Questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, i Membri dell’Associazione Italiana Fondazioni ed Enti Filantropici (ASSIFERO) e ha rivolto loro il saluto che riportiamo di seguito:
Saluto del Santo Padre
Cari amici, buongiorno!
Ringrazio la Presidente, Dottoressa Stefania Mancini, per le sue parole e do il benvenuto a tutti voi, soci dell’Associazione Assifero.
Avete chiesto questo incontro nel ventesimo anniversario della vostra Associazione, e così ho potuto conoscere la vostra realtà. Mi congratulo con voi per il lavoro compiuto in questi anni, e per l’impostazione, di chiara ispirazione cristiana, con cui avete strutturato la vostra attività.
Come ha ricordato poco fa la Dottoressa Mancini, voi raggruppate numerose fondazioni private che, in Italia e all’estero, si adoperano in svariati ambiti, per la promozione della persona e per lo sviluppo di modelli sociali ed economici sani e solidali, mettendo in sinergia competenze e risorse diverse. Infatti, una prima cosa che colpisce della vostra azione è proprio la sua ricchezza e varietà. Siete di provenienze, estrazioni e confessioni cristiane diverse, portate con voi il patrimonio di sfere di attività, competenze e modalità operative di vario tipo, rivolgete la vostra attenzione e il vostro aiuto a realtà e contesti di ogni genere. La vostra è una carità “a tutto campo”, che richiede apertura mentale e capacità di coordinamento; per usare un’immagine paolina, come membra di un corpo (cfr 1 Cor 12,1-13).
Per questo vorrei raccomandarvi di curare particolarmente, nei vostri programmi, tre valori importanti che, del resto, avete già ben presenti: primo, la promozione del bene integrale della persona, secondo, l’ascolto delle comunità locali, terzo, la vicinanza agli ultimi. Sulla vicinanza non dimenticatevi che è una delle qualità di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Dio è così: vicino, compassionevole e tenero. Sono i tre “atteggiamenti” per dire così, di Dio. Questa vicinanza ti porta alla compassione e alla tenerezza.
Anzitutto la promozione del bene integrale della persona, nelle sue dimensioni fondamentali: materiale, intellettuale, morale e spirituale. È qualificante, infatti, che l’assistenza materiale miri ad emancipare le persone, rendendole protagoniste della loro crescita, nello sviluppo delle loro capacità e delle loro doti, sia a livello individuale che comunitario. Il tutto poi secondo sani principi etici, perché la crescita economica avvenga nella solidarietà e nella giustizia. Vi possono ispirare le parole di Gesù che disse: «Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).
Secondo valore: l’ascolto delle comunità locali. Mi avete parlato di questa attenzione che vi proponete come metodo: ascoltare le realtà territoriali. È molto importante, perché il vostro intervento non si riduca ad un aiuto sporadico, ma ponga semi per il futuro là dove la gente vive, nelle situazioni che la Provvidenza vi indica (cfr Lc 13,18-21). E l’umiltà dell’ascolto, così inteso, è un elemento fondamentale dell’agire per il bene comune, a maggior ragione quando vi permette di farvi portavoce delle istanze dei più deboli presso le pubbliche istituzioni.
Terzo valore: la vicinanza agli ultimi. C’è un proverbio che dice che “una catena è tanto forte quanto il suo anello più debole”. Farsi vicini agli ultimi, chinarsi sulle loro ferite, farsi carico dei loro bisogni, è porre buone fondamenta nella costruzione di comunità unite e solide, per un mondo migliore e per un futuro di pace. È Cristo stesso che nel povero ci viene incontro, per indicarci la via del Regno dei Cieli, Lui che «si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà» (cfr 2 Cor 8,9).
Cari amici, vi ringrazio di essere venuti oggi e soprattutto per tutto il bene che fate. Vi incoraggio ad andare avanti sempre con entusiasmo e con saggezza. Vi benedico di cuore. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!