Il secondo e ultimo giorno del viaggio apostolico di Papa Francesco a Malta è iniziato con la visita del Santo Padre a uno dei posti più significativi dell’arcipelago: la Grotta di San Paolo, a Rabat, appena fuori delle mura di Medina.
La grotta di San Paolo
Qui la tradizione indica il luogo in cui San Paolo ha soggiornato nel 60 dopo Cristo, in seguito al naufragio della nave che lo stava portando a Roma per essere processato. Paolo rimase tre mesi a predicare, battezzare e guarire malati. Con lui c’era anche Luca, l’evangelista, che narra gli eventi negli Atti degli Apostoli.
Grazie a un piccolo ascensore, il Papa è sceso alla grotta, antico luogo di culto, sito in un complesso che alterna elementi architettonici in stile barocco, per chiedere al “Padre Buono” di concedere “a noi la grazia di un buon cuore che batta per amore dei fratelli”, come quello dei maltesi che accolsero Paolo dopo il naufragio.
La preghiera nella basilica
Poi, nella basilica sovrastante il Successore di Pietro ha acceso una lampada votiva e recitato una breve preghiera:
O Dio, la tua misericordia è infinita
e inesauribile il tesoro della tua bontà:
accresci benigno la fede del popolo a Te consacrato,
perché tutti comprendano con sapienza
quale amore li ha creati,
quale Sangue li ha redenti,
quale Spirito li ha rigenerati.
Per Cristo nostro Signore.
Ha quindi firmato il Libro d’Onore, ha salutato 14 leader religiosi e i malati e assistiti dalla Caritas.
“In questo luogo sacro, che ricorda San Paolo, Apostolo delle genti e padre nella fede di questo popolo, ringrazio il Signore e Lo prego perché conceda sempre ai maltesi lo Spirito della consolazione e l’ardore dell’annuncio” ha scritto il Papa. La grotta è stata visitata da Giovanni Paolo II il 27 maggio del 1990 e da Benedetto XVI il 17 aprile del 2010, in occasione del 1950.mo anniversario del naufragio di San Paolo.
La preghiera nella Grotta di san Paolo
Dio di misericordia,
nella tua mirabile provvidenza
hai voluto che l’Apostolo Paolo
annunciasse il tuo amore agli abitanti di Malta,
i quali non ti conoscevano ancora.
Egli ha proclamato loro la tua parola
e ha guarito le loro infermità.
Salvati dal naufragio,
San Paolo e i compagni di viaggio
trovarono qui ad accoglierli
gente pagana di buon cuore,
che li trattò con rara umanità,
rendendosi conto che avevano bisogno
di rifugio, di sicurezza e di assistenza.
Nessuno conosceva i loro nomi,
la provenienza o la condizione sociale;
sapevano soltanto una cosa:
che avevano bisogno di aiuto.
Non c’era tempo per le discussioni,
per i giudizi, le analisi e i calcoli:
era il momento di prestare soccorso;
lasciarono le loro occupazioni
e così fecero.
Accesero un gran fuoco,
e li fecero asciugare e riscaldare.
Li accolsero con cuore aperto
e, insieme con Publio,
primo nel governo e nella misericordia,
trovarono per loro un alloggio.
Padre buono,
concedi a noi la grazia di un buon cuore
che batta per amore dei fratelli.
Aiutaci a riconoscere da lontano i bisogni
di quanti lottano tra le onde del mare,
sbattuti sulle rocce di una riva sconosciuta.
Fa’ che la nostra compassione
non si esaurisca in parole vane,
ma accenda il falò dell’accoglienza,
che fa dimenticare il maltempo,
riscalda i cuori e li unisce:
focolare della casa costruita sulla roccia,
dell’unica famiglia dei tuoi figli,
sorelle e fratelli tutti.
Tu li ami senza distinzione
e vuoi che diventino una cosa sola
con il tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro Signore,
per la potenza del fuoco mandato dal cielo,
il tuo Spirito Santo,
che brucia ogni inimicizia,
e nella notte illumina il cammino
verso il tuo regno di amore e di pace.