Pace, dal Colosseo l’ennesimo appello ai governanti

La preghiera del Papa e degli altri leaders religiosi al termine dell’incontro mondiale promosso dalla Comunità di S. Egidio

(C) Vatican Media
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Un forte appello ai governanti perché finalmente tacciano le armi e la pace regni su questa terra martoriata da una guerra mondiale a pezzi. È quello che si è levato dal Colosseo, all’interno del quale per la prima volta un Pontefice si è recato a pregare. Con lui, i rappresentanti delle confessioni cristiane, uniti in una preghiera ecumenica, nello “spirito di Assisi”. I leaders delle altre religioni hanno pregato separatamente e si sono aggregati alla seconda parte dell’incontro promosso dalla Comunità di S. Egidio, “Il grido della pace”.

Edith Bruck con i ragazzi ai quali ha consegnato l’appello per la pace (C) Vatican Media

L’evento del Colosseo ha concluso una tre giorni di dibattiti e riflessioni sul tema così centrale e attuale. Alla fine, tutti hanno firmato l’appello per la pace. La scrittrice Edith Bruck, sopravvissuta ad Auschwitz, lo ha consegnato ad alcuni giovani e idealmente a tutto il mondo.

L’appello del Papa

“La nostra preghiera è diventata un grido” ha detto tra l’altro il Papa nel suo discorso. “Oggi la pace è gravemente violata, ferita, calpestata: e questo in Europa, cioè nel continente che nel secolo scorso ha vissuto le tragedie delle due guerre mondiali – e siamo nella terza”. Riprendendo le parole di San Giovanni XXIII, nel messaggio che cadeva esattamente il 25 ottobre 1962, nel pieno della crisi dei missili a Cuba, il S. Padre ha lanciato un appello forte ai governanti: “Il grido della pace viene spesso zittito, oltre che dalla retorica bellica, anche dall’indifferenza. È tacitato dall’odio che cresce mentre ci si combatte.


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Il S. Padre firma l’appello (C) Vatican Media

Ma l’invocazione della pace non può essere soppressa: sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. E questo grido silenzioso sale al Cielo. Non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite, e merita ascolto. Merita che tutti, a partire dai governanti, si chinino ad ascoltare con serietà e rispetto. Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le povertà”.

Impagliazzo: percorrere strade di pace

L’incontro era stato introdotto dal presidente della Comunità di S. Egidio, Marco Impagliazzo: “Le strade di pace ci sono. Si tratta di intravederle, indicarle, aprirle, percorrerle” ha affermato. E ha ricordato come San Giovanni Paolo II disse dopo l’incontro del 1989: “Ad Assisi non abbiamo pregato invano”. Quell’incontro contribuì senza dubbio a fermare la Guerra Fredda. La speranza è che la preghiera elevata nel cielo di Roma possa contribuire a fermare i tanti conflitti che si combattono oggi, a cominciare da quello in Ucraina.