempo, in una società sessista, era diventata un’arma per gli uomini e gli veniva concesso il divorzio molto facilmente e denigrare le donne. I motivi per licenziarla erano ridicoli: se la donna aveva lasciato bruciare il cibo, se l’uomo aveva trovato un’altra donna più attraente, oppure ragioni più forti come il caso dell’adulterio della donna. Oggi aggiungeremmo molti altri motivi di divorzi a vapore che si preparano in pochi giorni, che lasciano uomini e donne in una angosciante solitudine e che provocano grande confusione nei loro figli. Le discussioni si concentrano su ciò che sarebbe meglio: un ambiente di aggressività, mancanza di rispetto, disinteresse reciproco o una separazione dolorosa, in cui tutti sono lasciati soli.
La risposta di Gesù non intende salvare il matrimonio ricorrendo a cavilli legali o condannando chi si trova in situazioni così difficili. Gesù ripropone il matrimonio così come era presentato all’alba della creazione. Il progetto divino riguardo al matrimonio è un progetto di amore, di vita, di armonia, di luce e di unità. L’incontro dell’uomo e della donna è il faccia a faccia di due soggetti di pari dignità, ciascuno “insufficiente”, ma che si completa pienamente nel dono di sé, nella donazione reciproca per la gioia dell’altro. L’amore che realizza la persona è indissolubile, ma non nella trappola di un obbligo esterno, bensì in una sorta di bisogno interiore. Purtroppo, invece del grido di gioia di Adamo: “Egli è, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne”, come canto iniziale di apertura e di incontro, ora presentano a Gesù la richiesta di “un certificato di divorzio” se questo potesse guarire il cuore ferito dell’essere che non è più amato. La poesia spontanea delle origini svanisce per lasciare il posto alle norme giuridiche; la gratuità si trasforma in calcolo ed egoismo.
Nella prima lettura, la Genesi ci afferma: «Non è bene che l’uomo sia solo», e ci presenta Dio preoccupato di fornirgli un simile aiuto. Gli aveva offerto le meraviglie del suo giardino e tutta la grandezza dell’universo, ma l’uomo aveva bisogno di qualcuno pari a lui. L’uomo in uno stato di separazione non può godere della propria felicità. Quando Cristo dà la risposta ai farisei, intende ritrovare l’unità e l’armonia perduta; l’uomo non deve separarsi dal progetto divino; Non cerca ragioni legali, ma piuttosto situa la questione in una prospettiva più profonda. Non si tratta di casistica, ma di ragioni del cuore: “Per la durezza del cuore…” La durezza del cuore è ciò che non ci permette di aprirci al partner, la durezza del cuore è ciò che costringe l’altro ad accogliere i nostri capricci. La durezza del cuore è ciò che porta a calcoli e vantaggi personali. E Gesù stesso viene preso come esempio (seconda lettura) e offre una soluzione a questo problema: la passione di Cristo, che è via verso la gloria, ci ricorda il prezzo della fedeltà. Quando parliamo di amore, secondo lo stile cristiano, non possiamo togliere dalla nostra mente l’immagine del Crocifisso che ha fatto se stesso fino al dono totale.
Su questa strada del vero amore abbiamo ancora molta strada da fare. Al matrimonio si arriva senza una preparazione sufficiente e senza l’impegno di una dedizione totale. Sono molte le condizioni che rendono facile abbandonare i sogni comuni perché le ambizioni personali non sono state soddisfatte. Sono molti quelli che abbandonano prima di aver lottato. Ma come Chiesa ci manca anche molta più comprensione e sostegno per coloro che, per un motivo o per l’altro, hanno sofferto una separazione straziante e dolorosa e che non riescono a trovare una via d’uscita. Gesù ha per loro una parola di amore e di incoraggiamento e non li lascia mai soli. Gesù accompagna il suo cammino. Dovremo cercare diligentemente e coraggiosamente modi che rendano meno dura quella solitudine.
Oggi, come ogni domenica, abbiamo tante domande rimaste nel nostro cuore: cosa dice Gesù guardando le nostre famiglie, le coppie e il modo in cui ci relazioniamo? Che parola ci diresti riguardo al divorzio? Non esistono divorzi di fatto, anche se si continua a vivere sotto lo stesso tetto? Quale atteggiamento assumerebbe Gesù con coloro che sono divorziati o separati? Come dovrebbero vivere la loro solitudine? Come possiamo accompagnarli?
Padre buono, che hai lasciato un’immagine autentica del tuo stesso amore nell’unione dell’uomo e della donna, donaci che, vincendo la durezza del cuore, comprendiamo che solo seguendo l’esempio del tuo Figlio Gesù, potremo raggiungere la vera fedeltà. si diede per amore fino alla morte. Amen.