Perché la Chiesa è “romana” risponde a questa domanda padre Jairo Yate, sacerdote e giudice istruttore nella diocesi di Ibagué, in Colombia.
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Perché la Chiesa è “romana”?
Papa Francesco insegna che la Chiesa è missionaria, perché dagli apostoli ha ricevuto il mandato di Nostro Signore di insegnare al mondo intero. Ma è anche apostolica perché è fondata sulla successione degli apostoli, cioè su coloro che il Signore ha mandato (che significa apostolo: “inviato”), che sono i vescovi, che insegnano, santificano e dirigono la Chiesa che ha stato loro assegnato fiducioso Le Chiese “particolari”, cioè territoriali, sono pienamente cattoliche per la loro comunione con la Chiesa di Roma che, come dice sant’Ignazio di Antiochia, presiede “nella carità” sulle altre.
Come pensava Gesù Cristo della sua Chiesa?
Secondo i testi della Sacra Scrittura: Il Signore Gesù, dopo aver pregato il Padre, chiamando a sé coloro che voleva, scelse i dodici perché vivessero con Lui e li mandò a predicare il Regno di Dio (cfr. Mc, 3, 13-19; Matteo, 10,1-42): questi Apostoli (cfr. Luca, 6,13) fondarono un collegio, cioè un gruppo stabile, e lo posero a capo di loro, facendolo uscire in mezzo a loro, Pietro (cfr. Gv 21,15-17). Questi Cristo li ha inviati prima ai figli d’Israele, poi a tutte le nazioni (cfr. Rm 1,16), affinché, con il potere che egli ha loro dato, rendessero tutti i popoli suoi discepoli, li santificassero e li governassero (cfr. Matteo, 28,16-20; Marco, 16,15;
Secondo l’ermeneutica biblica cattolica, Gesù Cristo fondò una comunità cristiana gerarchicamente organizzata e autorevole, guidata dagli apostoli, il primo dei quali fu San Pietro. Successivamente, secondo il libro degli Atti degli apostoli, questi e i primi seguaci di Gesù strutturarono una Chiesa organizzata. Il vescovo di Roma è il successore di san Pietro, che, secondo il Vangelo di Luca, Gesù scelse per la missione di confermare nella fede i suoi compagni.
Cosa possiamo sapere della vita di San Pietro?
Sappiamo dagli scritti biblici che dopo la risurrezione di Cristo gli apostoli viaggiarono molto nel loro ministero. Intorno all’anno 36 d.C. San Pietro e San Giovanni organizzeranno la Chiesa di Samaria dopo avervi accolto la Parola di Dio. (cfr At 8,14).
Qualche informazione in più…
Apostolo di Gesù Cristo e primo capo della sua Chiesa. Fu pescatore sul Mar di Galilea, finché lasciò la sua casa di Cafarnao per unirsi ai discepoli di Gesù di Nazareth nei primi momenti della sua predicazione. Insieme a lui si unirono a Gesù altri pescatori locali, come suo fratello Andrea e i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, che facevano tutti parte del nucleo originario dei dodici apostoli.
Dopo la morte di Gesù (intorno al 30 d.C.), san Pietro divenne per quindici anni il leader indiscusso della minuscola comunità dei primi credenti cristiani in Palestina: guidando preghiere, rispondendo alle accuse di eresia lanciate dai rabbini ortodossi e ammettendo nuovi seguaci (tra cui i primi non ebrei).
Intorno all’anno 44 fu imprigionato per ordine del re Erode Agrippa, ma riuscì a fuggire e abbandonò Gerusalemme, dedicandosi alla diffusione della nuova religione in Siria, Asia Minore e Grecia. A quel tempo, la sua leadership era probabilmente meno evidente, con altri apostoli, come Paolo o Giacomo, che contestavano il suo primato tra i cristiani. Partecipò al cosiddetto Concilio di Gerusalemme (48 o 49), in cui sostenne la linea di san Paolo di apertura del cristianesimo ai gentili, contro coloro che continuavano a legarlo alla tradizione ebraica.
«Gli ultimi anni della vita di San Pietro possono essere ricostruiti da resoconti molto successivi. Si trasferì a Roma, dove avrebbe svolto un lungo apostolato giustificando la futura sede del Papato: la Chiesa romana considera San Pietro il primo dei suoi papi. Lì fu arrestato durante le persecuzioni di Nerone contro i cristiani e morì crocifisso. Una tradizione poco contestata colloca la sua tomba sul Colle Vaticano, il luogo dove l’imperatore Costantino fece costruire nel IV secolo la Basilica dei Santi Pietro e Santi.
Sulla persona di San Pietro, Gesù Cristo edifica la sua Chiesa
A Cesarea di Filippo, a nord-est del lago di Tiberiade, avvenne l’episodio in cui san Pietro affermò la divinità di Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Gesù giudicò l’affermazione come l’effetto di un’illuminazione dall’alto e conferì a Pietro l’autorità ultima: «Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non te lo hanno rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è in Dio» i cieli. E io ti dico che tu sei Pietro, e che su questa pietra edificherò la mia Chiesa; Le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Ti darò le chiavi del regno dei cieli. E tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato anche in cielo; e tutto ciò che scioglierete sulla terra sarà sciolto anche nei cieli» (Matteo 16,17-19).
San Pietro ha lasciato qualcosa di scritto?
Le epistole di San Pietro compaiono nella Sacra Bibbia. L’apostolo espone la dignità del cristiano, la sublimità della sua vocazione e la santità di vita che deve esserne conseguenza. Dal capitolo 2,11 a 4,6, l’apostolo raccomanda l’obbedienza, la pazienza, il rispetto dell’autorità, l’amore per il prossimo nemici e armonia tra fratelli. La terza e ultima parte (4,7-5,14) contiene le indicazioni per una vita pura e santa.
Il Papa è il vescovo di Roma? Che rapporto ha con San Pietro?
Il Papa è Vescovo di Roma, Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Patriarca d’Occidente, Primate d’Italia, Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana, Sovrano dello Stato del Vaticano, Servo dei Servi di Dio.
Quando Gesù Cristo stabilì la sua Chiesa, fece di Simon Pietro, il rude pescatore del lago di Betsaida di Galilea, la pietra della sua Chiesa. Gliene diede le chiavi e lo costituì pastore del gregge (Gv 21,15-17). Il Papa non ha altro ufficio se non quello di essere custode delle chiavi della Chiesa e pastore del grande gregge che compone la Chiesa cattolica.
Questa successione di persone, da San Pietro ai giorni nostri, è continuata attraverso 21 secoli nella persona che tutti conosciamo come Santo Padre, Papa o Sommo Pontefice della Chiesa universale. San Pietro ha ricevuto questo potere di “legare e sciogliere” da Gesù Cristo e lo ha trasmesso nel tempo. San Pietro subì il martirio nella città di Roma, tra gli anni 64 o 67. Roma è, quindi, la città dei Papi.
Spetta al Papa, vescovo di Roma e successore di san Pietro, essere principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità, sia dei vescovi che della comunità dei fedeli. Spetta a lui confermare nella fede tutti i suoi fratelli, cioè tutti i cattolici. “Il Romano Pontefice gode di questa infallibilità in forza del suo ministero, quando, come supremo Pastore e Maestro di tutti i fedeli che conferma i suoi fratelli nella fede, proclama con atto definitivo la dottrina in materia di fede e di morale”. (Catechismo Chiesa Cattolica, n. 891)
Perché il Papa è il Successore di San Pietro?
Perché Cristo ha nominato San Pietro capo della sua Chiesa. Pietro, per volontà divina, stabilì la sua residenza a Roma. E così, per disposizione divina, chi gli succede come Vescovo di Roma, gli succede anche nel governo supremo della Chiesa.
Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: Il Papa, vescovo di Roma e successore di san Pietro, «è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità, sia dei vescovi che della moltitudine dei fedeli» (Lumen Gentium 23). «Il Romano Pontefice, infatti, ha nella Chiesa, in forza della sua funzione di Vicario di Cristo e Pastore di tutta la Chiesa, potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare con piena libertà» (Catechismo 882).
Il Vescovo della Chiesa Romana, nel quale rimane la funzione che il Signore ha affidato singolarmente a Pietro, primo tra gli Apostoli, e che egli trasmetterà ai suoi successori, è Capo del Collegio dei Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore della Chiesa Universale sulla terra; la quale, quindi, ha, in forza della sua funzione, potestà ordinaria, che è suprema, piena, immediata e universale nella Chiesa, e che può sempre esercitarla liberamente. (Codice di diritto canonico, canone 331).