“Provo sconforto e dolore, la violenza in Terrasanta è motivata solo da calcoli politici di corto respiro, e lascerà sul terreno morti e macerie”, afferma sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme.
In un’intervista esclusiva ad Exaudi, dopo il drammatico appello di papa Francesco ieri al Regina Coeli, il Patriarca riflette sui traumatici eventi che affliggono la Terrasanta dopo il divampare dell’ultima ondata di violenza.
“Il crescendo di odio e di violenza che sta coinvolgendo varie città in Israele”, Francesco ha detto ieri, “è una ferita grave alla fraternità e alla convivenza pacifica tra i cittadini, che sarà difficile da rimarginare se non ci si apre subito al dialogo. Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno?”.
Papa Francesco ha visitato la Terrasanta a maggio 2014, con tappe in Giordania, Israele e nei territori palestinesi. Poi, pochi giorni dopo, ha compiuto uno storico gesto ospitando nei giardini vaticani i presidenti israeliano Shimon Peres e palestinese Mahmoud Abbas, per invocare insieme pace e piantare un piccolo albero di ulivo, segno del comune desiderio di pace tra israeliani e palestinesi.
Di seguito la conversazione del Patriarca Pizzaballa con Deborah Castellano Lubov:
***
EXAUDI: Patriarca Pizzaballa, quali sentimenti prova vedendo le immagini di violenza che dalla Terra Santa sono arrivate in tutto il mondo? E dopo che il Papa di nuovo, prima del Regina Coeli di ieri in piazza san Pietro, ha lanciato un altro drammatico appello per la Terra Santa?
PATRIARCA PIZZABALLA: Sconforto e dolore, certamente. Sconforto, perché non è purtroppo la prima volta che assistiamo a queste fiammate di violenza e di guerra. E sappiamo già che non porteranno ad alcun cambiamento. È una violenza che è motivata solo da calcoli politici di corto respiro. Lascerà sul terreno morti e macerie.
Dolore, perché ancora una volta pare che non abbiamo imparato la lezione: non si riesce ad andare oltre la propria prospettiva, il proprio dolore, senza accorgerci di quello dell’altro. Ciascuno vede solo la propria sofferenza e la propria prospettiva.
Ma non bisogna rinunciare a sperare. Finché ci saranno persone desiderose di pace, avremo qualcuno con cui condividere il nostro cammino.
EXAUDI: Come lei descriverebbe la situazione attuale in Terra Santa? Quale è la situazione della sicurezza per chi vive in Terra Santa, in questo momento?
PATRIARCA PIZZABALLA: Credo che i media abbiano già presentato la situazione. Da un lato ci sono i razzi sparati da Gaza che hanno causato danni e anche morti. Dall’altro ci sono le ritorsioni israeliane su Gaza, che hanno causato centinaia di morti, fra i quali molti bambini e minori. Una tragedia immane.
La novità sta anche nelle rivolte interne ad Israele, nelle città miste, composte da arabi e ebrei. Abbiamo assistito a violenze da entrambe le parti, ronde organizzate, tentativi di linciaggio… Un’esplosione di odio e di rifiuto dell’altro che probabilmente covava da tempo e che ora è emersa violentemente. Ci vorrà molto tempo per risanare gli animi delle due parti.
EXAUDI: La santa sede ha sempre sostenuto la soluzione sintetizzata con le parole “due popoli due stati”, per ottenere la pace in Terrasanta. Questa soluzione oggi sembra ancora più lontana di prima. Ma secondo lei esiste un’altra soluzione per ottenere la pace?
PATRIARCA PIZZABALLA: Non credo che esistano altre soluzioni. Certo, questa soluzione non la vediamo facilmente realizzabile in questo momento. Ma la violenza di questi giorni mostra anche la determinazione dei palestinesi per una loro Patria; i palestinesi non rinunceranno mai a decidere del loro futuro.
EXAUDI: E la questione di Gerusalemme come può essere risolta? Anche questa ondata di violenza è iniziata da un contenzioso riguardante la divisione di Gerusalemme in due parti…
PATRIARCA PIZZABALLA: I problemi sono noti da tempo, e le biblioteche sono piene di piani e proposte di una possibile soluzione. Bisogna solo volere davvero trovare una prospettiva e smettere di credere che si possa costruire un futuro della città imponendo soluzioni che, invece, potranno e dovranno solo essere condivise.
Si deve trovare un modo dove tutti i credenti della Città Santa siano ugualmente cittadini, garantiti e rispettati, e che si sentano parte integrante e costitutiva dell’anima di Gerusalemme, e non solo ospiti.
EXAUDI: La questione della violenza e della pace in Terrasanta riguarda anzitutto le due leadership politiche di Israele e dei Territori Palestinesi. Quale è secondo lei il cambio di mentalità necessario per avviare un processo di pace?
PATRIARCA PIZZABALLA: Per prima cosa si deve riconoscere l’uno l’esistenza dell’altro, e quindi parlarsi. Cosa che in questo momento non accade. Abbiamo bisogno di una leadership politica coraggiosa, che abbia una visione e che desideri veramente cambiare e promuovere. Il resto verrà da sé, se si insiste su questo. Sono cambiamenti che richiedono tempi lunghi e tenacia. Ma si deve comunque cominciare.