Arriva il Natale e con esso le pubblicità dei marchi simbolo della nostra vita: El Almendro, Suchard, Loterías del Estado… ci ricordano che dobbiamo rispolverare il presepe e l’albero e gestire la nostra agenda per non morire nel tentativo di coprire così tanti eventi.
Anno dopo anno, vedo come questi annunci cercano, e riescono, a raggiungere il cuore di molti. Sono le campagne che ottengono il maggior numero di visualizzazioni e generano il maggior numero di conversazioni nei network e non solo.
E perché ci commuovono, perché ci toccano il cuore? Beh, lo fanno perché parlano di persone e alla persona. Perché parlano direttamente della natura dell’essere umano. A quella natura che la gente vuole negare nel tentativo di disumanizzarci, ma che è lì, anche se cercano di convincerci del contrario, e cioè che Dio ci ha fatti bene, non credete?
Ci ha resi vulnerabili. Ci ha resi limitati. Ci ha resi piccoli… ci ha resi perfettamente imperfetti e va bene così. Siamo stati messi al mondo per amare ed essere amati e questo è un dato di fatto. Non è una questione di fede. Non è una questione di fede, né di credere. È la natura stessa della persona, che per quelli di noi che credono, naturalmente, parla e ci porta a Dio, ma per quelli che non credono è anche un fatto e parla da sé. Quegli aneliti inscritti nei nostri cuori di bontà, di bene, di verità e di amore sono lì.
I creativi pubblicitari, che ammiro profondamente dopo aver lavorato per molti anni nel mondo delle agenzie, sanno che per avere un impatto sul pubblico non c’è niente di meglio che raggiungere il loro “io” più profondo. Quell’io che desidera fare le cose bene. Che desidera essere amato così com’è e vuole donarsi. A quell’io che vuole lasciare un segno in questo mondo ed essere ricordato dai suoi. A quell’io che non può vivere senza un tu perché è un essere relazionale e fatto per l’incontro con l’altro. A quell’io che viaggia alla ricerca del senso della sua vita, del suo perché.
Non ho ancora visto la pubblicità di El Almendro, ma ho visto quelle di Suchard e Loterías. In entrambe si parla dell’importanza di dare importanza a ciò che è importante, che non è altro che la famiglia. E questo, che sembra uno scioglilingua, sembra essere negato al giorno d’oggi.
“Abbiamo fatto bene?”, si chiedono i vecchietti nella pubblicità del torrone Mondelez. Una storia in cui ricordano e guardano la loro vita scorrere Natale dopo Natale e dove a comparire sono le PERSONE: i loro cari, la loro famiglia e i momenti vissuti insieme a loro. Non ci sono molte auto, molti orologi, molte case, molti soldi… e cosa definisce se la tua vita è stata buona o di successo? Il mondo ci parla di accumulare cose, esperienze, denaro… ma è un dato di fatto che un sacco rotto non potrà mai essere riempito. Si può cercare di riempire la propria vita con cose superflue e/o materiali e, in realtà, essere molto poveri.
Nella pubblicità si parla di ciò che è veramente vitale: una vita significativa è una vita vissuta con amore e per amore e donata agli altri. Questa è la famiglia. Il luogo in cui si vive donandosi l’un l’altro e facendolo nella verità. Senza maschere e senza bisogno di fingere nulla. Così come siamo.
E lì, in questa semplicità (che non è facile), la pubblicità ha portato le lacrime agli occhi di molti.
Vi invito a guardare anche il lungo spot Loterías di quest’anno. Il titolo è “La fortuna che abbiamo”. Per me rafforza l’idea di quanto sono fortunata.
La fortuna di sapere di essere amata. Sapere di essere unico e irripetibile. Molto piccolo e limitato, ma comunque il più amato.
La fortuna di sapere che sono figlio di Dio e di tutto ciò che mi ha dato, a partire dalla mia famiglia. E nel mezzo per tutte le persone che ha messo sul mio cammino.
E prima di salutarvi, vorrei fare una “caduta sul conto” e la faccio, per me la prima. Non dimentichiamo, per quanti eventi, lotterie, pubblicità, regali, ecc…, quello che celebreremo molto presto: Dio si fa bambino e viene al mondo per dare la sua vita per ciascuno di noi.
Non smettiamo di dirlo. Non lasciamo che il Natale si secolarizzi e perda il suo significato. Dio, senza aver bisogno di noi, ha voluto aver bisogno di noi e ci ha messo qui in questo momento storico, in questo luogo.
@sencillamentemarta