L’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino (KUL) ha aperto ufficialmente il Centro di Studi della KUL presso il Centro di Detenzione di Lublino. – Questo Centro può diventare un modello per tutte le unità penitenziarie nel mondo – ha sottolineato il Rev. Prof. Mirosław Kalinowski, Rettore dell’Università Cattolica di Lublino. – Per noi la cosa più importante è non perdere tempo nel luogo in cui ci troviamo – sottolineano i detenuti – nuovi studenti dell’Ateneo.
L’inaugurazione dell’anno accademico al Centro di detenzione di Lublino è iniziata con una Santa Messa nella cappella del carcere, seguita dalla cerimonia di apertura del Centro di Studi dell’Università Cattolica di Lublino. Questa importante iniziativa della KUL dovrebbe consentire ai detenuti – in conformità con la lettera di intenti precedentemente firmata con il Consiglio Centrale del Servizio Carcerario – di educare a un livello superiore, nonché di assimilare importanti valori etici e umanistici.
– Il Centro di Studi dell’Università Cattolica di Lublino sta diventando non solo un centro leader in Polonia, ma può diventare nche un modello per tutti gli istituti penitenziari nel mondo. Sarà un luogo per organizzare progetti educativi o condurre studi post-laurea – ha affermato il Rev. Prof. Mirosław Kalinowski, Rettore dell’Università Cattolica di Lublino. Ha anche aggiunto che il successo di questo progetto dipende anche dal fatto che l’Università Cattolica di Lublino si preoccupa delle procedure accademiche, mentre il servizio carcerario si preoccupa della sicurezza di questo processo.
Hanno inviato lettere ai partecipanti alla cerimonia il card. Konrad Krajewski, Elemosiniere Pontificio, e l’on. Przemysław Czarnek, Ministro dell’Istruzione e della Scienza. Il primo ha ricordato le parole di papa Francesco secondo cui nel sistema carcerario “non basta pagare la colpa, ma è necessaria la vera riabilitazione del condannato”. – Quando essa è assente, scontare la punizione è solo uno strumento di disciplina e di ritorsione sociale. Questo, a sua volta, è dannoso sia per la persona che per la società – ha scritto il card. Krajewski. A sua volta, il Ministro dell’Istruzione ha espresso l’auspicio che i prossimi mesi siano “un tempo di sviluppo scientifico e di risultati eccezionali” per il Centro.
L’avvio del Centro studi della KUL è stato valutato positivamente anche dai rappresentanti del Servizio penitenziario. – Siete di fronte ad una grande opportunità. Tutti voi che state pensando al futuro; a quelli tra voi che vogliono cambiare il proprio futuro in meglio; a quelli tra voi che hanno specifiche risorse e potenziali, che sono ragionevoli, viene offerta un’enorme opportunità. E vi invito ad approffittare questa opportunità – ha affermato il Col. Krzysztof Stefanowski, Vicedirettore generale del Servizio Penitenziario, rivolgendosi ai detenuti.
Il Segretario di Stato presso il Ministero dei Beni dello Stato Jan Kanthak ha sottolineato che “il lavoro e l’istruzione sono le vie migliori per ritrovarsi perfettamente nella nuova realtà dopo aver scontato la pena”. – Perché la realtà cambia ogni giorno, e dopo aver lasciato questo luogo, bisogna adattarsi, bisogna riconoscere questa realtà. E proprio l’istruzione e il lavoro servono meglio a questo scopo – ha affermato il Viceministro, congratulandosi con i detenuti per la decisione di iniziare gli studi all’Università Cattolica di Lublino.
Durante la cerimonia di inaugurazione del Centro Studi della KUL presso il Centro Penitenziale di Lublino – che è stata anche onorata dalla presenza, tra gli altri, del Vescovo Adam Bap dell’Arcidiocesi di Lublino, nonché della prof.ssa Susannah Heschel, figlia del patrono del Centro Heschel della KUL – ha avuto luogo immatricolazione degli studenti. L’apertura del Centro Studi dell’Università Cattolica di Lublino è stata possibile grazie al sostegno, tra l’altro, del Ministero della Giustizia, del Ministero dei Beni dello Stato e il Ministero dell’Istruzione e della Scienza.
Tra i nuovi studenti dell’Università Cattolica di Lublino, c’erano una decina di detenuti che sono stati iscritti al primo anno di studi del corso di laurea magistrale lanciato quest’anno nel campo delle Scienze della famiglia (specializzazione in animazione dell’ambiente sociale). Questa specializzazione non è solo adeguata alle esigenze socio-economiche (mercato del lavoro), ma tiene conto anche della situazione formale e giuridica dei detenuti. Un’altra specializzazione che suscita molto interesse tra i detenuti è quella di assistente di persone non autosufficienti.
– Per me, lo sviluppo personale è molto importante perché non voglio perdere tempo nel posto in cui mi trovo. Voglio svilupparmi ulteriormente, e questo è il mio terzo studio, perché prima ho studiato giurisprudenza, poi che economia e management – ha detto ai giornalisti il sig. Maciej, il quale ha affermato che le prime lezioni di Scienze della Famiglia richiamano a quello che si svolge in libertà. – Utilizziamo i materiali forniti dai docenti e anche da estranei, e abbiamo accesso persino alla biblioteca – ha dichiarato.
– Sarà un’esperienza importante per me, vorrei introdurre qualcosa di nuovo nella mia vita, visto che sono arrivato in carcere. Non voglio che il mio tempo qui sia sprecato – ha aggiunto il Sig. Piotr, che ha studiato in passato, ma fino a 30 anni fa.
La lezione inaugurale dal titolo “Perché, dopo le tragiche esperienze del XX secolo, oggi nell’est Europa è scoppiato di nuovo un conflitto armato”, è stata tenuta dal Rev. Prof. Marcin Składanowski dell’Istituto di Scienze Teologiche. La cornice musicale della cerimonia è stata assicurata dal Coro dell’Università Cattolica di Lublino.
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Dal 2013, hanno completato i loro studi al KUL circa 30 persone che stanno scontando una pena detentiva nel Centro di detenzione di Lublino. Si tratta di un progetto unico che trova conferma nei risultati riabilitativi – fino all’80 per cento dei laureati, dopo aver lasciato il carcere, non intraprendono più un percorso criminale.
I lavori preparatori per l’avvio del Centro di Studi dell’Università Cattolica di Lublino presso la Carcere di Lublino sono iniziati nell’aprile scorso.
Il fatto che persone private della libertà intraprendano gli studi ha un effetto positivo sui detenuti, come si evince dalla ricerca scientifica, nonché dall’esperienza derivante dall’attuazione dell’istruzione accademica nei centri di detenzione e nelle carceri. Lo studio accresce il senso della propria dignità e autostima, consente loro di sentirsi membri a pieno titolo della società e approfondisce le conoscenze e le competenze che possono essere utili al termine della pena. Studiare sotto la supervisione di docenti insegna anche l’empatia, la cooperazione, la responsabilità e incoraggia la volontà di riscattare i crimini commessi.