23 Aprile, 2025

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L’eredità di Francesco: la Chiesa come ospedale da campo

Una delle cose che mi ha toccato il cuore di Papa Francesco quando è stato eletto è stata la sua concezione della Chiesa come "ospedale da campo"

L’eredità di Francesco: la Chiesa come ospedale da campo

“Vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. Quanto è inutile chiedere a un ferito se ha il colesterolo o la glicemia alta! Le sue ferite devono essere guarite. Del resto parleremo più tardi. Guarire le ferite, guarire le ferite… E bisogna iniziare dalle cose più elementari.”

Lo ha raccontato così nelle oltre sei ore in cui ha dialogato con padre Antonio Spadaro, direttore della “Civiltà Cattolica”, nell’intervista da lui rilasciata per conto delle riviste culturali della Compagnia di Gesù.

È impressionante leggere quella conversazione dodici anni dopo, perché ha delineato la sua tabella di marcia quasi al millimetro.

In queste ore successive alla sua morte, il giorno dopo la domenica di Pasqua, il giorno più importante per la Chiesa perché celebra la Resurrezione di Gesù Cristo, i media stanno riportando reazioni provenienti da ogni angolo del globo.Sentiamo e leggiamo elogi generalmente unanimi per la sua disponibilità e vicinanza ai più vulnerabili. Lo stesso Francesco rese esplicito questo atteggiamento all’epoca:

Come stiamo trattando il popolo di Dio? Sogno una Chiesa Madre e Pastore. I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi, prendersi cura delle persone, accompagnarle come il Buon Samaritano che lava, pulisce e conforta il prossimo. Questo è puro Vangelo. Dio è più grande del peccato. Le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo. La prima riforma deve essere quella degli atteggiamenti.

Oggi vediamo che Francesco ha contattato molti di coloro che non hanno fede e ha persino attaccato la Chiesa partendo dalle sue posizioni ideologiche in modo quasi sistematico.

In un mondo estremamente polarizzato, forse questa intervista fornisce anche le chiavi per conoscere il futuro Papa.

«I ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare con loro nella notte, di saper dialogare e persino di scendere nella loro notte e nel loro buio senza perdersi. Il popolo di Dio ha bisogno di pastori, non di funzionari ecclesiastici. I vescovi, in particolare, devono essere uomini capaci di sostenere con pazienza i passi di Dio in mezzo al suo popolo, perché nessuno resti indietro, e di accompagnare con il loro fiuto il gregge a trovare nuove strade.

Non tutti i suoi nuovi approcci sono piaciuti a tutti all’interno della Chiesa. Vedremo se il nuovo pontefice proseguirà il suo cammino, perché ci sono cammini da cui non si torna più indietro. Altri, invece, sarebbe meglio lasciarli in sospeso.

Ma questo lo sa solo Dio.

Se san Giovanni Paolo II è stato il Pontefice che ha abbattuto i muri e si è messo in pellegrinaggio, toccando i cuori ai confini della terra, Benedetto XVI è stato il profondo teologo che ha pensato più di quanto abbia parlato… e ha parlato con la forza del pensiero; Francesco fu il pastore che trasformò la Chiesa in un ospedale da campo. Simboli, ciascuno a suo modo, dell’ancora e della vela che cattura il vento dello Spirito Santo: una Chiesa di amore e di speranza.

Isabel Durán Doussinague

Periodista, escritora y madre ante todo. Autora del 1er libro presentado por un humanoide. Comprometida para mejorar el mundo que dejamos a nuestros hijos.