Pubblichiamo di seguito il saluto che il Santo Padre Francesco rivolge questa mattina agli artisti del “Concerto in Vaticano” nel corso dell’Udienza al Palazzo Apostolico:
Saluto del Santo Padre
Cari amici, buongiorno e benvenuti, e grazie tante per gli auguri che mi avete dato, grazie!
Vi ringrazio per aver scelto di dedicare questa edizione del Concerto di Natale al tema della pace. La pace è la sintesi di tutte le cose buone che possiamo desiderare e per essa vale la pena di spendere il meglio delle nostre energie materiali, intellettuali e spirituali.
La pace, lo sappiamo, si costruisce giorno per giorno, è un desiderio che accompagna e motiva il nostro vivere quotidiano. Ma purtroppo, in questo momento storico, la pace è anche un’emergenza, come dice lo slogan che promuove il progetto solidale abbinato al Concerto. In Ucraina, i salesiani di “Missioni Don Bosco” sono accanto alle popolazioni, lavorano per l’accoglienza dei rifugiati e per la distribuzione di cibo e medicinali. Con questa iniziativa li vogliamo sostenere; ma tutti noi, in qualsiasi ruolo, siamo chiamati ad essere artigiani di pace, a pregare e a lavorare per la pace.
L’adesione di tanti artisti a questo progetto testimonia la volontà di partecipare alla solidarietà con i fratelli e le sorelle che soffrono per la guerra, e che il Natale ci invita a sentire più vicini. In effetti, il messaggio che la Parola di Dio ogni anno ci rivolge nel tempo di Avvento non è un messaggio di rassegnazione o di tristezza, ma un messaggio di speranza e di gioia, un messaggio da interiorizzare e da comunicare. E in questo “comunicare” entrano in gioco anche la musica e il canto. La liturgia e le tradizioni popolari del Natale sono piene di musica e di canti. Lo stesso racconto evangelico ci parla dell’inno degli angeli: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14).
Con il vostro canto, voi contribuite a diffondere questo messaggio di amore e di vita, arrivando a toccare tanti cuori e allargando il perimetro della fraternità. È così che Dio opera nella storia umana, anche in scenari dolorosi e desolati: con misericordia chiama tutti noi, si serve dei nostri talenti come dei nostri limiti, e vuole salvare l’umanità di oggi. Come a Natale, ogni giorno!
Cari amici, il vostro talento è un dono ed è anche una responsabilità, di cui essere grati e consapevoli, mentre – come scrisse agli artisti San Giovanni Paolo II – «con appassionata dedizione cercate nuove epifanie della bellezza per farne dono al mondo» (Lettera agli artisti, 4 aprile 1999). La musica rasserena, dispone al dialogo, favorisce l’incontro e l’amicizia. In questo senso è una via aperta per la pace.
Vi ringrazio di essere venuti. Faccio i migliori auguri a voi e ai vostri cari. Vi do la mia benedizione di cuore e chiedo a Dio che vi benedica. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!