Preparare la strada al Signore: Commento di p. Jorge Miró

Domenica 10 dicembre 2023

Cathopic

Padre Jorge Miró condivide con i lettori di Exaudi il suo commento al Vangelo di oggi, domenica 10 dicembre 2023, intitolato “Preparate la via del Signore”.

***

La Parola di Dio che proclamiamo in questa seconda domenica di Avvento è un invito serio e profondo alla conversione.

La Buona Novella di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, inizia con questo appello di San Giovanni Battista: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!

Cosa c’è da preparare? Nel salmo abbiamo cantato: “La salvezza è vicina per i suoi fedeli”. Preparare il cuore ad accogliere il Signore, il Salvatore.

Questa preparazione è la conversione. Ma cos’è la conversione?

Convertirsi significa chiedersi qual è il proprio rapporto con Gesù: curiosità, simpatia, dubbio, pietà? Convertirsi è essere discepoli.

Una grande tentazione in cui si può cadere è quella di pensare che si è già convertiti, che non si ha bisogno di conversione, che si è già abbastanza bravi e quindi non c’è nulla da cambiare nella propria vita, oppure, al contrario, pensare che la propria vita è senza speranza, che non vale la pena lottare perché non si può cambiare la propria vita.

Convertirsi è confidare in Dio, confidare nella sua Parola e lasciare che la sua Parola illumini e cambi la vostra vita; è lasciare che Gesù Cristo sia il Signore della vostra vita, di tutta la vostra vita! Non ci sia angolo del vostro cuore, non ci sia “trama” in cui Gesù Cristo non sia il Signore. Che Gesù Cristo sia il Signore del vostro matrimonio, del vostro sacerdozio, della vostra consacrazione religiosa, del vostro corteggiamento, della vostra giovinezza; del vostro divertimento, del vostro lavoro, del vostro denaro… di tutta la vostra vita!

Convertirsi non vuol dire vivere secondo i criteri del mondo, soggetti all’influenza della moda o agli impulsi delle vostre passioni; ma vivere con gli stessi sentimenti e atteggiamenti di Cristo Gesù, obbedendo alla volontà di Dio Padre (cfr. Fil 2, 5-11).


Convertirsi non significa vivere con l’orgoglio e l’arroganza di chi pensa di essere padrone della propria vita, ma con l’umiltà e la semplicità del discepolo che ogni giorno si mette ai piedi del Maestro per chiedergli: Signore, cosa vuoi da me?

Non dobbiamo avere paura della debolezza, ma dell’orgoglio. L’umile viene al Signore, come l’esattore delle tasse nel Vangelo, per chiedere un cuore nuovo. L’orgoglioso chiude il suo cuore a Dio perché crede di essere il dio della sua vita.

Convertirsi non è vivere la fede da soli, ma partecipare alla famiglia dei discepoli di Gesù: la Chiesa.

Convertirsi è riconoscere e confessare umilmente i propri peccati e consegnarli al Signore, che ci ha lasciato il bellissimo sacramento della Penitenza per darci il suo perdono e riconciliarci con lui.

Convertirsi non significa ridurre l’essere cristiano al moralismo, al conformismo, ma vivere la fede ogni giorno come un dono, come una vita di amicizia con il Signore, che ti ama e vuole entrare nel tuo cuore per essere il Signore della tua vita e darti tutto. Vuole venire a darti una parola di conforto, come ci dice la prima lettura.

Convertirsi non significa vivere ogni giorno nella mormorazione, nel risentimento, nel sospetto o nel dubbio dell’amore di Dio, ma guardare tutto con gli occhi della fede e vivere nella benedizione e nella lode.

Se aprirai il tuo cuore a lui, la gloria del Signore si rivelerà, vedrai che qui è il tuo Dio, che il Signore Dio viene con potenza e la sua ricompensa lo precede. Che “come un pastore raduna il gregge, il suo braccio raduna il gregge, prende in braccio gli agnelli e fa coricare le madri”.

Se accogliete Gesù Cristo, il Signore, il Salvatore, vedrete come vi battezza con lo Spirito Santo e compie in voi l’opera della nuova creazione.

Coraggio, Dio vi ama! Vi chiama a vivere una vita nuova, quindi aprite il vostro cuore a Lui!

Vieni, Spirito Santo!