Il promotore di giustizia Vaticano Alessandro Diddi, per i dieci imputati sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, ha chiesto oggi complessivamente 73 anni e un mese di reclusione, più pene interdettive e pecuniarie di vario tipo.
- Becciu 14 milioni
- René Bruelhart 15 milioni
- Mauro Carlino 15 milioni di euro
- Di Ruzza 15 milioni di euro
- Mincione 172 milioni 360 mila euro
- Squillace 1 milione 266 mila euro
- Tirabassi 99 milioni 898 mila euro
- Torzi 71 milioni
- Logsic 775 mila euro
- HP Finance 6,7 milioni
- Sogenel 6,7 milioni
Richiesta confische: Il promotore di giustizia Vaticano Alessandro Diddi ha chiesto 7 anni e 3 mesi di reclusione per il cardinale Angelo Becciu.
Legali Becciu: “Becciu innocente, sempre leale servitore della chiesa”
“Le richieste del Promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato l’assoluta innocenza del Cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa”. È quanto dichiarano gli Avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, difensori del Cardinale Angelo Becciu.
“Sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento, il Promotore di Giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del Promotore, neanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell’assoluta innocenza e l’assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo. Il Cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa ed ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate ad estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza”, concludono i legali.
Card. Becciu: “Dipinto in modo deformante, sfregiato come uomo e prete”
“Sono addolorato dalle parole del Promotore di giustizia. La mia ricostruzione dei fatti documentata e puntuale in aula ha dimostrato che ho sempre lavorato per il bene della Chiesa e per essa ho speso la mia vita”. A dichiararlo, in merito al processo che lo vede coinvolto, il Cardinale Angelo Becciu.
“Sono innocente e non mi stancherò di ripeterlo! Sono innocente non soltanto perché non ho mai rubato un soldo né mi sono arricchito né ho arricchito i miei familiari. Le approfondite verifiche degli inquirenti sui nostri conti bancari lo hanno dimostrato!”
“Queste sono alcune delle ragioni per le quali mantengo ferma la fiducia nell’imparziale giudizio del Tribunale, che si tratti delle vicende relative al Palazzo di Londra o alle ragioni umanitarie che hanno spinto a esperire tutti i tentativi possibili per salvare la vita di una suora missionaria o, ancora, al sostegno legittimo alle iniziative caritatevoli della diocesi di Ozieri che ha la sola colpa di essere legata alle mie origini e di una cooperativa che lavora con la Caritas presieduta da una persona che ha la sola colpa di essere uno dei miei fratelli”, prosegue Sua Eminenza.
“Ciò che mi ha più ferito è stato che il Promotore di Giustizia non ha portato uno straccio di prova per suffragare le sue accuse, ma mi ha descritto in modo assolutamente deformante, finendo per sfregiare la mia figura di uomo e di prete”.
“Respingo con sdegno e ribrezzo le frasi insinuanti e offensive sulla mia vita sacerdotale e di servitore del Papa! Non può un uomo che si vanta di operare a nome del Papa cadere in simili bassezze!”, evidenzia il Cardinale.
“È una pagina dolorosa non solo per me e la mia famiglia, coinvolta ingiustamente, ma per la stessa Chiesa: a essere traditi sono l’intento con il quale si è dato avvio a questo procedimento e il modo con cui i Sacri Canoni definiscono il ruolo del Promotore di Giustizia, ovvero ricercare effettivamente la verità e la giustizia, rallegrandosi anche quando si trova evidenza dell’innocenza dell’imputato”, spiega Becciu.
“Sono dolente di doverlo affermare, ma questo non è avvenuto! Non so davvero come sia stato possibile tentare di stampellare iniziali accuse di colpevolezza dopo tutto quello che il processo ha dimostrato”.
“Spero che tutta questa sofferenza finirà presto”, conclude il Cardinale.
Legali Becciu: “Accusa fabbrica racconto forte solo di parole offensive”
“Anche oggi abbiamo assistito a un susseguirsi di suggestioni che poco ha a che fare con la ricerca della verità ed il bilancio delle prove, teoremi lontani dalla realtà dei fatti e da quanto dimostrato. Siamo certi che i toni, i modi, il linguaggio di questo Promotore di Giustizia non siano condivisi nella Santa Sede, che le espressioni ripugnanti utilizzate dal prof. Diddi non possano trovare approvazione da parte di Papa Francesco e di Sua Eminenza il Cardinale di Stato Pietro Parolin. Il Cardinale è innocente, lo abbiamo dimostrato e non è alzando i toni e usando epiteti offensivi che si può cambiare la realtà. Non ci faremo spaventare dalle urla e dalla veemenza espressa in aula e continueremo a proclamare la sua innocenza, ormai resa evidente a tutti dall’istruttoria dibattimentale”. È quanto dichiarano gli Avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, difensori del Cardinale Angelo Becciu.
“Il Promotore di Giustizia persevera nel tentativo di fabbricare un racconto mediaticamente forte ma concretamente privo di alcuna logica e, soprattutto, di prove che lo dimostrino, nel quale si confondono continuamente i piani tra il diritto penale e il diritto canonico”, proseguono i legali.
“Al rappresentante dell’accusa sembra non importare assolutamente il fatto che, anche tramite la signora Marogna, il Cardinale si attivò per la liberazione di una suora rapita, e quindi per salvare una vita umana. Un’operazione che Monsignor Becciu condusse in maniera riservata su diretto mandato del Papa, tanto è vero che il Santo Padre autorizzò il successore di Monsignor Becciu, Peña Parra, a continuare nei pagamenti nell’ambito dell’operazione per liberare la suora”.
“Con la sua requisitoria sventola un drappo rosso che copre le debolezze dell’impianto accusatorio e in maniera non diversa continua a celare numerosi elementi cruciali dietro un omissis, come polvere sotto al tappeto”, concludono Viglione e Marzo.