Papa Francesco ringrazia l’UNITALSI per l’opera a favore dei malati

Pubblico: 120 anni di fondazione dell’UNITALSI

Vatican Media

Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i volontari e gli ammalati dell’UNITALSI, in occasione dei 120 anni di fondazione.

L’udienza di Papa Francesco con i volontari e i pazienti dell’UNITALSI è stato un momento di incontro e di consolazione per tutti i presenti. Il Papa ha ringraziato il servizio dei volontari, che offrono il loro tempo e la loro attenzione ai pazienti affetti da malattie rare e croniche. Ha anche espresso la sua vicinanza ai pazienti, che spesso affrontano grandi sfide fisiche ed emotive.

Il Papa ha sottolineato l’importanza della solidarietà e della compassione nella cura delle persone affette da malattie rare e croniche. Ha detto che queste persone hanno bisogno di sentirsi accompagnate e sostenute, e che i volontari svolgono un ruolo fondamentale in questo.

Il Papa ha parlato anche della speranza, essenziale per affrontare la malattia. Ha detto che la speranza è un dono di Dio e che ci aiuta ad andare avanti anche nei momenti più difficili.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’Udienza:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti tutti!


Sono contento di incontrare l’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (UNITALSI), nata 120 anni fa. La vostra presenza numerosa e variegata – malati, persone con disabilità, volontari, barellieri, famiglie, operatori sanitari, giovani, sacerdoti – testimonia la bellezza di una Chiesa che sa accompagnare, una Chiesa che sa prendersi cura dei più deboli, una Chiesa che sa annunciare il Vangelo nella carità operosa. Grazie, grazie tante per quello che fate! Non stancatevi di andare controcorrente in un mondo che, in nome del benessere e dell’efficienza a tutti i costi, emargina e scarta. Vi incoraggio nel vostro prezioso servizio, e lo faccio riferendomi ai simboli che avete posto nel logo dell’anniversario: il bastone e i sandali, segni del pellegrino, e la Vergine. Un invito a custodire lo spirito del pellegrinaggio, animato dal Vangelo, e a tenere lo sguardo su Maria.

Il pellegrinaggio è al centro della vostra opera, da quando il giovane Giovanni Battista Tomassi, affetto da artrite deformante irreversibile, fondò l’UNITALSI dopo aver sperimentato il conforto della preghiera durante un viaggio a Lourdes. Nella città mariana aveva immaginato di togliersi la vita e invece, proprio lì, ritrovò il senso profondo del suo essere, lì trovò la forza della fede. Anche oggi i pellegrinaggi che organizzate sono un balsamo per le ferite di tante persone con disabilità, malate, anziane o bisognose di aiuto, che accompagnate a Lourdes e negli altri principali santuari italiani ed esteri. Sono viaggi per la vita, viaggi di guarigione – in diverse dimensioni –, che promuovono la dignità di ogni esistenza umana, soprattutto segnata dalla malattia, dalla fragilità e dalla sofferenza. Nei pellegrini – come siamo tutti noi in questo mondo – si riflette il volto di Cristo, che ha preso su di sé le nostre infermità per impregnarle con la forza della Risurrezione.

L’esperienza del pellegrinaggio ha in sé i valori dell’accoglienza, dell’ospitalità, della solidarietà, e nelle vostre iniziative mette sulla stessa strada persone sane e malate, anziani e giovani, consacrati e laici; così diventa segno vivo di una Chiesa che cammina insieme, che supporta chi non ce la fa e che non vuole lasciare indietro nessuno. È immagine della Chiesa “ospedale da campo” che, come il buon Samaritano, si accosta con compassione e fascia le ferite versandovi olio e vino (cfr Lc 10,34). E tutto in silenzio, tutto con discrezione, perché davanti alla sofferenza le parole devono lasciare spazio alla vicinanza e ai gesti di tenerezza. Mi raccomando: sia sempre questo il vostro stile!

La vostra Associazione, diffusa e radicata in modo capillare nel territorio italiano, assicura un punto di riferimento per le famiglie e le comunità, svolgendo una funzione di presidio per la vita nella fragilità. Allo stesso tempo, svolge un’opera di evangelizzazione e di apostolato. Lo fa sine glossa, come direbbe San Francesco, ovvero con i fatti, con l’esempio, con un annuncio che ha il sapore della concretezza. È questo un linguaggio che può parlare a tutti, come vediamo nel Vangelo, quando la gente cercava Gesù perché in Lui sentiva la forza di Dio che guarisce, di Dio che perdona, di Dio che consola, di Dio che dà speranza. La Parola di Dio sia sempre il vostro nutrimento e anche il vostro “bastone”, che vi sostiene nel cammino, per non vacillare anche quando la strada si fa ardua e le forze sembrano venire meno.

E poi, cari amici, confidate in Maria. Il suo abbraccio è spesso la meta dei vostri pellegrinaggi. Continuate a cercarla, a contemplarla, a invocarla, a deporre ai suoi piedi le fatiche, le angosce, i dolori che ognuno porta con sé. In questo anniversario avete voluto che l’effige della Madonna di Lourdes visitasse l’Italia, con una peregrinatio attraverso le vostre Sezioni locali, coinvolgendo migliaia di persone, nelle chiese, negli ospedali, nelle case di riposo e di accoglienza, nelle carceri. E oggi è arrivata anche qui. Vi ringrazio tanto!

In questi giorni che ci conducono al Natale, la figura di Maria ci appare ancora più familiare, più vicina: guardiamola e lasciamoci guardare da lei, per imparare a dire “sì”, ad accogliere i progetti di Dio senza paura, e a prenderci cura dei più piccoli e indifesi. Lei, la Madre pellegrina nella fede e nella speranza, accompagni i passi della vostra Associazione. Benedico tutti voi e benedico il vostro servizio. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.