09 Marzo, 2025

Seguici su

ASE

Voci

04 Febbraio, 2025

4 min

Il profilo dell’imprenditore nella Dottrina Sociale della Chiesa

Quando lo stile è più importante del metodo

Il profilo dell’imprenditore nella Dottrina Sociale della Chiesa

La Dottrina Sociale della Chiesa, cioè la riflessione e il contributo del Magistero sulla “Questione Sociale”, costituisce una ricca fonte di conoscenza che, come il buon vino, ha la qualità di anni di esperienza e di vita. Sono innumerevoli le citazioni che affrontano il tema ampio dell’“uomo nella società” e, quindi, la realtà aziendale.

Nell’era della tecnologia, il profilo è diventato la nostra prima lettera di presentazione. Parliamo di profili professionali, dei nostri profili sui social media, del profilo dei candidati che stiamo cercando, ecc. Il profilo delinea le caratteristiche fondamentali, persino identificative, che vogliamo evidenziare.

Ma qual è il profilo dell’imprenditore e del manager secondo gli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa? Per i cristiani, questo profilo assume una dimensione vocazionale, perché implica la risposta, come credenti, alla chiamata di Dio che ci invita a essere, attraverso i nostri compiti di leadership, strumenti di trasformazione sociale. Papa Francesco ha già sottolineato:

La vocazione dell’imprenditore è un compito nobile, purché si lasci interpellare da un senso più ampio della vita; Ciò le consente di servire realmente il bene comune, cercando di moltiplicare e rendere più accessibili a tutti i beni di questo mondo” (Evangelii Gaudium 203).

Alcuni aspetti che potrebbero configurare questo profilo dell’imprenditore sarebbero:

1.- L’imprenditore deve essere esperto nel raggiungimento di benefici e obiettivi. Giovanni Paolo II ha esposto magistralmente questa idea di fronte ai rischi di una concezione riduzionista del beneficio:

La Chiesa riconosce la giusta funzione degli utili come indicatore del buon andamento dell’impresa. Quando un’azienda realizza un profitto significa che i fattori produttivi sono stati utilizzati in modo appropriato e che i corrispondenti bisogni umani sono stati debitamente soddisfatti. Tuttavia, gli utili non sono l’unico indicatore delle condizioni di un’azienda. È possibile che i bilanci siano corretti e allo stesso tempo gli uomini, che costituiscono il bene più prezioso dell’azienda, vengano umiliati e offesi nella loro dignità. “Oltre a essere moralmente inaccettabile, ciò non può che avere ricadute negative per il futuro, anche per l’efficienza economica dell’impresa” (Centesimus annus 35)

2.- L’imprenditore deve essere una persona capace di garantire l’unità di collaborazione necessaria per sviluppare una gestione efficiente, e ciò nella misura in cui si avvale dell’esperienza dei suoi collaboratori. Ecco cosa propone Giovanni XXIII:

Una concezione dell’impresa che miri a salvaguardare la dignità umana deve, senza dubbio, garantire la necessaria unità di gestione efficiente; Ma non ne consegue che essa possa ridurre i suoi collaboratori quotidiani alla condizione di meri esecutori silenziosi, senza alcuna possibilità di far valere la loro esperienza, e del tutto passivi rispetto alle decisioni che contraggono e regolano il loro lavoro” (Mater et Magistra 92).

3.- L’imprenditore deve essere in grado di assumersi la responsabilità che gli compete in quanto trasformatore della società. L’8 giugno 1964, Papa Paolo VI si rivolse ai membri dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) in questi termini: “Voi siete, insieme con gli insegnanti e i medici, i principali trasformatori della società“.

4.- Capacità di amministrare con giustizia. Un datore di lavoro equo retribuisce equamente i propri dipendenti. Per Giovanni Paolo II è una questione etica:

Il problema chiave dell’etica sociale è quello della giusta remunerazione del lavoro svolto. Nel contesto attuale, non esiste modo migliore per raggiungere la giustizia nei rapporti tra lavoratori e datori di lavoro che attraverso la retribuzione del lavoro” (Laborem exercens 19).

5.- Diligenza, duro lavoro e prudenza nell’assumere rischi ragionevoli. Il rischio fa parte della vita aziendale e deve essere gestito utilizzando le virtù cristiane. Giovanni Paolo II fa riferimento alle virtù che sostengono quelle aziende che trasformano veramente la realtà sociale e personale:

In questo processo sono coinvolte virtù importanti, come la diligenza, l’operosità, la prudenza nell’assumere rischi ragionevoli, l’affidabilità e la lealtà nei rapporti interpersonali, la risolutezza d’animo nell’esecuzione di decisioni difficili e dolorose, ma necessarie, per il lavoro comune dell’azienda e per fronteggiare eventuali rovesci di fortuna” (Centesimus annus 32).

6.- Architetto della solidarietà, della dignità e del bene comune. L’imprenditore e manager cristiano accetta la sfida di rendere visibile la funzione sociale dell’azienda. Papa Francesco stabilisce una relazione diretta e vincolante tra l’attività economica e la funzione sociale dell’impresa quando sottolinea che «senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca, il mercato non può svolgere pienamente la sua propria funzione economica» (Fratelli Tutti 168). La scelta per un mondo più fraterno, più rispettoso della dignità delle persone e più attento al bene comune non è quindi un “plus” per l’azienda, ma fa parte del suo DNA.

In sintesi, l’imprenditore cristiano è consapevole che il raggiungimento di profitti e obiettivi non è incompatibile con lo sviluppo di principi etici nell’impresa. Questa convinzione fa sì che la grandezza dell’imprenditore e del manager cristiano sia nascosta in uno stile più che in una metodologia.

Dionisio Blasco España è Delegato Territoriale nella Diocesi di Malaga e membro del Comitato Esecutivo di Azione Sociale d’Impresa

ASE

Acción Social Empresarial (ASE) es una asociación privada de Empresarios, Directivos y profesionales de la Empresa, constituida de acuerdo con las normas del vigente Código de Derecho Canónico, y erigida por la Conferencia Episcopal Española (CEE) como persona jurídica. Se rige por estos Estatutos y por las normas canónicas que le sean aplicables. Carece de fin de lucro y estará inscrita en el Registro de Entidades Religiosas.