Visita alla Comunità greco-cattolica presso la Chiesa Protezione della Madre di Dio
A termine dell’Incontro con i poveri e con i rifugiati presso la Chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria, il Santo Padre Francesco ha incontrato la Comunità greco-cattolica presso la Chiesa Protezione della Madre di Dio.
Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto all’ingresso della chiesa greco-cattolica di Budapest dall’Arcivescovo Metropolita dell’Eparchia di Hajdúdorog per i Cattolici di rito bizantino, S.E. Mons. Fülöp Kocsis. Quindi insieme si sono recati davanti all’Iconòstasi, mentre il coro ha intonato un canto.
Dopo l’indirizzo di saluto dell’Arcivescovo Metropolita, ha fatto seguito un momento di preghiera con la Comunità. L’incontro si è concluso con la benedizione e il canto finale.
Al termine della visita alla Comunità greco-cattolica il Santo Padre si è trasferito in auto alla Nunziatura Apostolica di Budapest. Al Suo arrivo Papa Francesco ha ricevuto il Metropolita Hilarion di Budapest e dell’Ungheria. L’incontro, dal tono cordiale, è durato circa 20 minuti.
Indirizzo di saluto di S.E. Mons. Fülöp Kocsis,
Arcivescovo Metropolita dell’Eparchia di Hajdúdorog per i Cattolici di rito bizantino
Sua Santità, Papa Francesco, amato da tutti noi,
da Papa Giovanni Paolo II abbiamo imparato l’importante verità che la Chiesa di Cristo respira con
due polmoni, lo spirito dell’Oriente e lo spirito dell’Occidente, che insieme fanno vivere il Corpo Mistico. Questa immagine poetica e teologica si manifesta in modo particolare proprio qui, in questa piazza. Due chiese si trovano l’una accanto all’altra, due comunità, una di rito latino, l’altra di rito bizantino, che vivono insieme nello stesso luogo.
Per noi greco-cattolici l’appartenenza alla Chiesa cattolica è particolarmente importante. Sin dalla nostra nascita, dalle nostre prime unioni, abbiamo dovuto soffrire molto a causa di questa doppia appartenenza. I nostri martiri sono morti non solo per la loro fede cristiana, ma soprattutto per la loro fedeltà alla Chiesa cattolica: invece che piegarsi ai dettami della violenza comunista, sono rimasti fedeli alla Chiesa cattolica e, per questo, sono morti.
Pertanto, nessuno può dubitare che, pur cercando di rimanere fedeli alle nostre radici orientali, noi non desideriamo separarci, ma intendiamo diventare un ponte tra le due Chiese sorelle, poiché, in un certo senso, apparteniamo ad entrambe.
Con la Sua visita di oggi abbiamo una forte conferma che siamo membri uguali della famiglia cattolica e promettiamo di impegnarci nel portare a tutti un messaggio di unità e di fraternità.
Chiediamo a Sua Santità di accettare da noi questo regalo semplice e simbolico, il rosario della Chiesa orientale, il chotki o komboskini, lavorato a maglia per questa occasione dai giovani greco-cattolici e presentato a Sua Santità dai bambini. Questo è il messaggio di tutti noi che amiamo con fede filiale il nostro Signore Gesù Cristo, la Chiesa e il suo Capo terreno, Papa Francesco.