Nuova edizione del libro liturgico per i funerali del Papa

Francesco l’ha approvato lo scorso aprile ed è stato curato dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche. Monsignor Ravelli: “Il rito rinnovato sottolinea che i funerali del Romano Pontefice sono quelli di un pastore e discepolo di Cristo e non quelli di un potente uomo di questo mondo”

L’Ufficio per le Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha curato e pubblicata la seconda edizione tipica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvata il 29 aprile 2024 da Papa Francesco, che ha ricevuto la prima copia del volume stampato il 4 novembre. Tra le novità introdotte ci sono la conferma della morte non più nella camera del defunto ma in cappella, la deposizione immediata all’interno della bara, l’esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già all’interno della bara aperta, e l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e quercia. Il libro liturgico si presenta come una nuova edizione del suo predecessore, l’editio typica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis approvato nel 1998 da San Giovanni Paolo II e pubblicato nel 2000, che è stato utilizzato ai funerali dello stesso Pontefice nel 2005 e, con adattamenti, in quelli del Papa emerito Benedetto XVI nel 2023. “Una seconda edizione si è resa necessaria”, ha spiegato il Mons. Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche dei Pontefici -, innanzitutto perché Papa Francesco ha chiesto, come lui stesso ha dichiarato in più occasioni, di semplificare e adattare alcuni riti affinché la celebrazione dei funerali del Vescovo di Roma possa meglio esprimere la fede della Chiesa in Cristo risorto… Il rito rinnovato, inoltre, doveva sottolineare ancora di più che i funerali del Romano Pontefice sono quelli di un pastore e discepolo di Cristo e non del di un uomo potente di questo mondo.

Continuità e novità

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, avvalendosi di diversi esperti, ha effettuato una revisione approfondita dell’intero libro, intervenendo poi sul lessico, sui testi liturgici e su ciascuno dei riti, adattando l’intero rituale alla nuova Costituzione Prædicate Evangelium di marzo 2022 che, mantenendo l’ufficio del Camerlengo, abolisce la Camera Apostolica. Vengono mantenute le tre “stazioni” classiche, quella dell’abitazione del defunto, quella della Basilica Vaticana e quella del luogo di sepoltura. «Tuttavia – prosegue monsignor Ravelli – la struttura interna delle Stazioni e i testi sono stati rivisti alla luce dell’esperienza acquisita con i funerali di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, dell’attuale sensibilità teologica ed ecclesiale, e della recentemente rinnovata libri liturgici. Tra le novità più rilevanti c’è la semplificazione dei titoli pontifici: è stata ripresa la terminologia utilizzata nella terza edizione del Missale Romanum (2008), cioè gli appellativi di Papa, Episcopus [Romæ] e Pastor, mentre nel premesse generali e rubriche, è stata scelta l’espressione Romanus Pontifex, secondo il titolo del libro liturgico. Nella traduzione italiana è stato ripreso il vocabolario utilizzato nella seconda edizione del Rito dei Funerali (2010) curata dalla Conferenza Episcopale Italiana, di cui è stata aggiornata gran parte della terminologia della versione italiana del Rito, ad esempio preferendo il termine bara per indicare il corpo già chiuso nella bara. «La struttura del nuovo Ordo – aggiunge il Maestro delle Celebrazioni Pontificie – è stata semplificata, rivedendo o eliminando diversi elementi rituali difficilmente coordinabili o che erano ormai ritenuti inappropriati. Inoltre, ogni sequenza rituale è diventata più chiara e precisa, così come sono stati meglio definiti i poteri e le funzioni di coloro che partecipano alla preparazione e all’esecuzione dei riti.

Le tre “stagioni”

La prima stazione “presso l’abitazione del defunto” comprende la notizia della conferma della morte nella cappella privata del defunto, anziché in camera, e la deposizione della salma nell’unica bara di legno e nella bara interna di zinco, prima del suo trasferimento in Basilica. Il primo trasferimento al Palazzo Apostolico fu soppresso. Alcuni passaggi sono stati specificati rimodellando la seconda stazione: poiché la deposizione nella bara è già avvenuta dopo la conferma della morte, la bara viene chiusa alla vigilia della messa funebre. La seconda stazione “nella basilica vaticana” prevede un unico trasferimento a San Pietro, la chiusura del feretro e la messa funebre. Nella Basilica Vaticana, il corpo del Papa defunto è esposto direttamente sulla bara e “non più in una bara alta”, inoltre, secondo quanto stabilisce il Cæremoniale Episcoporum per i funerali dei vescovi diocesani, durante tale esposizione non sarà posizionare il bastone papale accanto alla bara. Infine, la terza stazione “presso il luogo di sepoltura” prevede il trasferimento del feretro nella tomba e la sepoltura. “Questa stazione – spiega Ravelli – ha subito un’importante razionalizzazione dovuta all’eliminazione del deposito e alla chiusura della bara di cipresso in una seconda di piombo e una terza di quercia o altro legno”. Un’altra novità consiste nell’introduzione delle indicazioni necessarie per un’eventuale sepoltura in luogo diverso dalla basilica vaticana.


Revisione completa dei testi

La nuova edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis è stata oggetto anche di una profonda revisione dei testi rubricali, eucaristici e biblici. In particolare, le preghiere latine hanno dovuto essere adattate alla terza edizione tipica del Missale Romanum del 2008 e alla traduzione biblica della Nova Vulgata, mentre la traduzione italiana è stata adattata alla terza edizione del Messale Romano del 2020 e alla Lezionario CEI in vigore dal 2008. «Lasciare maggiore libertà nella scelta del repertorio da eseguire», aggiunge monsignor Ravelli, «è opportuno ha deciso di eliminare la notazione musicale, inserendo però precisi riferimenti alle pagine del Graduale Romanum del 1979, quale libro liturgico del canto ufficiale della Chiesa romana. Anche in questo caso i testi dei salmi sono stati uniformati alla Nuova Vulgata. Sono stati corretti gli errori tipografici ed è stata migliorata la corrispondenza di alcune traduzioni con l’originale latino. Le litanie dei santi, cantate durante i funerali in due occasioni: durante la traslazione del corpo del Papa in basilica, nella forma più lunga, e durante la tradizionale supplica della Chiesa di Roma, al termine della messa funebre, per il quale è stata scelta la forma abbreviata. Tutti i santi celebrati con il grado di festa o memoria obbligatoria, indicato nel Calendario Generale, sono stati inseriti e si sono completati con l’inserimento di tutti i santi Papi presenti nel Calendario Generale con il grado di memoria facoltativa e di alcuni santi della Chiesa di Roma.

I “Novendiales”

Un quarto e ultimo capitolo del libro liturgico è dedicato alle disposizioni per i novendiales, le Messe in suffragio del Papa defunto celebrate per nove giorni consecutivi a partire dalla Messa funebre. Il rito prevede quattro – e non più tre – forme di preghiera, poiché sono state raccolte tutte quelle offerte dal Missale Romanum per il Papa defunto e quella del vescovo diocesano defunto. A differenza dell’edizione precedente, vengono omessi i testi del Lezionario, dal quale al loro posto vengono offerte solo le indicazioni bibliche. Infine, questa nuova edizione non comprende l’importante appendice con l’Ordinario della Messa, le raccolte dei salmi penitenziali e graduali e i canti dell’Ordinario con notazione gregoriana. «L’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis – conclude il Maestro delle Celebrazioni Pontificie – non è concepito come un messale plenario», ma come un Ordo nel senso proprio del termine, contenente cioè le indicazioni rituali, lo sviluppo dei riti e i testi propri, ma per tutto il resto si fa riferimento ai libri liturgici in uso, cioè il messale, il lezionario e il graduale. Il risultato, quindi, è un volume più agile, facile da consultare e preciso nelle indicazioni rituali, strumento essenziale per la preparazione e la celebrazione dei funerali del discepolo di Cristo, successore eletto di Pietro.