Profughi, non girare lo sguardo altrove

La presidenza della Cei e S. Egidio si uniscono all’appello del Papa per affrontare la crisi migratoria

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(C) Vatican Media

Dopo quello del S. Padre, arriva anche l’appello della Conferenza episcopale italiana perché venga affrontata in maniera efficace la crisi dei migranti e dei profughi. In una nota, “la Presidenza della CEI fa proprie le parole pronunciate da Papa Francesco ieri, 24 ottobre, dopo la preghiera dell’Angelus, e rivolge al Paese e all’Unione europea un appello affinché siano posti in atto interventi efficaci, capaci di garantire il rispetto dei diritti umani e la tutela della persona.

Un dramma che non si può ignorare

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare – verbi indicati dal Papa – restano la bussola da seguire per affrontare la questione migratoria e trovare soluzioni adeguate a un dramma che continua a mietere vittime e infliggere sofferenze. Si tratta di una situazione che non può essere più ignorata. Per questo -continua la nota – la Presidenza, assicurando che la Chiesa italiana, alla luce dell’enciclica “Fratelli tutti”, proseguirà nella sua intensa opera in favore degli ultimi, auspica che anche la Comunità internazionale si faccia carico dei bisogni dei migranti e dei profughi, perché nessuno sia più costretto a fuggire dalla propria terra e a morire nei viaggi verso un futuro migliore. Solo ascoltando il grido degli ultimi si potrà costruire un mondo più solidale e giusto per tutti”.

Verso l’incontro di Firenze

“Il Mediterraneo – conclude il comunicato – deve tornare ad essere culla di civiltà e di dialogo, nello spirito della fratellanza già incoraggiato nel secolo scorso da Giorgio La Pira, nel cui ricordo i Vescovi dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum si ritroveranno – per iniziativa della CEI – a Firenze, dal 23 al 27 febbraio 2022, per riflettere sul tema della cittadinanza. In Libia, ha ricordato il Papa ieri, “ci sono dei veri e propri lager” per i profughi. La sicurezza e la dignità della vita umana reclamano rispetto sempre e per tutti. La Presidenza CEI chiede di non volgere più lo sguardo altrove e invita tutte le comunità cristiane a unirsi alla preghiera di Papa Francesco”.


La preoccupazione di S. Egidio

Anche la Comunità di Sant’Egidio si è unita alla forte preoccupazione di papa Francesco per le condizioni di vita dei migranti bloccati nei campi di detenzione in Libia. “È un dovere morale, ma anche di chi è responsabile delle istituzioni, ricordarsi delle loro terribili sofferenze, come di quelle di tante altre persone, costrette ad abbandonare la propria terra. Occorre intervenire con urgenza per salvare – in modo adeguato, senza respingimenti – e per accogliere, perché il tempo passa ma la situazione non cambia, con gravi conseguenze per la vita di uomini, donne, tantissimi bambini” afferma una nota.

Corridoi umanitari

La Comunità chiede “di accelerare i processi di evacuazione” dai campi e di “favorire percorsi regolari di migrazione, come lo sono ormai da anni i corridoi umanitari”. Un’indicazione venuta anche dal Papa. “Francesco chiede giustamente di essere responsabili – affermano da S. Egidio – L’Europa lo sia dimostrando di essere all’altezza della situazione e mantenendo la promessa di cercare “soluzioni comuni” invece di invocare nuovi muri. Sant’Egidio è pronta ad accogliere migranti e profughi eventualmente evacuati dalla Libia, in Italia, in Francia e in Belgio.