Benedizioni per tutti, anche per le coppie “irregolari”, imitando Dio che è “buono” e non “punitore” e “benedice tutti, tutti, tutti”; la “paura” di un’escalation della guerra e della capacità di “autodistruzione” dell’umanità; la conferma che non ha alcuna intenzione di dimettersi e l’annuncio di due viaggi: in Polinesia, ad agosto, e nella natia Argentina, a fine anno. Sono alcuni dei temi affrontati da Papa Francesco nell’intervista rilasciata al giornalista Fabio Fazio per la trasmissione “Che tempo che fa”, trasmessa da Nove questo pomeriggio, 14 gennaio. Già nel 2021 Francisco aveva rilasciato un’intervista allo stesso popolare programma (all’epoca in onda sulla Rai); Oggi, un nuovo colloquio di meno di un’ora per riflettere su temi legati all’attualità, alle sfide del mondo, della Chiesa, del pontificato.
Benedizioni per “tutti, tutti, tutti”
Il Papa risponde a una domanda sul documento del Dicastero per la dottrina della fede, Fiducia Supplicans, che apre alla possibilità di benedire le coppie in situazioni “irregolari” rispetto alla morale cattolica, comprese le coppie dello stesso sesso. Documento che ha lasciato traccia di reazioni diverse, anche contraddittorie. Francesco riconosce che “a volte le decisioni non vengono accettate” ma molte volte “è perché non sappiamo”; riafferma poi quel principio del “tutti, tutti, tutti” già espresso durante la GMG di Lisbona: «Il Signore benedice tutti, tutti, tutti, che vengono. Il Signore benedice tutti coloro che sono capaci di essere battezzati, cioè a ciascuno . Ma poi le persone devono entrare in dialogo con la benedizione del Signore e vedere qual è la strada che il Signore propone loro. Ma dobbiamo prenderle per mano e aiutarle a percorrere quella strada, non condannarle fin dall’inizio.”
I confessori perdonano tutto
Questa è “la pastorale della Chiesa” ed è un compito “molto importante” dei confessori, ai quali Francesco rinnova l’invito a “perdonare tutto” e a trattare le persone “con grande gentilezza”. Lui stesso, rivela, in 54 anni di sacerdozio, ha negato il perdono solo una volta “per l’ipocrisia della persona”: “Ho sempre perdonato tutto, ma lo dirò anche con la consapevolezza che quella persona può ricadere, ma il Signore ci perdona, ci aiuta a non ricadere, o a ricadere meno, ma perdona sempre.”
Il Signore “non si scandalizza dei nostri peccati, perché Lui è padre e ci accompagna”, afferma papa Francesco, confidando che gli piace aspettare che l’inferno sia vuoto.
Il rischio di guerre
Ancora una volta, come in questi 100 giorni di conflitto in Medio Oriente e in questi quasi due anni di aggressione contro l’Ucraina, il Papa stigmatizza l’orrore della guerra: “È vero che è rischioso fare la pace, ma la guerra è più rischiosa “. E racconta di un incontro avuto mercoledì scorso con una delegazione di bambini dell’Ucraina: “Nessuno di loro ha sorriso. I bambini sorridono spontaneamente, io ho dato loro dei cioccolatini e loro non hanno sorriso. Avevano dimenticato il sorriso e perché un bambino lo dimentichi” il suo sorriso è un delitto. Questo fa la guerra: impedisce di sognare.”
“Dietro le guerre – insiste il Vescovo di Roma – c’è il commercio delle armi. Un economista mi ha detto che, in questo momento, gli investimenti che generano più interesse, più soldi, sono le fabbriche di armi. Investire per uccidere”.
Paura di un’escalation della guerra
Poi, il vescovo di Roma confessa un timore personale: “Questa escalation di guerra mi spaventa, perché questo fatto di fare passi bellicosi nel mondo fa domandarsi come finiremo. Con le armi atomiche adesso, che distruggono tutto. Come finiremo ? Come andrà a finire? “L’Arca di Noè? Questo mi spaventa. La capacità di autodistruzione che ha l’umanità oggi”.
Quanta crudeltà verso i migranti
Nell’intervista c’è spazio anche per il tema tanto caro al Pontefice, quello degli immigrati, con il ricordo dell’abbraccio dato a Pato, il giovane camerunese che lo scorso anno ha perso la moglie e la figlia di 6 anni a causa di dalla fame, dal caldo e dalla sete nel deserto tra Tunisia e Libia. Francesco lo ricevette nel mese di novembre a Santa Marta. “C’è molta crudeltà nel trattamento di questi immigrati quando lasciano le loro case per arrivare qui in Europa”, dice, ricordando la drammatica situazione di tante persone nei campi di concentramento libici e la tragedia del febbraio 2022 a Cutro, su la costa della Calabria. “È vero che ognuno ha il diritto di restare nella propria casa e di emigrare”, dice il Papa, ma “per favore, non chiudete le porte”. Ciò che serve è una politica di immigrazione “ben ponderata” che aiuti a “prendere in mano il problema degli immigrati” ed “eliminare tutte queste mafie che sfruttano gli immigrati”.
Riforme
Rivolgendo l’attenzione alla Chiesa, il Pontefice parla di riforme. La prima cosa da attuare è “una riforma dei cuori”, poi si passa alle strutture che “vanno preservate, modificate, riformate secondo l’obiettivo”. Ma la prima cosa da fare è “cambiare il cuore” e purificarlo dalla malizia e dall’invidia, il “vizio giallo che rovina tutti i rapporti”.
No alla rassegnazione, sì ai viaggi in Polinesia e Argentina
Infine, c’è una domanda sulle sue possibili dimissioni dal pontificato: “Non è né un pensiero né una preoccupazione, e nemmeno un auspicio. È una possibilità, aperta a tutti i Papi, ma in questo momento non è al centro del dibattito dei miei pensieri e delle mie ansie, dei miei sentimenti”. A conferma di queste parole Francisco annuncia i due viaggi ipotizzati nelle interviste precedenti: Polinesia e Argentina. In Argentina – dove è stato invitato ufficialmente con una lettera del nuovo presidente Javier Milei – il Pontefice potrebbe recarsi a fine anno: “Lì la gente soffre molto. È un momento difficile per il Paese si sta valutando un viaggio nella seconda metà dell’anno, perché adesso c’è il cambio di governo, ci sono novità… Ad agosto devo fare il viaggio in Polinesia, molto lontana, e dopo questo vorrei se si può fare il viaggio in Argentina. Voglio andarci. Dieci anni vanno bene, va bene, posso andare.”
Salvatore Cernuzio – Vatican News