“Queridos jovens, boa tarde! Cari giovani, buonasera! Benvenuti e grazie di essere qui, sono felice di vedervi! Sono felice di ascoltare il simpatico chiasso che fate e di farmi contagiare dalla vostra gioia”. Papa Francesco parla al cuore di ogni ragazza e ragazzo arrivati a Lisbona per la Giornata mondiale della gioventù. Li incontra mentre si fa sera al Parque Eduardo VII, l’ampia area verde situata al centro della città. Circa 500 mila i presenti. Dopo l’indirizzo di saluto del patriarca di Lisbona, il cardinale Manuel José Macário do Nascimento Clemente, sono loro i protagonisti della prima parte di questo momento con musiche, canti e coregrafie, consegnando simbolicamente a Francesco lettere con le loro tante domande sulla vita, sulla fede e sull’appartenenza alla Chiesa, sventolando le bandiere di tutti i Paesi del mondo da cui provengono, portando sul palco i simboli della Gmg: la Croce del Pellegrino e l’icona della Madonna Salus Populi Romani.
È il Signore che vi ha chiamati per nome
Grande l’attesa per le parole del Papa che seguono la lettura del Vangelo in cui Gesù invia i suoi discepoli a portare a tutti l’annuncio del Regno. Francesco ringrazia i giovani per aver accolto l’invito a partecipare e sottolinea che prima di tutto è Gesù che li ha chiamati ad essere qui. Afferma:
Voi non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni. Sì, Lui vi ha chiamati per nome. Abbiamo ascoltato dalla Parola di Dio che ci ha chiamati per nome. Provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro di voi, nei vostri cuori, come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei: tu sei chiamato per nome.
L’amore di Dio è il punto di partenza della vita
Siamo chiamati perché siamo amati, prosegue Francesco, per Dio ogni persona è preziosa così com’è e di ciascuna Egli vuol fare un capolavoro. La Gmg può aiutarci a riconoscere questa realtà, osserva il Papa, e a ciascun giovane augura:
Siano giorni in cui il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni – vediamo tante bandiere – che lo pronunciano con amicizia, risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te. Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere: come siamo adesso. Questo è il punto di partenza della GMG, ma soprattutto della vita.
Per Gesù ogni persona è preziosa
Papa Francesco osserva che per Dio dietro ogni nome c’è un volto ma che non sempre è così nella società. I social, ad esempio, si servono dei nostri dati personali non per interpellare “l’unicità” di ciascuno ma la sua “utilità per le indagini di mercato”. Parla di lupi nascosti dietro falsi sorrisi che ingannano e poi lasciano soli. E avverte:
Queste sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità poi si mostrano per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue,cose che non servono e che lasciano il vuoto dentro. Vi dico una cosa: Gesù non è così, non è così: Lui ha fiducia in te, ha fiducia in ciascuno di voi, in ciascuno di noi perchè per Gesù ciascuno di noi è importante, ciascuno di voi è importante. Questo è Gesù.
Nella Chiesa c’è spazio per tutti
Non deve essere così nella Chiesa, comunità non dei migliori ma dei chiamati, sottolinea il Papa, tutti fratelli e sorelle perché figli dello stesso Padre, dove ognuno deve essere accolto.
Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti – per tutti! – nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti. E questo Gesù lo dice chiaramente quando invia gli apostoli a invitare al banchetto di quell’uomo che lo aveva preparato, disse: “Andate e portate tutti, giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori: tutti, tutti, tutti”. E la Chiesa è il posto per tutti. “Padre, però io sono un disgraziato, sono una disgraziata: c’è posto per me?”: c’è posto per tutti, tutti insieme, ciascuno con la sua lingua. Ciascuno nella sua lingua ripeta con me: “Tutti, tutti, tutti”.
Ciascuno di voi, è l’invito del Papa, trasmetta in questi giorni “il linguaggio d’amore di Gesù”.
L’amore di Dio ci sorprende sempre
I giovani hanno rivolto a Papa Francesco tante domande questa sera e questo, afferma il Papa, è positivo perché mostra l’inquietudine dell’anima. Ciascuno ha dentro le proprie inquietudini, afferma, e proseguendo tutto a braccio il Papa osserva come queste inquietudini “le portiamo con noi anche quando preghiamo davanti a Dio” e le nostre domande “con la vita diventano risposte che dobbiamo soltanto aspettare”. L’amore di Dio è sempre una sorpresa.
Cari ragazzi e ragazze, vi invito a pensare a questa cosa tanto bella: che Dio ci ama, Dio ci ama come siamo, non come vorremmo essere o come la società vorrebbe che fossimo: come siamo. Ci ama con i difetti che abbiamo, con le limitazioni che abbiamo e con la voglia che abbiamo di andare avanti nella vita. Dio ci chiama così: abbiate fiducia perché Dio è padre, ed è un padre che ci ama, un padre che ci vuole bene. Questo non è molto facile, e per questo abbiamo un grande aiuto nella Madre del Signore: è anche nostra Madre. Lei è nostra Madre. Solo questo volevo dirvi: non abbiate paura, abbiate coraggio, andate avanti sapendo che siamo protetti dall’amore di Dio. Dio ci ama: diciamolo insieme, tutti: Dio ci ama. Più forte, che non sento! Grazie!
Il saluto del patriarca di Lisbona al Papa
Parole cariche di gratitudine avevano accolto l’arrivo del Papa al Parque Eduardo VII. “Abbiamo tanto bisogno di ringiovanire con la sua presenza e la sua parola in questi giorni, affinché risplenda ancora di più, qui e nel mondo intero, la bellezza del Vangelo in questi tempi segnati da parecchi ostacoli per uno sviluppo integrale e pacifico dei popoli e tra i popoli”, aveva affermato il cardinale Manuel José Macário do Nascimento Clemente, patriarca di Lisbona. E se non mancano gli ostacoli, aveva sottolineato, non manca neppure la volontà di superarli e ne è dimostrazione la presenza alla Gmg di tanti giovani da tutto il mondo. Sono certo, aveva proseguito, che questi giorni saranno una risposta” al suo costante appello per un mondo più solidale e fraterno”. Infine il porporato aveva dato il benvenuto ai giovani “pellegrini di questa Giornata”. Vi ha portati qui, aveva osservato, lo stesso desiderio di incontro e di condivisione che vi spinge verso un futuro più fraterno fra tutti i popoli. “E questi giorni – concludeva – segnano già l’inizio di tale futuro che volete costruire”.
Adriana Masotti – Città del Vaticano