Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2025: un invito alla conversione e alla solidarietà
Invita i cristiani ad approfondire la loro fede, a vivere la fraternità e la speranza nei momenti difficili

La Quaresima 2025 giunge con un messaggio profondamente ispiratore da parte di Papa Francesco, che nella sua tradizionale lettera per questo tempo di riflessione, ci invita alla conversione, alla solidarietà e alla riscoperta della speranza in mezzo alle avversità.
Il Papa inizia il suo messaggio sottolineando l’appello che la Quaresima rivolge a tutti i cristiani: un tempo di penitenza e di rinnovamento, in cui cerchiamo di raggiungere la vera libertà in Cristo. Francesco ci ricorda che questa è un’opportunità per guardare dentro di noi e riflettere sul nostro rapporto con Dio e con gli altri, ricercando una conversione che non sia superficiale, ma che arrivi fino in fondo al nostro essere.
Nella sua riflessione, il Papa pone particolare enfasi sull’importanza della preghiera e del digiuno, due pilastri fondamentali della Quaresima. Questi atti di penitenza non sono solo un esercizio individuale, ma un modo per aprirci alle necessità degli altri. «La preghiera, che ci conduce alla contemplazione della parola di Dio, deve condurci all’azione; Il digiuno deve essere vissuto come un atto di solidarietà con chi soffre.”
La solidarietà, come sottolinea Francesco, non dovrebbe essere solo una parola, ma una pratica quotidiana. Il Papa sottolinea la necessità di essere attenti alle necessità degli altri, soprattutto in un mondo segnato da disuguaglianze. In questo senso, la Quaresima diventa un momento per assumere impegni concreti per aiutare i più bisognosi. «Il vero digiuno – afferma il Papa – è quello che si realizza aprendo il cuore agli altri, specialmente ai più poveri».
Infine, Papa Francesco conclude il suo messaggio con un appello alla speranza. Di fronte alle sfide che l’umanità deve affrontare, egli invita i cristiani a non perdere la fede in Dio, sempre fedele alle sue promesse. La Quaresima, ci ricorda, non è solo un tempo di sacrificio, ma anche di speranza nella risurrezione, momento culmine della nostra fede.
Secondo Papa Francesco, questo tempo di Quaresima deve essere vissuto intensamente, facendoci strumenti di pace, fraternità e giustizia. Un tempo per riscoprire la bellezza del Vangelo, per trasformare la nostra vita e per avvicinarci di più a Dio e ai fratelli.
Testo completo:
Camminiamo insieme nella speranza
Cari fratelli e sorelle!
Con il segno penitenziale delle ceneri sul capo, iniziamo il pellegrinaggio annuale della santa Quaresima, nella fede e nella speranza. La Chiesa, madre e maestra, ci invita a preparare i nostri cuori e ad aprirci alla grazia di Dio per poter celebrare con grande gioia il trionfo pasquale di Cristo, il Signore, sul peccato e sulla morte, come esclamava San Paolo: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?» ( 1Cor 15,54-55). Infatti Gesù Cristo, morto e risorto, è il centro della nostra fede ed è il garante della nostra speranza nella grande promessa del Padre, già realizzata in Lui, il suo Figlio amato: la vita eterna (cfr Gv 10,28; 17,3) [1].
In questa Quaresima, arricchita dalla grazia dell’Anno Giubilare, desidero offrirvi alcune riflessioni su cosa significa camminare insieme nella speranza, e scoprire gli appelli alla conversione che la misericordia di Dio rivolge a tutti noi, come persone e come comunità.
Prima di tutto, camminare. Il motto del Giubileo “Pellegrini di speranza” fa pensare al lungo viaggio del popolo d’Israele verso la terra promessa, narrato nel libro dell’Esodo: il difficile cammino dalla schiavitù alla libertà, voluto e guidato dal Signore, che ama il suo popolo e sempre gli è fedele. E non possiamo ricordare l’esodo biblico senza pensare a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e di violenza e vanno in cerca di una vita migliore per sé e i propri cari. Qui sorge un primo richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita, ma ognuno può chiedersi: come mi lascio interpellare da questa condizione? Sono veramente in cammino o piuttosto paralizzato, statico, con la paura e la mancanza di speranza, oppure adagiato nella mia zona di comodità? Cerco percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità? Sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarsi con la realtà concreta di qualche migrante o pellegrino e lasciare che ci coinvolga, in modo da scoprire che cosa Dio ci chiede per essere viaggiatori migliori verso la casa del Padre. Questo è un buon “esame” per il viandante.
In secondo luogo, facciamo questo viaggio insieme. Camminare insieme, essere sinodali, questa è la vocazione della Chiesa [2]. I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire da noi stessi per andare verso Dio e verso i fratelli, e mai a chiuderci in noi stessi [3]. Camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio (cfr Gal 3,26-28); significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l’altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Andiamo nella stessa direzione, verso la stessa meta, ascoltandoci gli uni gli altri con amore e pazienza.
In questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni. Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, presbiteri, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini [4]. Questo è un secondo appello: la conversione alla sinodalità.
In terzo luogo, compiamo questo cammino insieme nella speranza di una promessa. La speranza che non delude (cfr Rm 5,5), messaggio centrale del Giubileo [5], sia per noi l’orizzonte del cammino quaresimale verso la vittoria pasquale. Come ci ha insegnato nell’Enciclica Spe salvi il Papa Benedetto XVI, «l’essere umano ha bisogno dell’amore incondizionato. Ha bisogno di quella certezza che gli fa dire: “Né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” ( Rm 8,38-39)» [6]. Gesù, nostro amore e nostra speranza, è risorto [7] e vive e regna glorioso. La morte è stata trasformata in vittoria e qui sta la fede e la grande speranza dei cristiani: nella risurrezione di Cristo!
Ecco la terza chiamata alla conversione: quella della speranza, della fiducia in Dio e nella sua grande promessa, la vita eterna. Dobbiamo chiederci: ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?
Sorelle e fratelli, grazie all’amore di Dio in Gesù Cristo, siamo custoditi nella speranza che non delude (cfr Rm 5,5). La speranza è “l’ancora dell’anima”, sicura e salda [8]. In essa la Chiesa prega affinché «tutti gli uomini siano salvati» ( 1Tm 2,4) e attende di essere nella gloria del cielo unita a Cristo, suo sposo. Così si esprimeva Santa Teresa di Gesù: «Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l’ora. Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene la tua impazienza possa rendere incerto ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve» ( Esclamazioni dell’anima a Dio, 15, 3) [9].
La Vergine Maria, Madre della Speranza, interceda per noi e ci accompagni nel cammino quaresimale.
Roma, San Giovanni in Laterano, 6 febbraio 2025, memoria dei Santi Paolo Miki e compagni, martiri.
FRANCESCO
______________________________________________
[1] Cfr Lett. enc. Dilexit nos (24 ottobre 2024), 220.
[2] Cfr Omelia nella Messa per la canonizzazione dei Beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti, 9 ottobre 2022.
[5] Cfr Bolla Spes non confundit, 1.
[6] Lett. enc. Spe salvi (30 novembre 2007), 26.
[7] Cfr Sequenza della Domenica di Pasqua.
[8] Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1820.
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