Papa Francesco: “La preghiera è la forza della pace”

Le parole del Papa dopo l’Angelus

Vatican Media - foto d'archivio

Dopo la preghiera dell’Angelus, il Santo Padre ha invitato a pregare per la pace in Ucraina e in Etiopia e per i Paesi dell’Africa colpiti dalle alluvioni. Ha ricordato la celebrazione odierna della Giornata Missionaria Mondiale, il cui motto è “Mi sarete testimoni”.

Di seguito le parole del Papa dopo l’Angelus, fornite dalla Sala Stampa della Santa Sede:

Le parole del Papa dopo l’Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Si celebra oggi la Giornata Missionaria Mondiale, che ha per tema “Di me sarete testimoni”. È un’occasione importante per risvegliare in tutti i battezzati il desiderio di partecipare alla missione universale della Chiesa, mediante la testimonianza e l’annuncio del Vangelo. Incoraggio tutti a sostenere i missionari con la preghiera e con la solidarietà concreta, affinché possano proseguire nel mondo intero l’opera di evangelizzazione e di promozione umana.

Oggi si aprono le iscrizioni per la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Lisbona nell’agosto 2023. Ho invitato due giovani portoghesi ad essere qui con me mentre mi iscrivo anch’io come pellegrino. Lo farò adesso… (clic sul tablet). Ecco, mi sono iscritto. Tu, ti sei iscritta? Fallo… E tu ti sei iscritta? Fallo… Ecco, rimanete qui. Cari giovani, vi invito ad iscrivervi a questo incontro nel quale, dopo un lungo periodo di lontananza, ritroveremo la gioia dell’abbraccio fraterno tra i popoli e tra le generazioni, di cui abbiamo tanto bisogno!


Ieri, a Madrid, sono stati beatificati Vincenzo Nicasio Renuncio Toribio e undici compagni della Congregazione del SS.mo Redentore, uccisi in odio alla fede nel 1936, in Spagna. L’esempio di questi testimoni di Cristo, fino all’effusione del sangue, ci spinga ad essere coerenti e coraggiosi; la loro intercessione sostenga quanti faticano oggi per seminare il Vangelo nel mondo. Un applauso ai nuovi Beati!

Con trepidazione seguo la persistente situazione di conflitto in Etiopia. Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le discordie, ma soltanto ne accresce le tragiche conseguenze. Faccio appello a quanti hanno responsabilità politiche, affinché cessino le sofferenze della popolazione inerme e si trovino soluzioni eque per una pace duratura in tutto il Paese. Possano gli sforzi delle parti per il dialogo e la ricerca del bene comune condurre a un concreto percorso di riconciliazione. Non manchino ai fratelli e alle sorelle etiopi, così duramente provati, la nostra preghiera, la nostra solidarietà e i necessari aiuti umanitari.

Sono addolorato per le inondazioni che stanno colpendo vari Paesi dell’Africa e che hanno provocato morte e distruzione. Prego per le vittime e sono vicino ai milioni di sfollati, ed auspico un maggiore impegno comune per prevenire queste calamità.

E saluto tutti voi, romani e pellegrini di vari Paesi. In particolare, saluto i chierici e i religiosi indonesiani residenti a Roma; la comunità peruviana che celebra la festa del Señor de los Milagros; il Centro Academico Romano Fundación e il gruppo della diocesi polacca di Tarnow. Saluto i fedeli di San Donà di Piave, Padova, Pontedera e Molfetta; i ragazzi della cresima di Piacenza, il gruppo “Tiberiade” di Carrobbio degli Angeli e il Movimento Nonviolento di Verona. E oggi, all’inizio di un nuovo Governo, preghiamo per l’unità e la pace dell’Italia.

Dopodomani, martedì 25 ottobre, mi recherò al Colosseo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo, insieme ai rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle Religioni mondiali, riuniti a Roma per l’incontro “Il grido della pace”. Vi invito ad unirvi spiritualmente a questa grande invocazione a Dio: la preghiera è la forza della pace. Preghiamo, continuiamo a pregare per l’Ucraina così martoriata.

Auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!