Mons. Enrique Díaz Díaz condivide con i lettori di Exaudi la sua riflessione sul Vangelo della festa dell’Epifania, dal titolo: “Possano tutti gli uomini adorarti, Signore”.
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Isaia 60,1-6: «La gloria del Signore splende su di te»
Salmo 71: «Tutti gli uomini ti adorino, Signore»
Efesini 3, 2-3. 5-6: «Anche i pagani hanno la nostra stessa eredità»
San Matteo 2,1-12: «Siamo venuti dall’Oriente per adorare il re dei Giudei»
La vecchia ha trascorso molto tempo a contemplare il Presepe realizzato con grande amore e semplicità. Dopo il silenzio e l’adorazione, finalmente si alza, tra il confortato e il nostalgico: “Oggi ho pensato e ho guardato i santi Re, ciascuno con il suo colore e la sua veste… Hanno potuto guardare la stella del Bambino Gesù e lo adoravano… Non riusciamo più a guardare le stelle e tanto meno a lasciare qualcosa per avvicinarci… Pensavo anche che sarebbero stati molto carini i regalini che gli avrebbero fatto, ma il suo cuore sarebbe stato ancora più bello”. Sono la semplicità e i pensieri di una donna che prende sul serio l’adorazione, che crede nelle stelle e che è disposta a offrire quanto o quanto poco ha. Gli resta la nostalgia di quei tempi passati in cui i suoi nonni gli raccontavano delle stelle e dei loro viaggi. Oggi non abbiamo più tempo per guardare le stelle.
Il Giorno dei Re Magi non è una bella storia per emozionare i bambini con un piccolo regalo, né è un resoconto storico di eventi accaduti molti anni fa. È una storia che rivela i desideri più profondi dell’uomo e la sua ricerca di ragioni che guidino i suoi passi, ma è anche la manifestazione di Gesù come luce di tutti gli uomini. Nessuno è escluso dall’amore di Dio manifestato nel Bambino fatto carne. L’uomo va verso Dio? C’è un profondo desiderio nel cuore dell’uomo per l’eternità che non sarà soddisfatto da nulla. Possiamo mascherarlo saziandoci di minuzie e cose materiali, ma dentro di noi si troverà questa sete di divinità. Prima che l’uomo abbia coscienza della ricerca, c’è il luccichio delle stelle, che sono messaggi d’amore di Dio che cerca l’uomo. Dio non si stanca mai di cercare, non si stanca mai di far apparire nuove stelle, non si stanca mai di vincere le tenebre perché l’uomo possa trovare la sua strada.
Tuttavia l’uomo ha la possibilità e la libertà di sbagliare. Perché questi saggi dell’Oriente alla ricerca del “Salvatore” mentre Erode resta imperterrito nella sua fortezza senza rendersi conto che è nato il nuovo Re? Sono la via della luce e la via della morte che si intersecano nell’orizzonte di ogni persona. Erode ha puntato sul potere e sull’ambizione. Per preservarli usa di tutto: menzogne, calcolo e criminalità. Il suo percorso è lo stesso di tutti coloro che si lasciano sedurre dal potere e dall’ambizione: non importa la crudeltà, il terrore, il disprezzo per gli esseri umani e la distruzione degli innocenti. Ciò è confermato dai dati storici di tanti tiranni che hanno giustiziato tutti i possibili oppositori. Lo confermano le potenti organizzazioni mafiose, il traffico di bambini, il traffico di droga e i cartelli che violentano, distruggono, giustiziano.
Oggi, mentre scrivo queste righe, ricevo la dolorosa notizia che nuove sepolture di corpi sconosciuti sono state localizzate in luoghi inaspettati. Dov’è il cuore di questi mercenari del potere e del denaro? A confermare questo percorso di morte, anche se forse di nascosto e anche con apparenza di gentilezza, sono anche i progetti e i sistemi moderni che dimenticano le immense masse che muoiono di fame e di disperazione, mentre assicurano capitali, immense fortune e potere di alcune poche firme e di poche persone. Oggi Erode è molto presente in questi nuovi tiranni, ma è presente anche nel cuore di ciascuno di noi quando ci lasciamo sedurre dall’ambizione e disprezziamo il Cristo che si fa carne in ogni persona piccola e indifesa.
I Magi d’Oriente rappresentano invece l’uomo che si lascia affascinare dallo splendore di una stella, che abbandona le sue comodità e si mette alla ricerca del suo ideale. Uscire, abbandonare, cercare… è l’uomo che è vivo e che vuole trovare e ritrovarsi. Significa uscire da quell’apatia e da quell’insensato passivismo che si fonda su ragioni di ordine, di comodità o di benessere. Dio ti sta cercando, ma tu devi aprire le tue porte e uscire per incontrarlo. Una casa con le porte chiuse, le finestre ostruite e i cancelli ermetici non riceve luce, ma marcisce al suo interno. Non esiste soluzione peggiore che non fare nulla. Anche se uscire comporta dei pericoli, è preferibile alla passività. Non è un’avventura folle, è seguire una stella e un ideale.
Mi colpisce molto come il racconto confermi il ritrovamento del bambino: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre, e prostratisi lo adorarono”. È la grandezza dei cuori nobili: sanno riconoscere, sanno adorare, sanno accogliere nel silenzio. Non ci sono parole, ma profonda contemplazione e adorazione. Molte volte abbiamo perso questa capacità di adorazione e cerchiamo solo un Dio utile che ci piaccia e serva i nostri progetti egoistici. Chiediamo, chiediamo, ma non contempliamo. I Magi scoprono e adorano il Piccolo, volto umano di Dio, carne della Divinità. Oggi abbiamo bisogno di scoprire Dio nei piccoli, nella carne che soffre, nel dolore di ogni giorno. I doni dei Magi sono più piccoli della loro adorazione perché hanno offerto il loro cuore. Il dono non ha importanza quando è stata donata l’intera persona. E infine ritornano “per un’altra strada”. Chi ha scoperto Gesù non può continuare sulla stessa strada di sempre, ha trovato la strada della luce, dell’amore, della generosità. Così, il Dio che si manifesta a tutti, trova cuori capaci di accoglierlo; e gli uomini che seguirono la stella trovarono Dio fatto uomo.
Avremo tempo per guardare la Stella? Ci lasceremo sedurre dalla sua genialità? Siamo troppo pessimisti e apatici? Epifania, giorno di ricerca, di incontro, di avventura. Giornata per guardare le stelle.
Padre buono, che attraverso una stella muovi i cuori dei semplici, donaci l’audacia di uscire incontro al tuo Figlio Gesù presente in ciascuno dei tuoi piccoli. Amen.