Soltanto la fama di Karol Wojtyla oscura quella del cardinale Stefan Wyszynski (1901-1981), arcivescovo di Gniezno e Varsavia e primate di Polonia, che partecipò al secondo conclave del 1978, che elesse il primo papa polacco della storia con il nome di Giovanni Paolo II. Era il 16 ottobre 1978. Pochi giorni dopo, il 23 ottobre, il Papa scrisse una famosa “Lettera ai polacchi”, dove del cardinale Wyszynski si legge:
“Non ci sarebbe sulla cattedra di Pietro questo papa polacco, che oggi pieno di timore di Dio, ma anche di fiducia, inizia un nuovo pontificato, se non ci fosse la tua fede, che non ha indietreggiato dinanzi al carcere e alla sofferenza. Se non ci fosse la tua eroica speranza, la tua fiducia senza limiti nella Madre della Chiesa. Se non ci fosse Jasna Gora, e tutto il periodo della storia della Chiesa nella nostra Patria, unito al tuo ministero di vescovo e di Primate”.
La morte del cardinale
Il cardinale Wyszynski morì il 28 maggio 1981, a Varsavia, a 79 anni. La notizia raggiunse Papa Wojtyla mentre era ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dopo essere miracolosamente scampato all’attentato del 13 maggio in piazza san Pietro, per mano del turco Alì Agca. Sicuramente, nell’apprendere quella notizia, a Wojtyla tornarono in mente le parole che Wyszynski gli rivolse dopo l’elezione a Pontefice: “Se il Signore ti ha chiamato, tu devi introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio” (Giovanni Paolo II, Angelus del 29 maggio 1994). Era stato Wyszynski invece nel 1966 a introdurre la Polonia nel suo secondo millennio di storia cristiana, celebrando solennemente come cardinale primate polacco i 1.000 anni del battesimo della nazione.
L’omaggio a S. Maria in Trastevere
Per il quarantesimo anniversario della morte del “Primate del Millennio”, l’ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede Janusz Kotański ha deposto oggi un omaggio floreale sotto la lapide, dedicata a Wyszynski, che si trova nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, di cui il cardinale arcivescovo di Gniezno-Vasavia fu titolare. Le celebrazioni del 40° anniversario della morte e dei 120 anni della nascita culmineranno il prossimo 12 settembre in Polonia con la beatificazione del cardinale Wyszynski, già rimandata due volte a causa della pandemia. Francesco aveva firmato già il 2 ottobre 2019 il decreto sul miracolo attribuito alla sua intercessione. Era stato invece Giovanni Paolo II, nel 1989, ad avviarne la causa di beatificazione.
Nato nel 1901 da una famiglia povera ed umile, ordinato sacerdote a 23 anni, Stefan Wyszynski promosse varie iniziative di carattere educativo e sociale nei sindacati cristiani, appoggiando l’Unione Cattolica dei Giovani Lavoratori. Durante la Seconda guerra mondiale fu cappellano dell’ospedale degli insorti antitedeschi vicino Varsavia e dei soldati clandestini dell’Armata Nazionale, che combatteva gli invasori nazisti.
Scampato ai nazisti, oppositore dei comunisti
Dopo essere scampato da prete clandestino alla deportazione ad Auschwitz, a 47 anni era già arcivescovo di Varsavia e primate della Polonia, entrata a fine guerra nell’orbita del comunismo sovietico. Il 29 novembre 1952 fu annunciata la sua nomina a cardinale, anche se le autorità polacche gli negarono il passaporto per partecipare al concistoro dove Pio XII gli avrebbe imposto la berretta cardinalizia. Successivamente, l’8 maggio 1953, il primate polacco indirizzò ai governanti del suo paese un messaggio rimasto famoso poi come “Non possumus”, affermando la volontà della Chiesa polacca di non piegarsi alla persecuzione. Perciò il 24 settembre 1953 Wyszynski fu fu arrestato e rinchiuso in carcere in isolamento per più di tre anni; così divenne, allora, l’uomo-simbolo della resistenza del suo popolo alla dittatura comunista.
Una clamorosa protesta
Durante le celebrazioni del primo millennio cristiano della Polonia, fu sua la decisione di portare in processione una cornice vuota, come clamorosa protesta per la decisione delle autorità di sequestrare la copia della venerata Madonna di Czestochowa che avrebbe dovuto visitare tutte le diocesi del paese
“Se ti scelgono, devi accettare”
Nel frattempo anche il giovane arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla faceva parlare di sé, in patria e fuori. Le autorità polacche tentarono invano di scalfire l’intesa tra i due. “Se ti scelgono devi accettare”: così Wyszynski esortò Wojtyla, più giovane di lui di quasi 20 anni, durante le votazioni del conclave di ottobre 1978. Rimane commovente come allora, 43 anni dopo, a rivederla oggi in TV, la scena del forte abbraccio tra i due, al termine della prima messa di Giovanni Paolo II in piazza san Pietro.
La chiesa di Santa Maria in Trastevere, a Roma, è stata per secoli la chiesa titolare dei Primati di Polonia. Ma attorno alla lapide che commemora la figura del cardinale Wyszynski, a ridosso dell’ultima colonna della fila che separa navata centrale e navata di destra, ora si notano purtroppo anche diversi segni di incuria.
Eppure, ha osservato oggi l’ambasciatore Kotanski dopo la deposizione dell’omaggio floreale, “non possiamo capire davvero la figura e l’importanza di san Giovanni Paolo II senza conoscere la figura di Stefan Wyszynski”. Perciò “presto, speriamo entro quest’anno”, ha annunciato l’ambasciatore, sarà realizzato un intervento di restauro della lapide e ripulitura dell’area dove è collocata.