Non c’è dubbio, tutti noi proviamo sentimenti positivi e negativi; essendo questi la somma di un’emozione specifica e di un pensiero. Nelle righe seguenti parlerò delle incomprensioni che possono verificarsi nei rapporti personali o lavorativi e di cosa potremmo fare per raggiungere un lieto fine.
Secondo la DIZIONARIO INGLESE DI OXFORD, la rabbia è “un sentimento di indignazione che provoca rage” e persino un estremo desiderio di vendetta. Condivido con voi, brevemente, due situazioni personali che ho vissuto qualche tempo fa.
L’anno scorso io e mia moglie abbiamo festeggiato le nostre nozze d’argento (un evento importante per la nostra famiglia), abbiamo fatto una celebrazione liturgica e poi una piccola condivisione con la famiglia e alcuni amici intimi. Ma sono rimasto spiacevolmente sorpreso nel constatare che un carissimo amico non era presente e, con il passare del tempo, non si è scusato.
Qualche settimana fa a lavoro cercavamo la migliore soluzione di acquisto per alcune tende, stavo supportando in questo un collaboratore e gli ho chiesto le misure in modo che un altro fornitore potesse farci un preventivo aggiuntivo, mi ha inviato un file Excel non solo con lo stesso, se non comprendeva il prezzo già offerto dal 1° fornitore, l’ho “scoperto” perché questo secondo fornitore mi ha detto: stai già facendo preventivo con la mia concorrenza.
Elencherò ciò che ho vissuto.
- Rabbia – Furia – In entrambe le situazioni descritte, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa reazione negativa.
- Reato – Cattivo umore.- Piano della vittima in generale, prima situazione, sono un buon amico, perché? Seconda situazione, ho pensato: devo rivedere tutto nel più piccolo dettaglio.
- Risposta immediata.- prima situazione, non mi interessa e non mi tocca, seconda situazione, lo chiamo al telefono e gli dico anche “di cosa morirà in futuro”
Col passare del tempo… respiro, rifletto e…
Nel primo caso, dopo diversi mesi, a parte non aver parlato dell’episodio accaduto, ho deciso di voltare pagina, qualche giorno fa ero a casa sua e la verità è che mi sono divertito moltissimo (abbiamo condiviso e scherzato come prima).
Nel secondo caso chiedo scusa al dipendente per lo sfogo, parliamo di quanto abbiamo imparato da entrambi i punti di vista e condivido un errore simile che ho commesso quando ero lavoratore dipendente.
L’insegnamento sulla rabbia in entrambi gli episodi è diverso: uno come vittima e l’altro come carnefice. Quest’ultimo è sempre presente e può emergere. Detto questo, cerchiamo l’antidoto che è praticare sempre la virtù della pazienza (trovare e mantenere la nostra pace interiore) perdonando o chiedendo perdono di cuore, a seconda dei casi, e non cadere nello stesso errore. E ragazzi, lo dico per esperienza personale ed è qualcosa con cui lotto costantemente.
Nessuno ha detto che sia facile, però, come si suol dire… “La memoria del cuore elimina i brutti ricordi e ingigantisce quelli belli, e grazie a quell’artificio riusciamo a far fronte al passato”.
Che dite, continuiamo a remare contro corrente…