Il Venerdì Santo, in tutte le chiese del mondo, si tiene la Colletta per la Terra Santa. È un’iniziativa nata per la volontà dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi Santi. È la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi. E’ anche lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. San Paolo VI, attraverso l’Esortazione Apostolica ‘Nobis in Animo’, diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa, che visitò nello storico pellegrinaggio del 1974.
La Custodia Francescana attraverso la Colletta per la Terra Santa può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata. Prima di tutto custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa. Lo fa attraverso numerose attività di solidarietà, come il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali.
L’uso della Colletta per la Terra Santa
I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta per la Terra Santa sono: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il resto va alla Congregazione per le Chiese Orientali. Questa lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale.
L’appello del prefetto
Il prefetto cardinale Sandri, come ogni anno ha scritto ai vescovi di tutto il mondo per sollecitare l’adesione a questa iniziativa di carità e solidarietà. Ecco il testo dell’appello, firmato anche dal segretario mons. Giorgio Demetrio Gallaro:
Caro fratello in Cristo, nell’omelia della Domenica delle Palme 2021, il Santo Padre ha utilizzato parole molto forti per parlare della Passione del Signore. “Questo ci stupisce: vedere l’Onnipotente ridotto a niente… vedere il Dio dell’universo spoglio di tutto. Perché ti sei lasciato fare questo? Lo hai fatto per noi, per toccare fino in fondo la nostra realtà umana, per attraversare tutta la nostra esistenza, tutto il nostro male. Per avvicinarsi a noi a non lasciarci soli nel dolore e nella morte… egli sperimenta nella sua carne le nostre contraddizioni più lacerate, e così le redime, le trasforma”.
I pellegrinaggi del Papa: l’Iraq
Papa Francesco nel corso del 2021 ha vissuto due pellegrinaggi di speranza tra le comunità cristiane del Medio Oriente e della Terra Santa. Sperando contro ogni speranza, mentre tutto il mondo era ancora in preda alla pandemia, ha voluto raggiungere alcuni tra i più soli e sofferenti. I nostri fratelli e sorelle dell’Iraq, terra di Abramo, terra dell’esilio, terra che ha saputo custodire il nome di Cristo nonostante la violenza della guerra e la persecuzione.
Accanto a Lui con la preghiera e l’affetto, anche noi abbiamo percorso le strade di Mosul, di Qaraqosh, siamo sostati in preghiera nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad in memoria dei testimoni uccisi il 31 ottobre 2010 mentre stavano celebrando la liturgia, che l’Oriente ama definire “il cielo sulla terra”. Quel giorno la terra si è tinta di sangue e macerie. Eppure, come credenti riconosciamo che si è sprigionata la luce della Pasqua di Passione e Resurrezione e si è diffuso il balsamo e il profumo di coloro che seguono l’Agnello immolato sino al dono della vita.
Cipro e Grecia
Anche a Cipro e poi in Grecia, terre della predicazione apostolica, il Papa si è confrontato con la sofferenza della divisione: di una terra, dei popoli, degli stessi credenti in Cristo che ancora non possono sedersi alla stessa mensa dell’Eucarestia, di coloro che vi sono giunti numerosi cercando rifugio e accoglienza. Non sono mancati altri appelli, gesti e inviti alla pace per altre terre che la storia della salvezza e le vicende bibliche ci invitano a comprendere come “Terra Santa”.
L’amore si ripaga con l’amore
Dinanzi a questi gesti del Santo Padre che testimoniano il desiderio di vicinanza, di incontro, di recare almeno un po’ di sollievo come fosse la carezza del Nazareno, dobbiamo avere il coraggio – come singoli e comunità cristiane – di interrogarci: che cosa vedo, di cosa mi accorgo? Quale è il perimetro del mio sguardo? Nella Pasqua verso la quale ci conduce il cammino quaresimale, lascerò che il Signore possa visitare le mie e le nostre solitudini? E all’Amore che verrà a visitarmi saprò rispondere con l’amore? L’amore non si paga se non con l’amore!
La sofferenza della guerra e della pandemia
Se in termini personali il Cristo ha sofferto ed è morto una sola volta e non può morire più, nel suo Corpo, che è la Chiesa, continua a soffrire, specialmente in Medio Oriente, ma anche in ogni altro luogo del mondo in cui la libertà di vivere la fede è conculcata e impedita: dalla persecuzione in molti casi, dall’ambiente ostile talvolta, spesso dalla globalizzazione dell’indifferenza, dalla violenza delle guerre di cui l’umanità sembra purtroppo non essere mai paga, come accade in Ucraina.
Per due anni consecutivi i cristiani di Terra Santa hanno celebrato la Pasqua e il Natale in una sorta di isolamento, senza il calore e l’amicizia solidale dei pellegrini che visitavano i Luoghi Santi e le locali comunità. Le famiglie hanno sofferto oltre misura per la mancanza di lavoro più che per gli effetti immediati della stessa pandemia.
La Colletta per la Terra Santa non è superata
È per espresso desiderio dei Pontefici che si è iniziata e si continua a celebrare la “Colletta per la Terra Santa”, solitamente collocata nel giorno della Passione salvifica del Signore, il Venerdì Santo: non è nulla di antico o sorpassato, perché essa esprime anzitutto la consapevolezza delle nostre radici che si trovano nell’annuncio della redenzione che si è diffuso da Gerusalemme ed è giunto a tutti noi. Il gesto dell’offerta, anche piccola, ma da parte di tutti, come l’obolo della vedova, consente ai nostri fratelli e sorelle di continuare a vivere e sperare, ad offrire una testimonianza vivente al Verbo fatto carne nei Luoghi e per le strade che videro la sua presenza. Se smarriamo le nostre radici, come potremo essere ovunque ci troviamo nel mondo, un albero che cresce e porta frutti di amore, carità e condivisione?
Guardando dunque a Cristo che ha toccato fino in fondo la nostra realtà umana, lasciandoci ispirare dai gesti di prossimità compiuti da Papa Francesco nei suoi Viaggi Apostolici e raccogliendo il suo invito ad essere solidali con i fratelli e le sorelle della Terra Santa, diamo nuovo vigore e nuova linfa alla pratica della Colletta di Terra Santa: attraverso i competenti Uffici Diocesani e grazie alla presenza e all’operato in tutto il mondo dei Commissari di Terra Santa dell’Ordine dei Frati Minori viviamola curando anche la preparazione ad essa, attraverso testimonianze, preghiere o la semplice celebrazione della Via Crucis.
Comunione dei santi
A Gerusalemme, Betlemme, Nazareth e in molti altri santuari e monasteri ogni giorno si celebra e si prega per la Chiesa in tutto il mondo, e noi siamo invitati a ricordarci con il cuore e con un piccolo dono di tutti coloro che pronunciano il nostro nome dinanzi al Signore, ringraziando per la nostra generosità. Il materiale informativo che ogni anno viene diffuso ci aiuta a vedere il flusso di carità e di vita che è reso possibile grazie alla Colletta.
A Lei, ai Sacerdoti, ai Religiosi e ai Fedeli, che si adoperano per la buona riuscita della Colletta, in fedeltà ad un’opera che la Chiesa richiede di compiere a tutti i suoi figli secondo le modalità note, ho la gioia di trasmettere la viva riconoscenza del Santo Padre Francesco. E mentre invoco copiose benedizioni divine sulla comunità a Lei affidata, porgo il più fraterno saluto nel Signore Gesù.