La Cei in soccorso della popolazione del Tigray

Stanziati 500.000 euro dai fondi dell’8 per mille destinati a fornire acqua, cibo e beni di prima necessità

Una donna sfollata del Tigray ©️Vatican Media

La Cei si mobilita in soccorso della popolazione del Tigray, al centro di un dramma umanitario in un contesto di guerra e violenza. La regione si trova nel nord dell’Etiopia, al confine con Eritrea e Sudan.

In una nota, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana comunica di aver “deciso lo stanziamento di 500.000 euro dai fondi dell’8 per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, a favore delle popolazioni del Tigray, in Etiopia. Dal novembre scorso, la zona è al centro di uno scontro militare e politico che sta ulteriormente aggravando le già precarie condizioni dell’area, provata dalla malnutrizione e da importanti problemi sanitari.

Sono milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria. Il conflitto infatti ha provocato 1,3 milioni di sfollati interni e circa 60.000 profughi, fuggiti principalmente in Sudan, oltre che danni significativi alle infrastrutture. I saccheggi, sempre più frequenti, stanno mettendo a repentaglio l’erogazione dei servizi sociali essenziali.


Un numero imprecisato di centri sanitari – ricorda la Cei – è stato vandalizzato e gli operatori non retribuiti hanno lasciato i loro posti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che solo il 22% delle strutture sanitarie sia funzionante. La Chiesa cattolica etiope, con la Caritas nazionale, ha subito attivato una rete di coordinamento per monitorare la crisi e garantire una risposta umanitaria adeguata, coinvolgendo gli Uffici diocesani, i membri internazionali della rete Caritas già presenti sul territorio e altre realtà tra cui Medici con l’Africa Cuamm”.

Lo stanziamento della Presidenza della Cei è destinato, attraverso Caritas Italiana, a garantire cibo e acqua, beni di prima necessità, kit sanitari e scolastici e a supportare le strutture sanitarie della regione sia con interventi di ristrutturazione che di fornitura di farmaci, dispositivi medici e materiali.

Lo scorso mese di novembre nella zona è scattata un’operazione del governo etiope contro il Fronte di liberazione del popolo del Tigray. Il governo di Addis Abeba ha dichiarato ufficialmente concluse le operazioni militari ma nella regione non cessano le violenze, anche da parte di miliziani eritrei, al punto che alcuni vescovi etiopi parlano di una “situazione umanitaria terribile”.