Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza le partecipanti al 25° Capitolo Generale delle Suore Scolastiche di Nostra Signora e ha loro rivolto il discorso che pubblichiamo di seguito:
Care sorelle, buongiorno!
Do il mio benvenuto a tutte voi, in occasione del vostro venticinquesimo Capitolo Generale, che si svolge qui a Roma. Vi riunite per rendere grazie a Dio per le sue benedizioni del passato e del presente e per discernere il cammino futuro della vostra Congregazione. Lo fate traendo ispirazione dall’eredità della vostra Fondatrice, la Beata Teresa di Gesù Gerhardinger, di cui il 17 novembre, ultimo giorno del Capitolo, ricorre l’anniversario della beatificazione. E come va la causa di canonizzazione?
La vita della Beata Teresa è stata una testimonianza di fede trasformante, di coraggio nel creare nuove vie e di dedizione all’educazione dei giovani. La sua pedagogia voleva essere integrale: insieme all’istruzione intellettuale comprendeva anche la cura dello spirito e la formazione di persone compassionevoli, responsabili e incentrate in Cristo, cioè la formazione del cuore, per avere compassione. Sulle sue orme, voi avete proseguito lungo queste tre strade dell’educazione, del servizio e della spiritualità. Come si legge nelle vostre Costituzioni, la Beata Teresa “fondava la congregazione sull’Eucaristia, la ancorava alla povertà e la dedicava a Maria” (cfr nn. 17-18). Mi piace questo: ancorare nella povertà. Senza la vera povertà, non c’è vita religiosa. La povertà è quella che custodisce la vita consacrata. E non solo è una virtù, no, è la custode. Non dimenticare questo. Questo saldo fondamento ha permesso alle School Sisters of Notre Dame di andare in tutto il mondo e di testimoniare il Vangelo, rendendo visibile Cristo attraverso la vostra presenza, piena di fede, speranza e carità (cfr Costituzioni, n. 4).
Il tema che avete scelto per il vostro Capitolo Generale: “Essere testimoni profetici per una comunione universale”, è di grande importanza nel contesto dei nostri tempi. Le Scritture ci offrono numerosi riferimenti alla vocazione profetica di singoli e comunità che hanno promosso la comunione tra i diversi membri del santo Popolo fedele di Dio. Penso, ad esempio, al profeta Geremia, la cui missione è stata di unirsi al popolo d’Israele nella sua sofferenza per aiutarlo a riconoscere e a rispondere all’amore di Dio che sempre vuole fare alleanza. Pensiamo anche a San Paolo, che ricordava ai primi cristiani di Roma che «noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo» (Rm 12,5). Infatti il vostro carisma di “condurre tutti all’unità per cui Cristo fu inviato” è fondato sul desiderio di Gesù dell’unità tra tutti quelli che credono in Lui (cfr Gv 17,11).
Come donne che professano i consigli evangelici, voi siete state a lungo pioniere nell’abbracciare la dimensione profetica della vita consacrata, che «costituisce memoria vivente del modo di esistere e di agire di Gesù come Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli» (Esort. ap. Vita consecrata, 22). E la vostra dedizione è segno, oltre che del dono che avete fatto di voi stesse al Signore, anche della vostra disponibilità a servire, in Lui, tutti i nostri fratelli e sorelle.
Mentre ora riflettete su nuove vie per il cammino della vostra Congregazione, sempre restando radicate sulla solida base posta dalla Fondatrice, vi incoraggio a continuare ad essere testimoni coraggiose della solidarietà evangelica, in un tempo nel quale molti sperimentano frammentazione e disunione. Questa responsabilità assume ancora maggiore importanza alla luce del cammino sinodale che tutta la Chiesa sta compiendo. Il vostro Capitolo è un momento propizio per ascoltare più attentamente lo Spirito Santo e per ascoltarvi a vicenda, al fine di migliorare i legami che vi uniscono come sorelle e come membra del Corpo di Cristo.
E vorrei sottolineare questo: ascoltare. A noi piace parlare sempre, a tutti. E non solo alle donne, anche a noi. A tutti. Ma è così difficile imparare ad ascoltare. Il Signore ci parla anche attraverso gli altri. Ascoltare gli altri, e non, mentre l’altro parla, pensare: “Cosa risponderò?”. No. Ascoltare: che arrivi al cuore e poi, se sento di rispondere, rispondo. Ascoltare è proprio una virtù che noi dobbiamo far crescere nelle nostre comunità, nella vita consacrata. Ascoltare il Signore, ma ascoltare i fratelli e le sorelle. Questo è molto importante.
Care sorelle, vi ringrazio per la vostra visita. Che lo Spirito Santo vi conceda i suoi doni in abbondanza, cosicché le deliberazioni e le decisioni del Capitolo possano portare molto frutto nella vita della vostra comunità. E ci sarà frutto se voi saprete ascoltare. La Vergine Maria, Madre della Chiesa, vi protegga, vi aiuti e sia la vostra guida sicura nel cammino. Benedico di cuore voi e tutte le vostre sorelle sparse nel mondo. Quante sono? Quante sorelle? [Rispondono: “1900”] 1900? Salutatele tutte! 1900 baci. Benedico di cuore voi e tutte le vostre sorelle, e vi chiedo, per favore, di pregare per me, perché ne ho bisogno.