Il 4 settembre 2024 si è tenuta a Varsavia la riunione del Consiglio della Conferenza dell’Episcopato della Polonia (CEP) per gli Affari Sociali presieduta da mons. Marian Florczyk. La riunione si è svolta in un momento particolare per il Paese. Dopo le elezioni politiche dell’ottobre 2023, il 13 dicembre nella Polonia si è costituito un nuovo governo formato da più di dieci partiti molto diversi tra loro: dagli ex comunisti, femministe, verdi al partito di Tusk (piattaforma Civica), la Polonia 2050 e il partito contadino (PSL), più conservatore. L’unico vero collante dei partiti che formano l’attuale governo è stato l’odio verso il partito Diritto e Giustizia che per otto anni governava il Paese. Purtroppo, la demonizzazione dell’avversario politico continua anche dopo la vittoria elettorale con i tentativi di colpire ed eliminare l’attuale partito dell’opposizione, anche violando le leggi e la Costituzione. Gli “spettacoli” delle vendette politiche hanno anche una funzione specifica: distrarre l’opinione pubblica dal fatto che Tusk ha realizzato soltanto una minima parte delle promesse elettorali, e dall’altra parte “nascondere” la mancanza di risultati concreti delle azioni di questo governo per il bene del Paese.
Ma il governo Tusk ha anche un’altra caratteristica: è il governo più anticlericale dalla svolta democratica del 1989. I suoi ministri e parlamentari combattono i valori cristiani nella sfera pubblica e prendono i provvedimenti riguardanti la sfera religiosa che richiamano i tempi del regime comunista: l’eliminazione dei simboli religiosi dalla sfera pubblica, il ridimensionamento dell’ora di religione nelle scuole, con la prospettiva di eliminarla completamente, l’eliminazione dalle letture scolastiche dei testi a carattere religioso, i progetti di eliminare il Fondo Ecclesiastico ecc. Grande scalpore ha suscitato l’arresto di un sacerdote, don Michal Olszewski, che rimane in prigione dalla Settimana Santa senza ricevere concrete accuse.
In questo delicato momento della vita del Paese il Consiglio della CEP per gli affari sociali nel suo documento intitolato “Per la cura della Patria” ha elencato i fenomeni negativi della vita sociale che “si traducono in atteggiamenti individuali, familiari, sociali e nazionali” e “conducono a profonde divisioni e mancanza di rispetto reciproco, conflitti, alienazione sociale e non rispetto della legge”.
Ecco il testo completo del documento:
“Come nel resto del mondo, anche in Polonia siamo alle prese con diversi fenomeni negativi. Preoccupano le tendenze all’ateizzazione della vita pubblica e all’eliminazione dell’etica dalla sfera politica. Un esempio è la violazione della legge da parte delle autorità statali, incluso il trattamento improprio degli arrestati, l’introduzione del ‘diritto’ di uccidere un essere umano estendendo la possibilità di abortire fino al 9° mese di vita del bambino, allontanandosi dai valori morali in molti ambiti della vita sociale, diffondendo l’odio, promuovendo l’antagonismo, sfruttando i conflitti nello spazio sociale, marginalizzando l’importanza della religione, privando il diritto di professare la fede ed eliminando i simboli religiosi dalla sfera pubblica.
Le suddette tendenze negative che si verificano nella vita pubblica si traducono in atteggiamenti individuali, familiari, sociali e nazionali, portando a profonde divisioni e mancanza di rispetto reciproco, conflitti, alienazione sociale e non rispetto della legge. In molti casi contribuiscono alla perdita della speranza, del significato della vita, del senso di identità, nonché alla disgregazione della famiglia, alla solitudine e alla promozione di modelli negativi nel processo di formazione delle giovani generazioni. La conseguenza dei fenomeni e degli atteggiamenti sopra menzionati è la distruzione dei nostri fondamenti: la tradizione cristiana e il patrimonio nazionale.
Pertanto, invitiamo le autorità statali ad astenersi da qualsiasi azione che causi il degrado della vita sociale. Chiediamo a tutti i credenti una presenza attiva nella vita sociale basata sui principi del Vangelo, e chiediamo alle persone di buona volontà di rimanere fedeli alla propria coscienza nello spirito di solidarietà e di responsabilità per il bene comune. Ricordiamo che la Polonia è la nostra casa comune, e l’eredità cristiana ne è il fondamento da secoli”.
Il documento è stato firmato da mons. Marian Florczyk, presidente del Consiglio CEP per gli affari sociali insieme ai membri del Consiglio.