Preghiamo per la pace, affinché la Santa Vergine che a Fatima ha chiesto: “Voglio che preghino il Rosario per ottenere la pace” presenti le nostre preghiere al Signore e sia concesso al mondo un duraturo tempo di pace.
Dal pinnacolo del Santuario di Fatima, cuore della devozione mariana in Europa, sotto un cielo plumbeo dovuto a un incendio scoppiato ieri nella vicina Leira, l’elicottero con a bordo Papa Francesco appare intorno alle 9.40. Fa due giri e il silenzio mantenuto fino a quel momento dai circa 200 mila fedeli riuniti lì dall’alba (alcuni anche dalla sera prima) viene interrotto da un applauso fragoroso. Francesco – lasciata per qualche ora Lisbona, dove si trova dal 2 agosto per la Gmg – guarda dal finestrino la spianata gremita di fedeli. Dall’alto spicca la Cappellina con la statua della Madonna apparsa a Francisco, Giacinta e Lucia; Jorge Mario Bergoglio vi torna per la seconda volta dopo la visita del 13 maggio 2017, per il centenario delle apparizioni a Cova de Iria.
Una pausa di preghiera
Questa mattina vi sono seduti all’interno sei detenuti, oltre al gruppo di un centinaio di ammalati con i quali il Papa recita il Rosario per la pace. Quella che proprio dalla Vergine di Fatima il Vescovo di Roma aveva invocato come dono, affidando al suo Cuore Immacolato il 25 marzo 2022 l’Ucraina e la Russia. La Vergine stessa aveva raccomandato ai tre pastorelli: “Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra”. E in questi tempi bui, feriti come al tempo delle apparizioni del 1917 da conflitti, violenze e divisioni, il Papa ha voluto fare una pausa nel programma serrato e travolgente della Gmg e fermarsi ai piedi della Madonna per elevare una supplica universale.
Il saluto dei fedeli
Il momento di preghiera è preceduto da un lungo giro in papamobile dall’eliporto, dove il Papa atterra con 30 minuti di anticipo. Sulla vettura scoperta percorre tutti i 4,5 km fino al Santuario, salutando e benedicendo le due ali di folla che, al suo passaggio, agitano mani, bandiere e fazzoletti bianchi. Qualcuno lancia anche dei coriandoli o porge mazzi di fiori; tanti piangono per l’emozione e la commozione. Ogni tanto il Pontefice si ferma a salutare alcuni bambini – grandi, piccoli e piccolissimi – che i genitori gli porgono. Con due ragazzini resta a scambiare qualche battuta, gli consegnano un disegno, lui sorride, dà qualche buffetto sulla guancia e regala una coroncina.
Il canto dell’Ave Maria fa da sottofondo al lento procedere del Papa verso la Cappellina. In sedia a rotelle, tenendo in mano un mazzo di rose, Francesco raggiunge l’edicola trasparente con la statua della Madonna. Si sofferma in preghiera per diversi minuti, da solo, con il capo chino verso il basso e gli occhi chiusi. Prima un breve applauso dalla folla, poi il grido di una donna “W il Papa!”, infine in tutta la piazza ritorna il silenzio. Silenzio quasi innaturale vista la moltitudine di persone.
I malati recitano i misteri gaudiosi
Francesco depone ai piedi della Madonna un Rosario d’oro, suo dono per il Santuario. Sedutosi di fronte a Maria, avvia quindi la preghiera del Rosario. Un sacerdote ricorda la raccomandazione della Madonna ai tre pastorelli: “Fratelli e sorelle, pregate molto!”. Ragazzi e ragazzi diversamente abili recitano poi uno a uno i misteri gaudiosi. Commuove la lettura a fatica di Samantha Numerato, giovane disabile italiana, a cui segue alla fine un applauso spontaneo. Nel quarto mistero, in particolare, si prega per la pace affidandola alla intercessione della Madonna. Il vescovo di Leiria-Fatima, José Ornelas Carvalho, presidente della Conferenza Episcopale portoghese, nel saluto al Papa dice: “Ci associamo alla preghiera di Vostra Santità per la pace, con la quale si identifica profondamente questo Santuario, pensando in modo particolare alla guerra nell’Ucraina e a tanti altri focolai di conflitto nel mondo, che pesano drammaticamente sulla vita e sul futuro soprattutto dei bambini e dei giovani”.
La Chiesa non ha porte
Il Papa raccoglie i bisogni di un’umanità che sembra aver smarrito la via della pace, ma vuole soprattutto parlare di gioia. E di una Chiesa che “non può che essere la casa della gioia”, come sottolinea in un discorso quasi interamente a braccio, ribadendo il messaggio nella cerimonia di accoglienza di una Chiesa che accoglie “todos, todos, todos… tutti, tutti, tutti”.
La Chiesa non ha porte, perché tutti possano entrare. E anche qui possiamo insistere sul fatto che tutti possono entrare, perché questa è la casa della Madre, e una madre ha sempre un cuore aperto per tutti i suoi figli, tutti, tutti, tutti, senza esclusioni.
Il testo del tweet
A lato di uno scatto che ritrae il Papa di fronte all’effigie mariana, il tweet riporta a sinistra brevi righe di una preghiera intensa. “Con cuore di figli ti consacriamo le nostre vite, ogni fibra del nostro essere, tutto quello che abbiamo e siamo, per sempre. Ti consacriamo la Chiesa e il mondo, specialmente i Paesi in guerra”, si legge nel testo, che prosegue: “Ottienici la pace. Tu, Vergine del cammino, apri strade dove sembra che non vi siano”.
La frase conclusiva esprime la totale fiducia nella forza di intercessione della Vergine, più forte di qualsiasi male: “Tu, che sciogli i nodi, allenta i grovigli dell’egoismo e i lacci del potere. Tu, che non ti lasci mai vincere in generosità, riempici di tenerezza, colmaci di speranza e facci gustare la gioia che non passa, la gioia del Vangelo. Amen”.
Alessandro De Carolis – Salvatore Cernuzio