15 Aprile, 2025

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Riflessione del vescovo Enrique Díaz: Su un asino

Domenica delle Palme

Riflessione del vescovo Enrique Díaz: Su un asino
Pixabay

Il vescovo Enrique Díaz Díaz condivide con i lettori di Exaudi la sua riflessione sul Vangelo di questa domenica, 13 aprile 2025, intitolato: “Su un asino”.

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Isaia 50:4-7: “Non ho distolto la mia faccia dagli insulti, e so che non sarò deluso”

Salmo 21: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Filippesi 2:6-11: “Cristo umiliò se stesso, e per questo Dio lo innalzò”

Passione di Nostro Signore Gesù secondo San Luca 22, 14-23, 56

Se immaginiamo gli eventi accaduti al tempo di Gesù, scopriremo una grande contraddizione: i grandi personaggi non vengono acclamati dalla folla, né cavalcano asini; Non camminano senza protezione e non si lasciano toccare. Gesù è un re che risponde alle attese di un popolo povero e oppresso, ma ne tocca le fibre più intime, i quesiti più profondi. Potrebbe sembrare contraddittorio, ma il suo ingresso a Gerusalemme conferisce un significato nuovo all’attesa del Messia. Non si tratta di vivere per e tramite il potere; La felicità non si trova nelle ricchezze; la soddisfazione non si cerca nei piaceri. Gesù, con i suoi gesti e le sue proposte, offre un’altra felicità e una visione molto diversa della vita. Oggi, mentre “celebriamo” la Domenica delle Palme e ci avviciniamo a Gesù, come uno di coloro che lo acclamano, cosa ci dice e cosa lascia nei nostri cuori? Un asino preso in prestito, alcuni mantelli sparsi lungo la strada, rami strappati dagli alberi sulle rive, sono le insegne di questo re. Come dovremmo seguirlo oggi? I suoi atteggiamenti sembrano un rimprovero ai grandi personaggi del suo tempo e ai potenti di oggi; Ma sono anche espressioni sincere di ciò che dovrebbe essere importante: vivere la semplicità e l’armonia nel cuore e non all’esterno. Egli è un Messia che cambia tutte le prospettive e che cerca la vera felicità del cuore. Gesù non si presenta, pur essendo chiamato maestro, come gli altri maestri che pontificano, giudicano e condannano; ma si presenta come il pastore che accoglie, ascolta e accompagna.

Con la Domenica delle Palme inizia la Settimana Santa. Le nostre strade e le nostre chiese saranno piene di mazzi di fiori e canti: “Lunga vita a Cristo Re!” Vogliamo accompagnare Gesù, vogliamo commemorare quel primo ingresso trionfale a Gerusalemme. Trionfale? Per quanto semplice possa sembrare, potremmo definirlo trionfale, ma è un ingresso lontano dal trionfalismo, lontano dal potere che schiaccia. Il povero Gesù cavalca un asino che non basta a impressionare nessuno. E forse è per questo, perché non vuole impressionare, ma perché vuole manifestarsi come un Messia semplice e umile; Egli non vuole opprimere, ma dare la sua vita; Non vuole schiavizzare, ma liberare. Quanto sono diversi dagli altri leader che entrano nei nostri villaggi! Quanto è diverso dalle nostre ambizioni e dal nostro egoismo! La manifestazione di Gesù in questo giorno sarà un duro rimprovero per un mondo organizzato per e dall’economia e dal profitto; È una denuncia di un mondo falso che, lasciando da parte la dignità delle persone, sorge con nuovi poteri e nuove strutture; una società che, dimenticando i bisogni di chi soffre, ostenta la propria ricchezza e i propri lussi. La Domenica delle Palme è un invito a rispettare la dignità e i diritti della persona in quanto tale, non in base a ciò che produce o a ciò che ha.

Molti ai nostri tempi hanno voluto mettere a tacere Cristo. Diventiamo sordi e non vogliamo ascoltare le sue parole. Siamo irritati dalla vostra insistenza sulla dignità e sul valore di ogni uomo in quanto figlio di Dio. Ma oggi, come allora, Cristo annuncia la sua parola, con verità e coraggio. Quando i farisei rimproverano Gesù perché zittisca i suoi discepoli, la sua risposta è forte: «In verità vi dico: se questi taceranno, grideranno le pietre».  Gesù non entra a Gerusalemme da conquistatore, ma ha una proposta da fare a tutti coloro che sono lì riuniti. Non vuole conquistare con la forza delle armi, ma propone un regno diverso con la semplicità di un asino, con le grida entusiaste della folla e con le parole di un insegnamento diverso. Gesù non era muto allora e non può esserlo nemmeno oggi. Non vuole restare in silenzio di fronte all’ingiustizia e agli attacchi alla vita. Alza la voce per tutti coloro che soffrono. Gesù non può passare inosservato nel nostro mondo, come se fosse solo una voce che non ha nulla da dire a questo ambiente di ingiustizia e corruzione. Non possiamo e non dobbiamo immaginare un Gesù che sia noioso, che non seduca, che non chiami, che non tocchi i cuori. Oggi Gesù si pone al centro delle comunità per manifestare da lì la sua parola. Gesù si rifugia nel cuore dei semplici, da cui pronuncia la sua verità. Riusciremo a sentirlo?

Mentre guardiamo a Gesù oggi, dobbiamo rinnovare i nostri sforzi per imparare a pensare, sentire, amare e vivere come Gesù. Questo è ciò che dovrebbe essere nel cuore di ogni credente in questa Settimana Santa. È vero che inizia con la celebrazione di un ingresso trionfale del tutto speciale, ma in seguito, a partire dalla proclamazione del Vangelo in questo giorno, si manifesta nella completa donazione di amore e compassione per tutti gli uomini. La Settimana Santa è la manifestazione della misericordia di Gesù. Il suo dono, la sua croce, la sua morte e la sua risurrezione saranno il grido di vita in una cultura di morte. Oggi accompagniamo Gesù con grida di gioia e osanna, ma per tutta la settimana accompagniamolo nella sua passione, morte e risurrezione. Noi siamo suoi discepoli. Viviamo questa settimana con Gesù!

Dio, pieno di amore e di bontà, che hai voluto donarci Cristo, nostro Salvatore, fatto uomo e inchiodato alla croce, come esempio di umiltà, concedici di vivere secondo gli insegnamenti della sua passione, per partecipare con lui alla sua gloriosa risurrezione. Amen

Enrique Díaz

Nació en Huandacareo, Michoacán, México, en 1952. Realizó sus estudios de Filosofía y Teología en el Seminario de Morelia. Ordenado diácono el 22 de mayo de 1977, y presbítero el 23 de octubre del mismo año. Obtuvo la Licenciatura en Sagrada Escritura en el Pontificio Instituto Bíblico en Roma. Ha desarrollado múltiples encargos pastorales como el de capellán de la rectoría de las Tres Aves Marías; responsable de la Pastoral Bíblica Diocesana y director de la Escuela Bíblica en Morelia; maestro de Biblia en el Seminario Conciliar de Morelia, párroco de la Parroquia de Nuestra Señora de Guadalupe, Col. Guadalupe, Morelia; o vicario episcopal para la Zona de Nuestra Señora de la Luz, Pátzcuaro. Ordenado obispo auxiliar de san Cristóbal de las Casas en 2003. En la Conferencia Episcopal formó parte de las Comisiones de Biblia, Diaconado y Ministerios Laicales. Fue responsable de las Dimensiones de Ministerios Laicales, de Educación y Cultura. Ha participado en encuentros latinoamericanos y mundiales sobre el Diaconado Permanente. Actualmente es el responsable de la Dimensión de Pastoral de la Cultura. Participó como Miembro del Sínodo de Obispos sobre la Palabra de Dios en la Vida y Misión de la Iglesia en Roma, en 2008. Recibió el nombramiento de obispo coadjutor de San Cristóbal de las Casas en 2014. Nombrado II obispo de Irapuato el día 11 de marzo, tomó posesión el 19 de Mayo. Colabora en varias revistas y publicaciones sobre todo con la reflexión diaria y dominical tanto en audio como escrita.